Bergamo, Teatro Donizetti – Bergamo Musica Festival 2013
“LA FINTA SEMPLICE”
Opera buffa in due atti per sei voci, coro e orchestra su libretto di Carlo Goldoni
Musica di Michele Varriale
Rosina, baronessa ungherese ERIKA TANAKA
Fracasso, capitano ANDREA BISCONTIN
Ninetta, cameriera PAOLA VALENTINA MOLINARI
Donna Giacinta ELISA MAFFI
Don Polidoro AMBROGIO DE MAURI
Don Cassandro, ricco terrazzano STEFANO MENEGALE
Orchestra del Conservatorio di Musica “G. Donizetti” di Bergamo
Coro del Conservatorio di Musica “G. Donizetti” di Bergamo
in collaborazione con il Coro del Bergamo Musica Festival
Direttore Paolo Belloli
Maestro del coro Fabio Tartari
Regia, scene e costumi Paolo Andreoni
Con la collaborazione degli allievi della Scuola Caterina Caniana di Bergamo
Nuova produzione Bergamo Musica Festival
Prima esecuzione
Bergamo, 24 Novembre 2013
“LA FINTA SEMPLICE”
Opera buffa in due atti per sei voci, coro e orchestra su libretto di Carlo Goldoni
Musica di Michele Varriale
Rosina, baronessa ungherese ERIKA TANAKA
Fracasso, capitano ANDREA BISCONTIN
Ninetta, cameriera PAOLA VALENTINA MOLINARI
Donna Giacinta ELISA MAFFI
Don Polidoro AMBROGIO DE MAURI
Don Cassandro, ricco terrazzano STEFANO MENEGALE
Orchestra del Conservatorio di Musica “G. Donizetti” di Bergamo
Coro del Conservatorio di Musica “G. Donizetti” di Bergamo
in collaborazione con il Coro del Bergamo Musica Festival
Direttore Paolo Belloli
Maestro del coro Fabio Tartari
Regia, scene e costumi Paolo Andreoni
Con la collaborazione degli allievi della Scuola Caterina Caniana di Bergamo
Nuova produzione Bergamo Musica Festival
Prima esecuzione
Bergamo, 24 Novembre 2013
“La finta semplice”, opera buffa su libretto di Carlo Goldoni e musica di Michele Varriale, costituisce il terzo ed ultimo pannello che, nel contesto della corrente edizione del Bergamo Musica Festival, reintroduce il Teatro delle Novità (ulteriori informazioni qui).
Nelle note di sala, Varriale spiega che: “l’opera nasce all’insegna di una moderna rivisitazione della grande tradizione lirica italiana, proponendosi come brioso rincorrersi di figure buffe che ruotano intorno allo “scherzo d’amore” scritto dal commediografo veneziano. Così come il testo utilizza toni talora buffi e talora seri per mostrare i sentimenti alterni che animano i personaggi alle prese con le proprie passioni, così anche la partitura sorprende nell’accostamento di melodie pulite e morbide con figurazioni più animate e giocose, dando così vita a una miscela equilibrata di sentimento ed umorismo, dove la tradizione si sposa con la modernità”. Durante l’ascolto della composizione, si notano moltissime influenze musicali, fra le più disparate, che rendono l’insieme un pastiche di generi: riecheggiano le melodie popolari ed il Settecento; ritmi di valzer viennesi si alternano a concertati in stile rossiniano; momenti diffusi strizzano l’occhio (e nemmeno velatamente) a Puccini, per arrivare al musical e all’atmosfera da colonna sonora che caratterizzano, ad esempio, l’apertura del secondo atto. Il tutto appare “cucito” con un insolito effetto patchwork (il compositore stesso parla di “sgangherate citazioni”) che trasmette inevitabilmente un senso di raffazzonato, nonostante Varriale esibisca innegabili doti di scrittura.
Questa nuova produzione nell’ambito del Progetto didattico “La Scuola all’Opera” porta la firma di Paolo Andreoni che ne cura regia, scenografia e costumi. Andreoni denuda il palcoscenico del Teatro Donizetti, eliminando fin l’ultimo degli orpelli, per mostrare (e dimostrare) al pubblico di giovanissimi, la magia del teatro dal punto di vista di chi, il teatro, lo fa e lo vive in prima persona. Tutti i vani, le quinte, gli attrezzi che muovono l’azione sono messi in bella vista: nessun fondale a nascondere l’ingresso posteriore del palcoscenico, così come il sistema di corde e carrucole che sollevano i sipari si rivela agli occhi di chi sta in sala. I pochi oggetti, invero spartani, presenti all’appello sono strettamente essenziali allo svolgimento della storia, come pure i costumi, di fattura semplice e di stampo clownesco, realizzati con la collaborazione degli allievi della Scuola Caterina Caniana di Bergamo. I personaggi compaiono e scompaiono in ogni angolo del palco, occupando e sfruttando l’intero spazio: dal fondo, dalle quinte, in proscenio, fra i membri dell’orchestra, su e giù per la buca del maestro rammentatore, luogo segreto e perciò avvolto da un fascino misterioso. Questo tipo di approccio concettuale, nella sua estrema immediatezza, contribuisce a diminuire ulteriormente la distanza fra spettacolo e spettatori, risultando ben definito nella funzione educativa e propedeutica che sottende l’intero progetto scenico e musicale.
Il cast degli interpreti, composto dai vincitori della audizioni 2013 del Bergamo Musica Festival, fa leva su voci giovani (ad eccezione del calamitoso Don Polidoro di Ambrogio De Mauri) e, in alcuni casi, piacevoli. Spigliata e disinvolta nella recitazione, Paola Valentina Molinari disegna una Ninetta speziata e vocalmente a fuoco. Erika Tanaka è una Rosina appena abbozzata, con un registro acuto e sovracuto abbastanza sicuro, ma molto debole nel resto della gamma. Elisa Maffi nei panni di Donna Giacinta apporta la giusta dose di malinconia attraverso un canto corretto e discretamente sfumato. Solo positiva la prova di Stefano Menegale (Don Cassandro), più dal punto di vista scenico che da quello vocale e, un gradino sotto, il Fracasso di Andrea Biscontin, il cui lodevole impegno gli procura un moto di simpatia da parte del pubblico.
Molto buono l’esito ottenuto dall’Orchestra del Conservatorio di Musica “G. Donizetti” di Bergamo, diretta da Paolo Belloli. Foto per gentile concessione del Bergamo Musica Festival
Molto buono l’esito ottenuto dall’Orchestra del Conservatorio di Musica “G. Donizetti” di Bergamo, diretta da Paolo Belloli. Foto per gentile concessione del Bergamo Musica Festival