Daniele Gatti e la Mahler Chamber Orchestra

Verona, Teatro Filarmonico, XXII edizione del Settembre dell’Accademia
Mahler Chamber Orchestra
Direttore Daniele Gatti
Baritono Matthias Goerne
Richard Wagner: Idillio di Sigfrido
Gustav Mahler:Rückert – Lieder
Ludwig Van Beethoven:Sinfonia n. 3 in Mi bemolle maggiore “Eroica”
Verona, 2 ottobre 2013
Replica a Verona il concerto tenutosi il primo di ottobre per l’inaugurazione della centocinquantesima stagione della Società del Quartetto di Milano, protagonista la Mahler Chamber Orchestra diretta da Daniele Gatti.  Per chiarire il significato della dicitura “chamber orchestra” non v’era scelta più azzeccata dell’Idillio di Sigfrido, pagina ricca di sfumature spesso più quartettistiche che orchestrali sebbene molte volte eseguita in maniera piuttosto standardizzata finendo per risultare stucchevole. L’approccio di Gatti è invece tutt’altro, la lettura delicata e rifinita tratteggia alla perfezione il carattere fondamentalmente intimistico e affettivo del brano mettendone in luce gli aspetti di cameristico gioco tra le voci e privilegiando la chiarezza di tutte le linee piuttosto che una corposità sonora eccessivamente conforme a uno stereotipo wagneriano che non le appartiene. Il tempo non eccessivamente lento e la scelta di attaccare in una rarefatta sonorità di pianissimo piuttosto che in piano come scritto in partitura indicano fin dall’inizio la volontà di imboccare tale direzione interpretativa, a nostro avviso assolutamente vincente. Conditio sine qua non dell’operazione è un’orchestra che –come la MCO- disponga di un’attitudine spiccatamente cameristica nel mostrare una totale comunione di intenti musicali tra ogni singolo componente. Il risultato di una lettura così poco “classica” (nel senso meno interessante del termine) è la possibilità di godere con chiarezza cristallina dell’intreccio tematico e del raffinatissimo gioco di anticipazione dei frammenti melodici, graditissima poiché inusuale sorpresa per gli habitué della celebre pagina composta da Wagner nella triplice occasione di festeggiamento familiare per la nascita del figlio, il compleanno della moglie e il loro recente matrimonio (riparatore).
Seguono, in chiusura della prima parte, i Rückert – Lieder di Gustav Mahler. L’attitudine direttoriale a un lirismo intimistico non cambia nella pregevole (e di raro ascolto) messa in musica di sei testi del poeta e intellettuale tedesco Friedrich Rückert. La composizione è pervasa da un crepuscolare sentimento di malinconia di sapore ancora romantico, cui si contrappone una visione più positivisa e prettamente mahleriana, in una sorta di rimpianto -che è però anche contemplazione- di una vita fatta di emozioni semplici e immagini oniriche. Liebst du um Schönheit tratta di un amore trasognato e infantile, Blicke mir nicht in die Lieder! è malizioso (il titolo significa “non spiare nelle mie canzoni!”) ma tenero nel delineare la fragilità di una bellezza che non va osservata prima che abbia raggiunto la sua totale compiutezza, Ich atmet’ einen linden Duft ci riporta all’amore fatto di piccoli gesti come il dono di una ramo profumato di tiglio. Ich bin der Welt abhanden gekommen e Um Mitternacht, forse le più ispirate tra le cinque brevi composizioni, hanno come soggetto  -forieri di una tematica schubertiana – il viandante che percorre le strade del mondo per poterne contemplare la bellezza con un distacco che lo rende “morto al mondo”, e la notte come momento di fusione del turbamento umano con la pace e l’immutabile perfezione della natura. Straordinaria è stata la prova del baritono Matthias Goerne, voce dal timbro corposo ma straordinariamente duttile e proiettato nel piano e pianissimo, caratterizzata da acuti cristallini di una morbidezza che lo rendono degno erede del suo leggendario maestro Dietrich Fischer-Dieskau.
Il concerto si chiude con l’esecuzione della Sinfonia n. 3 in Mi bemolle maggiore “Eroica” di Beethoven: la lettura di Gatti è energica ed appassionata, i tempi veloci sono in linea con l’approccio filologico, l’intesa con le sezioni orchestrali è perfetta. Anche in questo caso il pubblico ha la possibilità di ascoltare un’esecuzione particolarmente ricca di dettagli spesso lasciati in secondo piano, a partire dalle complessità dell’aspetto contrappuntistico del secondo e del quarto movimento. Proprio in quest’ultimo, Allegro molto, l’abile mano di Gatti definisce con chiarezza la peculiare bitematicità di questo movimento a variazione libera: il primo movimento si presenta inizialmente pizzicato dagli archi e si rivelerà essere non essere altro che la linea di base su cui si costruiranno le variazioni. L’ingresso del secondo tema, scandito dai fiati, porta a una marcia in tonalità minore che a sua volta sfocerà nella sezione centrale del Poco adagio prima di ricondurre al trionfale e festoso finale, in cui la MCO sorprende mostrando le sue potenzialità in fatto di ampiezza volume nonostante l’organico piuttosto ridotto, confermando ancora una volta la qualità di ogni singolo componente. Il particolare affiatamento della sezione dei legni, impegnatissimi nella pagina beethoveniana, si asservisce perfettamente alle scelte di Gatti tratteggiando anche le più piccole sfumature timbriche e raggiungendo un livello di precisione intonativa ed intenzione musicale raramente ascoltate. Grandissimo successo della serata e tripudio di applausi per Daniele Gatti e la Mahler Chamber Orchestra.