Arena di Verona: “Carmen”

Fondazione Arena di Verona – 90° Festival 2012
“CARMEN”
Opéra-comique in quattro atti
Libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy
Musica di Georges Bizet
Carmen NADIA KRASTEVA
Micaela ERMONELA JAHO
Frasquita ELENA BORIN
Mercedes MILENA JOSIPOVIC
Don José BRANDON JOVANOVICH
Escamillo DEYAN VATCHKOV
Dancairo GABRIELE RIBIS
Remendado ANTONIO FELTRACCO
Zuniga JOSÉ ANTONIO GARCIA
Morales FEDERICO LONGHI
Coro e Orchestra dell’Arena di Verona
Coro voci bianche A.Li.Ve.
Direttore Julian Kovatchev
Direttore voci bianche Paolo Facincani
Regia e scene Franco Zeffirelli
Costumi Anna Anni
Primi ballerini ospiti Rosa Zaragoza/Josè Porcel/ Lucia Real
Balletto spagnolo di Lucia Real & El Camborio
Compagnia di flamenco Claudia Cosentino
Verona, 10 agosto 2012

In merito alla decima replica della “Carmen” di George Bizet, il 90° Festival, potremmo fare riferimento a precedenti recensioni pubblicate qui su GBopera. Lo spettacolo, sebbene alleggerito ma non positivamente, rimane fedele alla concezione originale del regista e scenografo Franco Zeffirelli, della costumista Anna Anni e del coreografo El Camborio. La riduzione delle scene che veniva segnalata nelle precedenti recensioni, per chi scrive non è stata riscontrabile, in quanto alla per la prima volta assisto a questa Carmen. Si è comunque notato un primo atto alquanto scarno rispetto ai successivi. In generale, la grandiosità dell’allestimento e la cura del dettaglio di stampo cinematografico tipica di Zeffirelli sembra essere altalenante: laddove la scena è più vuota si supplisce con le masse in scena e viceversa, anche se la caratteristica tipica degli spettacoli in Arena è data proprio dall’aver tendenzialmente ricreato realisticamente  i luoghi, come da libretto. L’indubbio vantaggio è che, riducendo le scene e conseguentemente la durata degli intervalli, consente all’opera di terminare ad un orario decente.  In questa replica, abbiamo visto un cast complessivamente valido con qualche punta di eccellenza.
Nadia Krasteva è stata una buona Carmen, vocalmente apprezzabile in tutti i registri, generosa nei volumi, molto espressiva e teatrale. Il timbro è gradevole anche se nella scena di seduzione con Josè nel secondo atto, la voce perde colore, forse per concentrarsi nel suono delle nacchere che, invero, padroneggia con una certa abilità. Eccellente intepretazione quella di Brandon Jovanovich, un Don Josè vigoroso, dal timbro brunito. Ha dimostrato di dominare completamente il ruolo rendendolo credibile sotto ogni punto di vista, in particolare con una bella linea di canto, mai intrisa di eccessi veristici. Prova positiva anche per  Ermonela Jaho (Micaela) soprano albanese, che, dopo qualche esitazione iniziale, ci ha regalato un’interpretazione matura e ben cantata, con un accurato uso d i mezzevoci e pianissimi sempre timbratissimi. Deyan Vatchkov, (Escamillo) è un cantante di bella presenza, ma non particolarmente “carismatico”. Buono il volume, anche se il registro acuto non è parso sempre ben a fuoco, così come, in qualche momento l’intonazione. Piuttosto alterne le parti di fianco. Le signore Mercedes e Frasquita e i signori Dancairo e Remendato, hanno un po’ maltrattato Il bellissimo quintetto del secondo atto. Vero è che è difficile indovinare un cast nel suo totale, ma una maggiore cura anche ai ruoli “minori” aiuterebbe a lasciare impresso il ricordo di una serata memorabile! La direzione di Julian Kovatchev si conferma complessivamente valida, con colori misurati, sia nelle pagine strumentali che nella funzione di accompagnamento del canto. Restano incomprensibili certe lentezze che generano cadute di tensione e pesantezza.  Vivo succeso di pubblico in una Arena non esaurita. Foto Ennevi per Fondazione Arena