Gala Svetlana Zakharova

Parma, Teatro Regio, ParmaDanza 2013
“GALA SVETLANA ZAKHAROVA”
 “Tristano e Isotta” Pas de deux
Coreografia Kristof Pastor
Musica Richard Wagner
Interpreti Svetlana Zakharova, Andrej Merkur’ev
“Le fiamme di Parigi” Pas de deux
Coreografia Vasilij Vajnonen
Musica Boris Asaf’ev
Interpreti Anastasija Staškevič, Dmitrij Zagrebin
“Plus. Minus. Zero”
Coreografia Vladimir Varnava
Musica Arvo Pärt
Interpreti Svetlana Zakharova, Vladimir Varnava
“Giselle” Pas de deux dal II atto
Coreografia Jean Coralli, Jules Perrot, Marius Petipa
Musica Adolphe Adam
Interpreti Anna Ol, Semën Veličko
“Les Bourgeois”
Coreografia Ben Van Cauwenbergh
Musica Jacques Brel
Interprete Denis Untila
“La morte del cigno”
Coreografia Mikhail Fokin
Musica Camille Saint-Saëns
Interprete Svetlana Zakharova
“Distant Cries”
Coreografia Edwaard Liang
Musica Tomaso Albinoni
Interpreti Svetlana Zakharova, Andrej Merkur’ev
“Feeling Good”
Coreografia Denis Untila
Musica Nina Simone
Interprete Denis Untila
“Illusive Ball”
Coreografia Dmitrij Brjanzev
Musica Frédéric Chopin
Interpreti Anna Ol’, Semën Veličko
“Scream and Smile”
Coreografia Vladimir Varnava
Musica Carl Friedrich Abel
Interprete Vladimir Varnava
“Acque di primavera”
Coreografia Asaf Messerer
Musica Sergej Rakhmaninov
Interpreti Anastasija Staškevič, Dmitrij Zagrebin
“Gopak”
Coreografia Rostislav Zakharov
Musica Vasilij Solov’ëv Sedoj
Interprete Dmitrij Zagrebin
“Revelation”
Coreografia Motoko Hirayama
Musica John William
Interprete Svetlana Zakharova
Parma, 12 maggio 2013
Svetlana chiama e Parma risponde accorrendo in gran numero. Dopo quelle del 2006 e del 2008, questa è stata la terza serata di Gala che la celebre étoile ha tenuto in occasione di ParmaDanza. Svetlana Zakharova, dopo aver conseguito il diploma all’Accademia Vaganova di San Pietroburgo, debutta con la Compagnia del Teatro Mariinsky per poi passare al Balletto del Teatro Bolshoi di Mosca nel corso del 2003. Oggi è una delle ballerine più amate e richieste al mondo: étoile al Teatro alla Scala – dove attualmente predilige un repertorio più narrativo (lo scorso anno con Marguerite and Armand di Frederick Ashton mentre quest’anno sarà la volta de L’histoire de Manon di Kenneth MacMillan) nella consolidata partnership con Roberto Bolle – ed étoile al Teatro Bolshoi, col quale si appresta ad inaugurare una prestigiosa tournée alla Royal Opera House di Londra nel mese di agosto, dove ballerà Lago, Bella addormentata, Bayadère e Jewels.
Per chi ha già assistito a queste serate, a Parma e non, le sorprese sono state ben poche. Partiamo da ciò che ha danzato Svetlana Zakharova. La diva ha ovviamente “giocato in casa”, scegliendo per sé brani arcinoti e volti a valorizzare le qualità che ben conosciamo. Ha aperto la serata Tristano e Isotta, duetto di Kristof Pastor sulle note del Liebestod dal Tristan und Isolde di Richard Wagner, danzato dalla Zakharova insieme ad uno dei suoi partner d’elezione, Andrej Merkur’ev, primo solista del Teatro Bolshoi. È una coreografia che non ci è mai piaciuta. E, purtroppo, ogni volta che la vediamo… ci convince sempre meno, perché molto “epidermica” nel tradurre in gesto quello che dovrebbe rappresentare il climax di questo famosissimo amore. Certo, consente alla Zakharova di sfoggiare la sua proverbiale tecnica à la Guillem ma il resto rimane evanescente. A certi ruoli un po’ borderline cui la Guillem si è accostata, come Bye di Ek, ci ha rimandato Plus. Minus. Zero – da poco rappresentato per la prima volta al Bolshoidi Vladimir Varnava che per l’occasione si è esibito insieme alla Zakharova, che qui si presenta coi capelli raccolti a treccia e in un dimesso abitino giallo: è un brano basato su gesti scanditi e angolari ma non privo di interessanti spunti interpretatavi che entrambi hanno reso al meglio. Ancora la coppia Zakharova – Merkur’ev è stata protagonista di Distant Cries di Edwaard Liang, bellissimo duetto sull’incomunicabilità. Alla languida raffigurazione de La morte del cigno di Mikhail Fokin, ha fatto seguito Revelation di Motoko Hirayama. In questo assolo del 2006 creato appositamente per lei, Svetlana Zakharova è stata incredibile. Non solo tecnicamente, ché con le sue lunghissime gambe sembra davvero voler ghermire lo spazio che la circonda, ma anche interpretativamente: fredda e tagliente nello sguardo come nella mimica, tiene in pugno lo spettatore con la stessa facilità con cui si afferra alla sedia che le è compagna in questo numero. Un repertorio in massima parte contemporaneo, quindi: chi si aspettava Kitri e Medore varie, è tornato a casa a bocca asciutta.
Il resto si è districato tra alti e bassi. Anna Ol’, solista del Teatro Stanislavskij, e Semën Veličko, solista del Teatro di Novosibirsk, hanno danzato il pas de deux dal secondo atto di Giselle. Che senso abbia proporre un brano simile in una serata di gala, completamente avulso dal contesto, non lo capiremo mai. A parte questo, si è messo in luce soprattutto Veličko per presenza e qualità del salto. Gli stessi sono stati anche protagonisti di Illusive Ball di Dmitrij Brjanzev, coreografia oleografica e stantia, con tanto di costumino vaporoso e fiore tra i capelli per l’interprete femminile. La verve, in entrambe le esibizioni, è stata posticcia e stucchevole.
Ad Anastasija Staškevič, prima solista del Bolshoi, e Dmitrij Zagrebin, primo ballerino del Teatro Stanislavskij, è stata affidata la classica pagina “strappa applausi” della serata: il pas de deux da Le fiamme di Parigi nella versione di Vasilij Vajnonen. Zagrebin, dal ballon davvero sorprendente, è stato molto bravo, inanellando un’eccellente serie di virtuosismi. Non a caso, è stato anche il protagonista dell’assolo Gopak, ispirato alla tipica danza ucraina, nella coreografia di Rostislav Zakharov, distinguendosi ancora una volta per l’ottima qualità del salto. La Staškevič non si è rivelata allo stesso livello del partner (la diagonale sur pointe è stata proprio “tirata via”) ma si è comportata dignitosamente, variando anche la serie di fouetté esibendone uno doppio ogni due. È stato molto piacevole anche poter rivedere Acque di primavera, forse la più famosa fra le poche coreografie di Asaf Messerer, perché ancora freschissima e leggera.
Resta da dire di Feeling Good di Denis Untila, solista dell’Aalto Ballet Theatre di Essen, e di Scream and Smile di Vladimir Varnava, assoli danzati dai loro stessi creatori. Pezzi molto corporei che hanno posto l’accento su un’espressività marcata. Untila è stato anche applauditissimo interprete del celebre Les Bourgeois di Ben Van Cauwenbergh. Teatro strapieno e molti consensi per tutti. I più calorosi sono andati ovviamente a Svetlana Zakharova che, come già detto prima, tornerà in Italia a novembre per interpretare Manon alla Scala. Foto Roberto Ricci – Teatro Regio di Parma.