Una conversazione con Hui He

soprano Hui He

Il soprano Hui He, donna sensibile e dolcissima, sarà la protagonista  dell’Aida all’Arena, nell’ormai storico allestimento, rievocazione della prima rappresentazione del 1913. Diretto da Daniel Oren e con la regia di Gianfranco De Bosio, il capolavoro verdiano andrà in onda in diretta 3D dall’Arena di Verona, in collaborazione con Sky Classica e Sky  3D  sabato 23 giugno alle ore 21.15
Italia e Cina sono due Paesi dalle antiche civiltà che s’incontrarono nella storia: dalla  “via della seta” di  Marco Polo, a Matteo Ricci che contribuì agli scambi culturali tra Oriente ed Occidente. Negli ultimi quarantanni si sono riallacciati e intensificati  gli scambi umanistici. Quali sono secondo te i punti d’incontro tra le due civiltà?

Questa è una domanda molto interessante: io, come cinese, ho una cultura completamente legata al mio Paese. Sono arrivata in Italia nel 1999 e da dieci anni abito qui. Trovo molti punti in comune tra le due culture soprattutto per ciò che riguarda la famiglia innanzitutto come valore e poi i legami che esistono tra le stesse; come in Cina dove i vincoli tra nuclei famigliari perdurano da  secoli.  Quando nel XX° secolo venne introdotta l’Opera occidentale, italiana in particolare si è rafforzato l’incontro delle due culture; con la Rivoluzione Culturale il partito Comunista condannò come “erba cattiva” l’Opera Occidentale. Fortunatamente, nella seconda metà degli anni ’70 l’opera lirica è tornata a nuova vita.
Come nasce il desiderio di avvicinarsi all’Opera per un giovane cinese?
Prima di entrare nel Conservatorio della mia Città studiavo canto popolare cinese, in seguito venni “folgorata” dalla voce di Mirella Freni nella Boheme di Puccini e poi dall’ascolto di Traviata, ricordo che mi commossi fino al pianto. E’certamente un’arte lontanissima dalla mia cultura, ma le emozioni che suscita sono enormi, è un linguaggio universale comprensibile a tutte le persone sensibili anche se prive di un’educazione musicale. L’altezza o intonazione di una sillaba è un carattere distintivo nella lingua cinese.
Questo secondo te è utile nell’apprendimento della musica?
Non mi sono mai posta questa domanda, ma credo di sì. La Cina è molto grande e in ogni città si parla un dialetto, anche se il mandarino è la lingua ufficiale. Ogni sillaba vuole un altezza del suono diversa poiché può cambiare  il significato della parola. Noi abbiamo l’abitudine di ascoltare il suono nel parlato e siamo attenti al cambio d’intonazione.
Come ha reagito la tua famiglia alla tua scelta di dedicarti al canto?
Mio padre è un medico e mia madre un’insegnante.quando a diciotto anni entrai in Conservatorio mio padre era perplesso, ma mi vide determinata e dopo una discussione trovammo un’intesa. Ora, ovviamente,  sono orgogliosi della mia carriera.

E’ stato un percorso difficile per te l’apprendimento dell’italiano?
Quando sono arrivata in Italia non parlavo l’italiano. La mia prima opera fu Tosca e imparai servendomi del dizionario, poi piano piano negli anni ho appreso la vostra lingua.
Sei nata a Xi ‘An (Scian) una delle quattro grandi Capitali antiche della Cina. Che legame hai con la tua città?
Io amo moltissimo Xi’An, è antichissima e ricca di storia. Ha avuto tredici imperatori ed è famosissima per il sito  funerario dell’Esercito di terracotta. E’ circondata da diverse montagne e da sette fiumi. Qui sono nati molti intellettuali, artisti e scrittori importanti per la storia. La specialità culinaria sono i ravioli a vapore confezionati in diverse forme.
Qual è il piatto che consiglieresti?
Oh..Tantissimi. A Xi’ An, oltre ai ravioli, sono rinomati i  “Li an pi” dei tortelli  piccolissimi. Io cucino sempre cinese, anche perché non so preparare nulla della cucina italiana.
Da poco hai festeggiato il compleanno: dunque sei una  Gemelli, che all’oroscopo cinese corrisponde a…?
In Cina l’oroscopo di si calcola in base all’anno di nascita e il mio è….Il topo.  Sinceramente non ho mai approfondito l’argomento Mi è stato detto che è  un bel segno!
Si dice che per la donna Gemelli l’uomo ideale deve essere benestante, curato raffinatoe deve fare bellissimi regali. E’così?
Ah….questo non lo sapevo! …Ma certo che amerei un uomo bello. Chi non lo vorrebbe!
E gli uomini italiani come li trovi?
E’ sicuramente il più bello!
Come concili la tua vita sentimentale con il lavoro?
Io sono sposata con con l’opera.Con la vita che conduco, sempre in viaggio ho difficoltà a coltivare una relazione. Spero  un giorno di incontrare qualcuno che mi  sappia capire e seguire.


La spiritualità quanto conta nella tua vita?
Non ho ricevuto un’educazione religiosa perché in Cina la Rivoluzione Culturale proibiva ogni culto religioso, ma in Italia ho iniziato a conoscere il Cristianesimo, anche perché cantavo il repertorio sacro. Questo mi ha permesso di avvicinarmi a Dio e a poco, a poco la preghiera è diventata un’esigenza. Gesù, la Madonna mi aiutano e mi rivolgo a loro ogni volta che devo  entrare in scena. Non mi hanno mai abbandonata.
Sei superstiziosa?
Per nulla.
Però la fortuna conta molto per la carriera, non pensi?
Sì, un cantante ha sciuramente bisogno di molta fortuna: deve avere una voce bella,una sensibilità per la musica, la capacità di cantare in diverse linguee anche incontrare le persone giuste.
Che ricordo hai dei primi giorni a Verona?
Quando sono arrivata in Italia a Verona per la prima volta nel 1999 è stato per me una grande emozione. Ho visto l’Arena e mai avrei immaginato un teatro così grande, ancor meno che ci avrei cantato. Ora sono sette anni che canto qui all’Arena.
Dei cantanti del passato con chi ti sarebbe piaciuto cantare?
Amo moltissimo la Callas. Parlando di tenori, avrei cantato con grande piacere con Carlo  Bergonzi e Franco Corelli.