Roma, Auditorium Parco della Musica, “Equilibrio”, Festival della nuova danza.
“UN PEU DE TENDRESSE BORDEL DE MERDE!”
Direttore artistico e coreografo Dave St-Pierre
Interpreti: Gaëtan Viau, David Laurin, Anne Thériault, Julien Lemire, Frédéric Tavernini, Michael Watts, Brigitte Poupart, Marc-André Goulet, Marie-Ève Carrière, Joannie Douville, David Strasbourg, Vincent Morelle, Natacha Filiatrault, Simon Fournier, Milan S. Panet-Gigon, Christian Garmatter.
Direttore tecnico e design luci Alexandre Pilon-Guay
Tecnico del suono Benoît Bisaillon
Fondazione Musica per Roma con il sostegno del Conseil des arts et des lettres du Québec
Roma, 26 febbraio 2012
Un pagina particolarmente attraente e per molti scioccante del Festival Equilibrio 2012 è stata “Un peu de tendresse bordel de merde!” di Dave St-Pierre. Il coreografo canadese già presente lo scorso anno al Festival aveva colpito e fatto parlare di se e non a caso definito come l’enfant terrible della danza contemporanea. Ebbene Dave St-Pierre ha fatto colpo di nuovo.
In sala si respira un’atmosfera tutta particolare; prima che lo spettacolo abbia inizio un uomo completamente nudo seduto su una sedia con una parrucca biondo platino dal fondo del palco saluta con strane movenze e con voce in falsetto. Anche i danzatori sono sparsi per la platea, alcuni seduti sulle poltrone, altri accompagnano gli spettatori al loro posto, oppure conversano tra di loro o con gli spettatori. Fin qui qualche stranezza e quasi tutto già visto, ma la realtà può superare la fantasia.
Lo spettacolo sembra cominciare. I danzatori lentamente salgono sul palco e si siedono sulle sedie. Inizia quella che può sembrare la solita dissertazione sulla coppia che non regge.Improvvisamente i danzatori maschi, però,iniziano a spogliarsi ed il pubblico pur imbarazzato ma curioso non immagina che di li a poco uomini nudi urlanti con le loro parrucche bionde e con atteggiamenti da travestite impazzite, solo apparentemente poco virili, si getteranno tra gli spettatori inermi saltando tra una poltrona e un’altra, con i genitali penzolanti che quasi sbattono sugli spettatori sbigottiti, spesso così vicini alle facce immobili. E poi donne che si malmenano e denudano strappandosi i vestiti, correndo e sbraitando ormai mezze nude tra i corridoi della platea, discutendo affrante col coreografo seduto in sala che le osserva quasi fosse un semplice spettatore. Insomma… un vero bordello.
La speaker, donna dalla fisicità straordinaria, aggressiva e dominante sulla scena, spiega quel che succederà mettendo in guardia i deboli di cuore, incoraggiando il pubblico e rassicurandolo visto che è sopravvissuto ai primi 15 minuti dello spettacolo.
Da qui in poi la visione della coppia, della relazione tra uomo e donna, uomo e uomo, donna e donna, e forse della vita di David St-Pierre si dispiega in una serie di immagini drammatiche ma anche naturalmente irriverenti e divertenti. Drammatizza il desiderio d’affetto, di tenerezza e amore dell’essere umano e sdrammatizza e dissacra il corpo, il sesso, l’uomo e la donna. Li ridicolizza nel loro ostinarsi a cercare e desiderare affetto e tenerezza. Egli stesso definisce stupido; colui che cerca ciò che sa che perderà; tutto ha una fine, e soprattutto non c’è mai corrispondenza tra colui che implora amore e riconoscimento affettivo e colui che lo nega, rendendo quella ricerca drammatica e mai sazia. Alla fine la nudità non è più un problema, peni, orifizi, glutei, seni, piedi, pelle, tanta pelle. Un enorme calderone di immagini e gestualità, violenza visiva ed emotiva: della serie ci si abitua a tutto!
Oltre l’idea c’è il materiale umano: i danzatori. Questo genere di creazioni sono frutto di un lavoro di scambio continuo, tutti si affidano a tutti, si percepisce una fiducia assoluta. Essi stessi sono creatori. Splendidi corpi parlanti, oggetti, giocattoli nelle mani del coreografo si prestano a tutto con una naturalezza che spesso sconvolge; come bambini giocano in scena e fuori e finiscono esausti. La danza quando c’è è travolgente come sa esserlo quel contact nord-americano fatto di muscoli, incontri e scontri, terra, violenza, sudore e forza; come quando gli uomini, bellissimi nella loro veemenza, ripetono fino allo strenuo delle forze lo stesso movimento gettandosi e rialzandosi da terra innumerevoli volte; o le sequenze in coppia in cui le donne si affidano e si lanciano letteralmente tra le braccia degli uomini che con sicurezza le afferrano e fanno volteggiare in aria, questa volta si decisamente virili. Tutto finisce in una calma apparente, il palco come una piscina vede i danzatori scivolare sull’acqua, nudi di nuovo ma questa volta come lo sarebbero dei bambini. Termineranno chiusi in un abbraccio. Un immagine rassicurante? Forse. Di sicuro malinconica e un po’ dolorosa. Una serata che non si dimenticherà. Molti entusiastici applausi ma anche pubblico comprensibilmente diviso e turbato.
Foto Musacchio & Iannello