Lucca, Teatro Comunale del Giglio, Stagione Lirica 2012/2013
“TOSCA”
Melodramma in tre atti
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, da Victorien Sardou
Musica di Giacomo Puccini
Floria Tosca CARMEN SOLÌS
Mario Cavaradossi BOLDIZSAR LASZLO
Barone Scarpia GABRIELE VIVIANI
Cesare Angelotti DENYAN VATCHKOV
Il sagrestano ANGELO NARDINOCCHI
Spoletta SAVERIO BAMBI
Sciarrone MARCO INNAMORATI
Carceriere ALESSANDRO MANGHESI
Pastorello SARA FANUCCI
Orchestra della Toscana
Coro della Toscana
Coro di voci bianche Cappella Santa Cecilia di Lucca
Direttore Julian Kovatchev
Maestro del coro Marco Bargagna
Maestro del coro di voci bianche Sara Matteucci
Regia, luci Renzo Giacchieri
Scene Sormani-Cardaropoli S.r.l.
Lucca, 29 settembre 2012
Puccini torna sulla scena della sua natia Lucca con Tosca, titolo che mancava da un decennio dai cartelloni del Teatro del Giglio, un ambiente raccolto le cui dimensioni permettono e allo stesso tempo impongono di realizzare allestimenti “camerali”. Questa produzione tutta lucchese dell’opera romana per eccellenza di Puccini spicca innanzitutto per la proposta delle storiche scene realizzate dai laboratori Sormani di Milano e qui curate da Marzio Cardaropoli che appaiono sempre teatralmente valide. Ecco dunque, in uno spazio seppur raccolto, che rivivono gli ambienti della Roma dei Papa-Re in tutta la loro solennità, al cui interno s’inserisce una regia, firmata da Renzo Giacchieri, che sa sfruttarne diligentemente ogni capacità rendendo l’azione sempre fruibile. Regia che propone, tra l’altro, anche una diversa interpretazione della morte di Cavaradossi: il plotone di esecuzione spara a salve ma, tra le mura degli spalti di Castel Sant’Angelo, Spoletta con un colpo di pistola ferisce a morte alle spalle Cavaradossi che, impersonato da Boldizsar Laszlo, si caratterizza come un personaggio coinvolto e convincente senza eccedere in sproporzionati movimenti. Affascinante il timbro sfumato della voce che tuttavia si rivela spesso poco efficace nel registro medio-alto, ma che garantisce ottime modulazioni e momenti di profondo pathos. Al suo fianco la Tosca di Carmen Solìs. Dotata di uno strumento vocale non eccelso, piuttosto fragile nei centri e con emissioni spesso “sbiancate”, la Solìs riesce però con intelligenza a venire a capo della difficile parte, tratteggiando una Tosca ricca di tutte quelle sfaccettature che rendono affascinante il personaggio. Valido anche lo Scarpia di Gabriele Viviani che con un chiaro timbro baritonale offre sfumature ammirevoli in un personaggio nel quale risaltano, oltre all’arcinota perfidia, anche l’astuzia e il combattimento interiore tra lo spirito e la carne che emerge in tutta la sua drammatica evidenza nel Te Deum. Angelo Nardinocchi è un Sacrestano i cui caratteri caricaturali sono ben resi sia dal punto di vista teatrale sia da quello vocale. Buone e comunque sempre soddisfacenti le prove degli altri personaggi secondari: l’Angelotti di Deyan Vatchkov, lo Spoletta di Saverio Bambi, lo Sciarrone di Marco Innamorati e il carceriere di Alessandro Manghesi, mentre il pastorello dietro le quinte di Sara Fanucci si contraddistingue per un canto che ben si fonde con la morbidezza strumentale dell’alba ad apertura del III atto. La direzione di Julian Kovatchev garantisce (seppur nel limite di un ridotto organico orchestrale a causa del poco spazioso golfo mistico) momenti di concitata grandiosità sonora e ampi respiri melodrammatici, sottolineando nei passaggi di maggior rilievo la forza drammatica con un’espressività tangibile: una prova ottima, ma è un vero peccato constatare alcune sbavature, soprattutto nell’introduzione orchestrale di “E lucevan le stelle”. Ottimo il Coro della Toscana preparato da Marco Bargagna: nel II atto, in primis, ha offerto una polifonia netta, di limpida scorrevolezza e la cui orgogliosa presenza non ha scavalcato quella dei protagonisti. A conclusione della presente recensione non si può dimenticare l’ottimo contributo del Coro di voci bianche della cittadina Cappella Santa Cecilia guidato da Sara Matteucci. Foto Andrea Simi per il Teatro del Giglio di Lucca