Cità del Messico, Palacio di Bellas Artes, Stagione Artistica 2010/2011
“FIDELIO”
Opera in due atti su libretto di Joseph Sonnleithner e Georg Friedrich Treitschke,
da Léonore di Jean-Nicholas Boully.
Musica di Ludwig van Beethoven
Leonore-Fidelio ELENA NEBERA
Florestan FRANCISCO ARAIZA
Don Pizarro RUBÉN AMORETTI
Rocco CARSTEN WITTMOSER
Marzelline MARÍA ALEJANDRES
Don Fernando GUILLERMO RUIZ
Jaquino EMILIO PONS
Primo prigioniero JUAN CARLOS LOPEZ MUÑOZ
Secondo prigioniero ARTURO LÓPEZ CASTILLO
Coro e orchestra del Teatro de Bellas Artes
Direttore Niksa Bareza
Regia Mauricio Garcia Lozano
Secene Jorge Ballina
Costumi Jerildy Bosch
Movimienti scenici Clarissa Malheiros
Luci Jesús Hernández
Città del Messico, 7 dicembre 2010
Dopo due anni di chiusura per restauri, il Palacio de Bellas Artes, il teatro d’opera più importante del Messico, ha riaperto le sue porte con il Fidelio di Beethoven, che non veniva rappresentato su queste scene dal 1983. La scenografia, ideata da Jorge Ballina, era ambientata in un’imprecisata epoca modernamodernità, trasportando lo spettatore fine nelle profondità di un’oscura e claustrofobica prigione sotterranea, una sorta di bunker, dal disegno geometrico e schematico.
Il regista Mauricio García Lozano ha sviluppato i diversi temi della vicenda come la differenza di opinioni e di pensiero, la repressione, l’abuso di potere, il dolore, la libertà, con un numeroso gruppo di attori in continue azioni sceniche cariche di ironie e sarcasmi, ma anche di spietatezza e violenza.
I costumi militari e civili di Jerildy Bosch la belle luci di Jesús Hernández, particolarmente nell’ouverture e nel finale, hanno dato un aspetto umano agli attori e ai cantanti, con stimolanti immagini per il pubblico.
Il cast vocale ha visto la presenza del soprano russo Elena Nebera, Leonora, che ha dimostrato di usare la sua bella voce, sonora e dal timbro alle connotazioni del personaggio. Ha altresì messo in luce una sicura e bella linea di canto, articolando ogni suono del testo e grande padronanza nei piani e negli acuti. Come Florestan, il leggendario tenore messicano Francisco Araiza, eminente cantante che ha iniziato la sua carriera in questo teatro, ha dispiegato il suo ancora bel timbro vocale, per estrarre l’anima del personaggio e cantare la sua difficile aria, con un canto ancora solido convincente.
Il basso-baritono tedesco Carsten Wittmoser è stato uno splendido interprete che ha dato nobiltà e signorilità al personaggio di Rocco, con un canto e un’interpretazione efficaci. Da parte sua, il basso-baritono Rubén Amoretti ha dato vita a un Pizarro despota e autoritario, con un’autorevolezza interpretativa e una vocalità dal timbro vigoroso e robusto. Il tenore Emilio Pons è stato un Jaquino di musicalità e scenicamente convincente. Appena corretta la Marcellina di Marja Alejandres, così come il Don Fernando di Guillermo Ruiz.Il coro ha dato un apporto di classe, sotto la mano sicura del suo maestro, Xavier Ribes. L’esuberante orchestrazione è stata messa in risalto con entusiasmo ed equilibrio da Niksa Bareza: la sua scelta dei tempi, lenta all’inizio, si trasformata in intensa e brillante durante il resto della recita. Foto INBA