Verona, Teatro Filarmonico: “Pulcinella” e “Il Mandarino Meraviglioso”

Verona, Teatro Filarmonico – Stagione Lirica 2011/2012
“PULCINELLA”
Balletto su musica di Igor Stravinsky da Giovanni Battista Pergolesi
Pulcinella GIUSEPPE PICONE
Pimpinella AMAYA UGARTECHE
Isabella ALESSIA GELMETTI
Furbo NICOLO’ NOTO
Rosetta MELISSA MASTROIANNI
Prudenza FEDERICA CRISTOFARO
Ciccillo MARCO FAGIOLI
Florindo MANUEL BARZON
Coviello VITTORIO MALAGNONE
Il dottore EVGUENI KOURTSEV
Tartaglia GIANFRANCO SCELLATO
Mezzosoprano TERESA IERVOLINO
Tenore  PAOLO ANTOGNETTI
Basso RAPHAEL SIGLING
“IL MANDARINO MERAVIGLIOSO”
Balletto su musica di Béla Bartók
Mandarino JASON REILLY
La ragazza  YUNIESKA LEGRA SANCHEZ
Capo banditi ANTONIO RUSSO
Il ragazzo  NICOLO’ NOTO
Banditi MARCO FAGIOLI, ANDREA MOCCIARDINI, MANUEL BARZON, ANDREA MORELLI, VITTORIO MALAGNONE, GIANLUCA MASCIA
Prostitute ELENA CIPRIANI, FEDERICA CRISTOFARO, MELISSA MASTROIANNI
Orchestra e Corpo di ballo dell’Arena di Verona
Direttore Reinhard  Seehafer
Coreografia, regia, coordinamento scene e costumi Mario Piazza
Luci Paolo Mazzon
Nuovo allestimento dell’Arena di Verona
Verona, 11 maggio 2012
La stagione di opera e balletto del Teatro Filarmonico, ha concluso la prima parte della propria programmazione con
 Mario Piazza, che ha firmato due grandi classici: “Pulcinella” (1920) di Stravinsky-Picasso-Massine, creato dalla compagnia di Diaghilev; e il “Mandarino Meraviglioso” di Bartòk (1919) che ha ispirato innumerevoli coreografi.  Due balletti quanto mai diversi. Da un lato il carattere ludico, brillante del  “Pulcinella”, dall’altro  il “Mandarino”, creazione carica di dramma e mistero. Nel “Pulcinella”  Piazza, evocando le idee d’avanguardia di Diaghilev,  ha cercato di ricostruire un modello di teatro nel quale anche elementi come il canto lirico diventano parte integrante della drammaturgia. Il coreografo ha quindi utilizzato i tre cantanti (i validi  Teresa Iervolino, Paolo Antognetti e Raphael Sigling)  ad accompagnare ed esplicare le danze.  Apprezzabile in tal senso l’impostazione registica di Piazza nel sapere ben coordinare tutti le varie componenti, inclusa la danza. Efficace anche l’impianto scenografico che richiama il bozzetto per il ballettto di Picasso con il grande ponte sul fondo della scena, che ha consentito un’azione su due livelli. Piazza ha saputo brillantemente creare lo spirito giocoso e napoletano di questo balletto, animando costantemente la scena con azioni di grande vivacità.
La famosa maschera napoletana  è stata affidata a Giuseppe Piconeétoile internazionale di origine napoletane, il quale, oltre alla bella  presenza scenica, si è fatto ammirare per i salti eccezionali, i virtuosistici giri e  i perfetti attitudes. In tutto ciò, la  maschera di Pulcinella non è parsa del tutto aderente alla sua personalità: il Pulcinella di Picone è parso coreograficamente troppo nobile, troppo “Principe”. L’impostazione un po’ troppo accademica, benchè arricchita di elementi scherzosi, non l’ha aiutato in una completa fusione con il personaggio. Ci è parso caratterialmente più genuino il Furbo dall’atletico  Nicolò Noto. E’ stata altrettanto convincente la Pimpinella di Amaya Ugarteche. Valide tecnicamente, ma un po’ sbiadite nei caratteri le altre figure femminili: Alessia Gelmetti (Isabella), Melissa Mastroianni (Rosetta), Federica Cristofaro (Prudenza).
“Il Mandarino Meraviglioso” di Béla Bartók è incentrato attorno a questo personaggio misterioso, surreale, il  miraggio  di  una città notturna. L’immortale Mandarino può morire soltanto quando vivrà una passione struggente. In tutte le  versioni più note  il balletto viene ambientato nel quartirere degradato di una città nella quale la giovane prostituta conosce l’amore grazie al suo incontro con la mitica figura del Mandarino. Piazza rifugge il realismo dell’ambientazione, collocando il suo “Mandarino” in un suggestivo spazio astratto, con i personaggi che indossano costumi atemporali sui  toni del grigio, nero e rosso. Il coreografo ha saputo creare un linguaggio espressivo per ogni personaggio: il  Mandarino di Jason Reilly, danzatore slanciato e atletico, ha saputo emergere anche grazie alla sua gestualità ampia. Accanto a lui si è imposta la Ragazza di
Yunieska Legrà Sànchezialetto. Si sono messi in luce Nicolò Noto nei panni del Ragazzo, la seconda vittima, e il Capo dei banditi di Antonio Russo, dalla gestualità impattante. La direzione di Reinhard Seehafer ha saputo trasmettere tutta l’espressività teatrale delle due partiture. Foto Ennevi per Fondazione Arena di Verona