Roma, Accademia di Santa Cecilia: “Bostridge – Die Winterreise”

Roma, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Stagione di Musica da Camera 2011/2012
“BOSTRIDGE – DIE WINTERREISE”
Franz Schubert: Die Winterreise, D. 911
Tenore Ian Bostridge
Pianoforte Julius Drake
Roma, 24 febbraio 2012
Un silenzio sacrale, della durata di qualche secondo, è seguito al termine della raccolta di Lieder Die Winterreise di Franz Schubert, interpretati magistralmente dal tenore Ian Bostridge e dal pianista Julius Drake, la sera del 24 febbraio 2012 all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, per la corrente Stagione di Musica da Camera. L’angoscia esistenziale del protagonista, abbandonato dall’amata, solo, in un inverno gelido senza speranza, ci è stata restituita dall’artista inglese in un modo praticamente perfetto. Un vero “cantore della morte” Ian Bostridge: con il suo timbro così peculiare e  la figura esile, allungata, quasi diafana, sembra realmente uscito da una storia ultraterrena (come non ricordare, tra l’altro, quanto queste sue caratteristiche fisiche e vocali siano state utilizzate nel realizzare uno dei suoi personaggi più riusciti, il Peter Quint del Giro di vite di Britten, vera ghost story operistica). Al momento, probabilmente, solo questo eccezionale cantante, sempre giovane nell’aspetto come un  eterno fanciullo, è in grado di rendere il personaggio creato da Schubert in maniera così realistica. D’altronde è sempre lui che ci ha regalato una splendida interpretazione di Winterreise addirittura in un film diretto da David Alden e accompagnato sempre da Julius Drake; e l’altra sera, anche senza immagini, sembrava che la neve, gelida, fosse presente in sala. La mobilità del suo volto, degli occhi e delle labbra, in particolare, trasmettevano quel freddo dell’anima che entra veramente nelle viscere: molto bello osservare come i volti degli spettatori fossero profondamente presi da tale atmosfera.
Dal punto di vista prettamente vocale tutta la raccolta è stata eseguita in maniera esemplare
ma ci pare doveroso citare alcuni punti salienti. In particolare ricordiamo la sfumata, tristissima mezzavoce a “hier find’st du deine Ruh’!” (qui troverai la pace) nel n°5 “der lindebaum” (il tiglio), o  ancora in tutto l’episodio “Das Wirtshaus” (l’osteria), dall’iniziale pianissimo “Auf einen Totenacker hat mich mein Weg gebracht” (A un cimitero la mia strada m’ha condotto) alla conclusione del Lied condotto su toni sommessi, profondamente tragici. In altri momenti la voce alternava momenti più elegiaci con espansioni liriche ampie come nel “seine kalten Flocken saugen durstig ein das heisse Weh” (assetati, i freddi fiocchi assorbono il cocente dolore) del n°6 “Wasserflut” (flutti d’acqua). Bostridge è risultato poi molto bravo anche nei momenti più virtuosistici come il “Rückblick” (uno sguardo indietro) e ha cesellato il finale sublime “Der Leiermann” (l’uomo dell’organetto) infondendo nella sala profonde inquietudini tali da meritare quel silenzio riverente che meriterebbe una funzione religiosa. Julius Drake è stato compartecipe dell’esperienza unica vissuta la scorsa sera nella sala Sinopoli. Il pianista è stato in grado di creare delle atmosfere suggestive, misteriose e ha realizzato un vero capolavoro nel seguire il tenore con una simbiosi praticamente perfetta in tutto lo svolgersi della raccolta. Dopo quel momento di silenzio con il volto di Bostridge sconvolto, lacerato, è scoppiato un applauso fragorosissimo rivolto ai due geniali artefici della serata. Merita ricordare infine che la serata è stata parte integrante del progetto Pappano in Web sponsorizzata da Telecom Italia che ha permesso di seguire in streaming in diretta, per la prima volta anche sul sito di GBopera.