Marsiglia, Teatro dell’Opéra
Orchestre Philharmonique de Marseille
Direttore Pinchas Steinberg
Pëtr Il’ič Čajkovskij: Serenata in do maggiore per archi op.48
Dmitrij Šostakovič: Sinfonia nr.10 in mi minore op.93
Marsiglia, 23 febbraio 2013
L’orchestra Filarmonica di Marsiglia con la direzione del Maestro Pinchas Steinberg ha offerto un concerto di musica russa: il programma prevedeva due compositori dalla scrittura molto differente. Il romantico Caijkovskij con “Serenata per orchestra d’archi”, e il contemporaneo Šostakovič con la monumentale “ Decima Sinfonia”. Il M° Steinberg, reduce dal successo ottenuto con la Elektra di Strauss, anche in questa occasione non ha mancato di evidenziare il tocco sensibile della sua direzione. L’orchestra, già adusa alla sua direzione, ha immediatamente risposto alla ricercatezza di Steinberg. I primi accordi larghi e sonori, con morbidezza e autorità, trasmettono le atmosfere specifiche della scrittura di Cajkovskij. Il quartetto dell’orchestra trovava con efficacia una rotondità ed una profondità del suono anche in painissimi portati all’estremo. La scelta dei tempi è sempre giusta, mai trascinati nei movimenti lenti, né troppo rapidi in quelli vivi, permettono completa libertà nell’eseguire le note ed estrema pulizia negli staccati dei violini. Nulla disturba l’atmosfera russa che impregna tutta l’opera, dove emergono i temi folkloristici come nella “berceuse”eseguiti con delicatezza, come nel valzer interpretato con eleganza e leggerezza. Qui il canto dell’ultimo movimento sembra arrivare da una terra lontana e introduce una danza gioiosa dove i pizzicati dei violini imitano il suono delle balalaike. Tutta questa “Serenata” sembra essere eseguita con un solo archetto su un solo strumento e permette a noi di apprezzare la padronanza e la musicalità del Maestro Pinchas Steinberg.
Con la “Decima Sinfonia” di Dmitrij Šostakovič ci siamo inoltrati in un’atmosfera totalmente diversa. É una partitura autobiografica che Šostakovič compose subito dopo la morte di Stalin e in qualche modo ci racconta la sua e la vita di tutti i russi che soffrirono durante quel regime totalitario che lo aveva isolato. Bandito da Stalin, trasmette in questa partitura la desolazione della sua anima di artista. caduto in disgrazia. Tutti i suoi anni di tristezza e di profonda solitudine si ritrovano in questa musica, una sinfonia scritta in maniera poco convenzionale dove gli strumenti solisti della piccola armonia si rispondono riprendendo ogni tema in un lungo dialogo. Una particolarità sta nell’uso degli acronimi musicali: il nome del compositore ritorna nel tema di quattro note, di cui la trascrizione in lettere tedesche è DSCH. Ritorna anche il nome dell’ allieva di cui era innamorato, Elmira con le lettere EAEDA suonate dal corno e incrociantesi con quelle del compositore.
Il primo assolo del clarinetto, che suona come un lamento, esprime lo stato di depressione del compositore. Il primo movimento ci fa percepire questo peso, questa tristezza, attraverso questo motivo che ritorna in modo ossessivo. Pinchas Steinberg ottiene una sonorità omogenea, rotonda e profonda in ogni movimento, sia per trasmettere tristezza, ironia , violenza, che allegria. La visione che ha del suono si manifesta nei difficili passaggi del solo per fagotto, a quello per clarinetto, oboe , corno, flauto, per concludere con il corno inglese negli incatenamenti perfettamente intonati. Questa stessa profondità è mantenuta negli accordi degli archi, che scendono come lame fendenti quando cita Stalin, con tutta la potenza dell’orchestra che così descrive il sistema di una dittatura che si impone. Veramente grandioso! In questo lavoro, intriso di pessimismo, trovano anche spazio la speranza e la gioia riemergono, come con la promessa di giorni migliori. La morte del dittatore porta alla serenità, anche se l’oboe sembra porci una domanda: tutto ciò durerà?
I gesti precisi del Maestro lasciano affiorare ogni strumento, è una direzione sobria, esaltata a momenti, senza eccessi lascia passare le emozioni volute dal compositore, anche i momenti più forti risultano nella giusta espressione, senza asprezze. Questo è il risultato di una collaborazione dove direttore e orchestra suonano in un unisono di vibrazioni, lasciando il pubblico in un’estasi di emozioni provocate dai cinquanta minuti di una musica intensa. É un immenso successo per il maestro Pinchas Steinberg, che ha portato con questo concerto l’orchestra ad un grado di indimenticabile eccellenza.