“Senza trucco!”…Claudia Nicole Bandera

Dopo il debutto al festival di Vicenza nel 1986 in seguito alla vittoria al concorso AS.LI.CO., il mezzosoprano Claudia Nicole Bandera ha cantato con successo nei maggiori teatri in Italia e nel resto del mondo, esibendosi tra l’altro in opere di Mozart, Strauss, Massenet, Verdi, Debussy, Britten, Bellini, Berg, Offenbach, ecc. Dal 1988 è stata frequentemente presente nel cartellone del Teatro alla Scala di Milano e nel 2001 è stata Hermia nell’acclamatissima messa in scena de “A Midsummer Night’s Dream” al San Carlo di Napoli (premio Abbiati 2001), Olga nell’Eugenio Oneghin al Teatro dell’Opera di Roma e la Madre nella “Divara” di Azio Corghi al Sao Carlos di Lisbona. Le sue più recenti apparizioni sono state, fra l’altro, nella Lulu di Alban Berg al Teatro alla Scala di Milano ed al Theater an der Wien a Vienna e nel Peter Grimes di Britten al Teatro Regio di Torino nella stagione 2009-10. Il suo repertorio attualmente spazia dalla musica barocca alla musica contemporanea con particolare interesse per quella cameristica, sacra e soprattutto per la liederistica, anche grazie al fatto di parlare correntemente quattro lingue (italiano, tedesco, inglese e francese) e di avere una più che buona conoscenza del russo e del portoghese. La sua raffinata musicalità e la sua profonda formazione culturale dal respiro europeo, unite ad una figura accattivante, caratterizzata da una singolare e spontanea eleganza e da una non comune bellezza, le hanno consentito di affiancare alla costante attività teatrale, una intensissima attività concertistica sia come solista che in formazione con il Quartetto Musicale Italiano del quale è co-fondatrice, svoltasi sempre presso importanti istituzioni  musicali  in Italia ed all’estero. Ha preso parte a varie incisioni discografiche per etichette prestigiose.  La incontriamo proprio  in occasione della recente pubblicazione per la Hungaroton di una serie di songs inediti di Alfredo Piatti, illustre violoncellista e compositore dell’ottocento italiano, forse oggi non sufficientemente ricordato.
Qual è il tratto principale del tuo carattere?
La velocita´nell´ inquadrare determinate situazioni e l´energia mentale e fisica nell´affrontarle.
E il tuo peggior difetto?
L´ impazienza.
Segno zodiacale?
Ariete.
Sei superstiziosa?
Per nulla.
Che rapporto hai con la spiritualità?

Direi buono.
Hai mai sofferto d’invidia?
Eccome! Ma non per questioni chiamiamole “patrimoniali”.
Cosa volevi fare da grande?
Il chirurgo plastico ricostruttivo. Ho una grande manualità, mi piace restaurare, riparare, “bricolare”. La medicina è sempre un mio grande interesse…
La tua famiglia ha influenzato le tue scelte ?
Assolutamente no.
Quali sono i tuoi ricordi più cari?
Difficile dirlo, sono diversi. Per esempio un giro in Trentino in tenda con mio padre quando avevo circa 10 anni. Mio padre era un grande cercatore e conoscitore (lo è tuttora) di funghi e ogni sera cucinavamo i funghi raccolti in un padellino sul camping – gas. Oppure le mie vacanze da una mia zia inglese in una cittadina di provincia nei Midlands. Abitava in una grande e vecchia casa tipicamente inglese,  con un grande giardino, un grande top – garage, una specie di solaio sopra al garage, pieno di cose vecchie e antiche…e una stanza con un pianoforte, dove passavo ore e ore a suonare da autodidatta… Se non finivo un brano in un anno, continuavo l´anno successivo. Ci sono andata per 12 anni ed era una seconda casa per me.
Qual è stato il tuo momento di maggior orgoglio?
Quando ho vinto il mio primo concorso, senza nessun appoggio di nessun genere.
Qual è la delusione più grande che hai mai avuto?
Recentemente, una persona che consideravo amica con la quale ho collaborato per 5 anni in perfetta armonia, ha agito dietro alle mie spalle in modo incredibilmente sleale e basso  per estromettermi…
Cosa manca nella tua vita oggi?
Un senso di stabilità sia nel lavoro che nel… domicilio…
Di che cosa hai paura?
Dell´arroganza del potere e dell´ignoranza della gente.
Hai un sogno ricorrente?
Direi di no.
Che importanza dai al denaro?
Serve, anche a fare delle cose belle e utili, ma ci vogliono convincere a tutti i costi che sia indispensabile per vivere e per essere felici. Credo fermamente nel baratto e lo metto in atto quando posso.
In cosa sei più spendacciona?
Non lo sono, sono avveduta ma allo stesso tempo generosa. Sono una convinta riciclatrice, non per tirchiaggine, ma per rispetto delle cose, dei materiali e del lavoro altrui.  Ho una passione per il legno, sia lavorato sia grezzo. Raccolgo pezzi di legno perché “potrebbero essere utili”  per qualche lavoro di bricolage e posseggo un vero e antico banco da falegname che ritirai tanti anni fa da un falegname che chiudeva bottega. L´unica cosa per la quale spendo è la macchina, nel senso che ho sempre avuto macchine vecchie (mi piacciono le Alfa Romeo di 15 – 20 anni fa!) e purtroppo hanno il loro acciacchi e per i viaggi.
Collezioni qualche oggetto?
Non piú, da ragazzina di tutto:  conchiglie, pacchetti di sigarette (vuoti!), tappi, automobiline…
Quali sono le tue letture preferite?
Saggi di “contro politica”, “contro storia”,esoterismo, di quello serio però.
Qual è il tuo profumo preferito?
4711, o acqua di colonia.
Città preferita?
Torino e Lisbona. Torino la conosco bene perché ho lavorato molto spesso al Teatro Regio. L´ anno scorso ho fatto la mia quattordicesima produzione in quel teatro. Nel frattempo ho fatto diverse amicizie e quando posso, faccio una scappata a trovare loro e a fare un giro a Porta Palazzo. Anche a Lisbona ho lavorato spesso. Se dovessi decidere dove andare a vivere, se a Torino o a Lisbona, sarei in grande difficoltá. Ho studiato il portoghese e quando torno a Lisbona, possibilmente una volta all´ anno, mi sento di tornare a casa.
Colore preferito?
Il verde.
Fiore preferito?
Il girasole, la violetta, la rosa…
Il cantante o i cantanti preferiti?
Da giovane, quando suonavo la chitarra era Joan Baez, ora nell´ambito della Lirica ce ne sono diversi, la Callas, la Verrett, la Fassbaender, Domingo, Caruso…
Qual è stato primo disco che hai acquistato?
Un doppio album con musiche di Vivaldi registrate nella Basilica di St Marco a Venezia con il grande mezzosoprano tedesco Marga Hoeffgen che avevo conosciuto personalmente quando cantavo in coro in Germania.
Qual è il film che hai amato di più?
Da piccola, “Fantasia” di W.Disney, da grande ce ne sarebbero molti da menzionare. Forse “Tutte le mattine del mondo” con Depardieu.
Qual è la stagione dell’anno che preferisci e perché?
La primavera, perché tutto rinasce e l’ energia è  esplosiva.
Che rapporto hai con la tecnologia e qual è il gadget tecnologico di cui non potresti fare a meno?
Non sono per niente un´appassionata, e mi sento costretta a dover cercare di stare dietro quel minimo indispensabile a computer e cellulare, per non essere completamente fuori dal mondo e dai tempi, ma in realtà ció mi crea molta tensione. Come sono stata bene quando, nel 2009 andai per un mese in Perú in una cittadina nelle Ande per collaborare a un progetto che riguardava la creazione di una scuola cosiddetta “democratica”  e non avevo ne cellulare ne computer. Mi sentivo molto alleggerita!
Che rapporto hai con la televisione?
Ne faccio benissimo a meno.
Che rapporto hai con la politica?
Pessimo, sono nauseata da quella italiana e disillusa da quella internazionale.
Hai delle cause che ti stanno particolarmente a cuore?
E´ un discorso troppo  articolato per poter dare una risposta cosí in breve. Certo che se non stiamo tutti piú attenti a quello che ci succede intorno e a come ci vengono servite le cosiddette notizie, altro che 1984 di Orwell!
Giorno o notte?
Il giorno.
Qual è la situazione che consideri più rilassante?
Una baita in montagna, con un caminetto acceso, fuori un lago e dei boschi pieni di funghi…
Qual è il tuo ideale di giornata?
Sveglia naturale verso le 8.00, colazione con calma, studio dalle 10 in poi, pranzo leggero verso le 13, eventuali lavori in giardino o manuali di altro genere non troppo pesanti, un concerto la sera.
Qual è il tuo rifugio da tutto e tutti?
Quando sono nel mio orto o al mio tavolo da falegname.
Qual’ è la musica che di solito fa da sottofondo alle tue giornate?
Bach in tutte le salse.
Cosa ti manca di più quando sei lontana da casa?
Il giardino, l’orto e  il mio cane.
Qual è la vacanza o il viaggio che vorresti fare e che non hai ancora fatto?
Un giro in slitta in Lapponia.
Chi o cosa ti imbarazza?
Le persone volgari e quelle arroganti.
Com’è il tuo rapporto con il cibo?
Buono, mi piace quasi tutto, ma posso vivere di poco. Sono tendenzialmente vegetariana, ma ogni tando devo mangiare anche carne perché sono anemica, come quasi tutte le bionde…
Dieta mediterranea, dieta macrobiotica o fast food?
Mediterranea soprattutto a base di verdure, formaggi pasta e riso.
Qual è il tuo piatto preferito?
Spaghetti aglio, olio, peperoncino,  le uova delle mie galline, fritte o alla coque e dele enormi terrine di insalate miste…
Vino rosso o bianco?
Dipende, va a periodi.
Il posto dove si mangia peggio?
Una volta in Inghilterra, forse ora in Francia. Troppe salse…
La musica è stata una vocazione?
Penso di si, anche se per vari motivi alla musica lirica poi ci sono arrivata relativamente tardi. Comunque ho sempre cantato o suonato giá  da piccola, ma mi pareva una cosa cosí normale, che nessuno ha mai pensato di studiare “seriamente” giá allora, cosa che ho poi fatto come secondo studio dopo la maturità, quindi giá da adulta.
A chi non conoscesse la tua voce, cosa faresti ascoltare?
Forse I Capuleti e Montecchi che feci a Torino anni fa, o un concerto con due colleghi a Bologna circa 2 anni fa dove cantai un pó  di tutto, da Haendel a Bizet e parecchi duetti con i colleghi.
Come segui l’evoluzione della tua voce?
Con curiosità cercando di non farmi prendere da angoscie isteriche.Se penso ai primi anni della mia carriera, quanto mi preoccupavo delle correnti d´ aria, quante tisane all erisimo bevevo e quante gocce di arum triphillum ingurgitavo! Passano gli anni e la voce cambia, sotto molti aspetti in meglio. Diventa piu´affidabile, piú calda, anche piú  resistente. Forse ha bisogno di piú “manutenzione” di una volta, nel senso di maggior cura nella fase di riscaldamento per esempio.
Se ti fosse data l’opportunità di scegliere un ruolo, cosa canteresti?
L’Orfeo di Gluck  e l’ Octavian de Il cavaliere della rosa.
Cosa fai un’ora prima di salire sul palco?
Mi rilasso durante la fase del trucco. La maggior parte dei truccatori che ho incontrato nei vari teatri italiani e all´ estero sono bravissimi professionalmente, hanno la mano leggera (non sopporto alcuna pressione sull´occhio sinistro, divento quasi isterica se quando mettono l´ombretto sento pressione), sono discreti, calmi e “tranquillizzanti”, cioè sanno percepire benissimo quando uno ha voglia di chiacchierare o quando si preferisce stare zitti in una sorta di meditazione prae – palcoscenico.
Cosa non manca mai nel tuo camerino?
Acqua, frutta e  qualche biscotto.
A cosa pensi quando ti guardi allo specchio?
Che non vorrei essere diversa da come sono, ne vorrei tornare indietro nel tempo.
Il tuo motto?
“Vivi e lascia vivere…Live and let live” e cerca, nel tuo piccolo, di arrecare il meno danno possibile in termini di inquinamento, di sfruttamento delle risorse energetiche, dell´ acqua ecc. al pianeta terra. Anzi, se puoi, cerca di fare del bene in quel senso, pulendo per esempio il pezzettino di spiaggia o di bosco dove passi in questo momento…o coltivando un pezzettino di terra in maniera biologica con il proprio compost… e facendo la raccolta differenziata, non perché ce lo impongono (era ora!) ma per filosofia.