Juan Diego Flórez in concerto alla Scala

Milano, Teatro alla Scala – Recital di canto 2013
Tenore Juan Diego Flórez
Pianoforte Vincenzo Scalera
George Friedrich Händel: da “Semele”- Where’er you walk – I must with speed amuse her
Gioachino Rossini: da Péchés de Viellesse: La lontananza – Mi lagnerò tacendo (Bolero) – Addio ai viennesi (Da voi parto, amate sponde)
Vincenzo Bellini: La ricordanza
Giacomo Meyerbeer: da “Il Crociato in Egitto” – Popoli dell’Egitto
Gabriel Fauré: Nell op. 18 n. 1 – Après un rêve op. 7 n. 1
Reveriano Soutullo Otero – Juan Vert: da “El último romántico” – Bella enamorada
Pablo Luna: da “La pícara molinera” – Paxarín, tú que vuelas
Federico Monero – Torroba: da “Luisa Fernanda” – De este apacible rincón de Madrid
Giacomo Meyerbeer: da “Les Huguenots” – Plus blanche que la blanche hermine
Gaetano Donizetti: da “Roberto Devereux” – Come uno spirito angelico
Milano, 18 Novembre 2013
A distanza di due anni esatti dalla sua ultima apparizione al Teatro alla Scala (l’ultima recita della produzione de “La donna del lago” di Rossini che lo vide impegnato ebbe luogo proprio il 18 Novembre 2011), Juan Diego Flórez ritorna al Piermarini per un recital di canto che il pubblico scaligero sigla con un tributo caloroso, corale, incondizionato e completamente scevro dalla più affettata piaggeria.
Il tenore peruviano esordisce con due arie da “Semele” di Handel. “Where’er you walk” scorre fluida ed elegante, mentre “I must with speed amuse her” costituisce una sorta di palestra per le numerose agilità che, di lì a poco, decoreranno alcuni dei brani successivi: è un vero sollievo, trattandosi di una vocalità che affonda le sue radici in epoca tardo-barocca, non dover ascoltare la solita infilata di suoni spoggiati e di gola cui il grande mercato discografico ci ha abituati nell’ultimo ventennio. Subito dopo, Flórez si cimenta in tre ariette rossiniane: “La lontananza”, “Mi lagnerò tacendo” e “Da voi parto, amate sponde”. È soprattutto nel Bolero su testo di Pietro Metastasio e nell’Addio ai viennesi che il tenore dà il meglio, prima con la brillante esecuzione di un pezzo solitamente appannaggio delle voci femminili, poi con l’espressività volutamente e marcatamente patetica che permea il secondo titolo, chiuso con un do acuto (ma ce ne saranno molti altri, durante la serata) che infiamma gli spettatori. Segue “La ricordanza” di Bellini, valorizzata da un legato prezioso.
La prima parte del recital si conclude con l’interpretazione mozzafiato di “Popoli dell’Egitto” da “Il crociato in Egitto” di Meyerbeer, un’aria ai limiti dell’incantabilità, costellata di agilità difficilissime e ripetuti salti d’ottava fino al do acuto (e persino una rapida salita al re, nel recitativo!). In tutto questo, la voce di Flórez risuona sempre ben appoggiata e proiettata, così come il dominio di una scrittura vocale tanto ostica risulta costantemente sicuro. Se qualcosa, in termini di irrisoria facilità negli estremi acuti, si è forse perso durante gli ultimissimi anni di carriera, l’emissione, in compenso, si è fatta più morbida nei centri ed il timbro più accattivante rispetto agli esordi, segno di una maturazione vocale dettata da un decorso, sia fisiologico che tecnico, del tutto naturale.
Nella seconda parte, dopo il gradevole Fauré di “Nell” e “Après un rêve” (dovuto, più che altro, per ragioni cameristiche), il tenore fa leva sulla pasión latina, proponendo tre brani in lingua spagnola, cesellati con la giusta intensità e senza alcun eccesso nell’esternazione sentimentale.
Mentre ci si avvia al termine del programma ufficiale, Flórez ritorna a Meyerbeer ed al suo particolarissimo stile compositivo, per deliziare tutti i presenti con “Plus blanche que la blanche hermine” da “Les Huguenots”. A fronte di un accompagnamento scarno, sebbene suggestivo, quest’aria nasconde principalmente due pesanti ostacoli: l’impiego di frasi molto lunghe, faticose da sostenere, e la tessitura, invero acuta, che la caratterizza (senza considerare i numerosi tranelli d’intonazione disseminati per tutto il brano). Ancora una volta, il cantante, certo di una salda preparazione tecnica, trasforma la composizione in uno showcase della propria bravura. A questo punto, si rende necessaria una considerazione: il virtuosismo di Flórez non possiede il vertiginoso slancio di quello d’un Blake, per intenderci, ma si definisce principalmente secondo ragioni squisitamente musicali; laddove il canto di Blake, pur spettacolare ed entusiasmante, pecca forse di un autocompiacimento fin troppo evidente.
L’ultimo titolo, come da programma di sala, è “Come uno spirito angelico” dal “Roberto Devereux” di Donizetti, scelta non certo clamorosa (anzi, quasi di basso profilo se confrontata con alcuni dei precedenti pezzi), ma da intendersi come cuscino propedeutico all’avvio dei richiestissimi encores.
Acclamato a gran voce, il tenore rientra annunciando “Au mont Ida” da “La belle Hélène” di Offenbach, seguita da “M’apparì” dalla “Martha” di Flotow. Se Offenbach evidenzia una verve delicata e spiritosa, la seconda non fa ovviamente dimenticare la famosa interpretazione di Tito Schipa, ma sortisce comunque un esito più che positivo, ad onta di una stanchezza vocale chiaramente avvertibile in alcuni suoni acuti lievemente induriti ed opachi. Prosegue con “Amapola” a cui succede, sorprendentemente, l’aria di Gaston “Je veux encore entendre ta voix” dal secondo atto di “Jérusalem” di Verdi, in un’esecuzione nel complesso riuscita.
Dopo alcune ulteriori chiamate alla ribalta, Flórez, visibilmente esausto, si lancia a capofitto, e con tutti gli onori del caso, nella stretta del rondò finale da “Il barbiere di Siviglia”, per concludere (a quota sei) questa lunga girandola di bis con “La donna è mobile”, omaggio graditissimo da un pubblico totalmente galvanizzato.Vincenzo Scalera, al pianoforte, accompagna e sorregge, respirando all’unisono con il tenore e dando prova di un mestiere che conosce poche smagliature.Un tale momento di Musica, di seria professionalità e di generosità artistica giunge quanto mai opportuno a rinfrancare animi…ed orecchie. Foto Marco Brescia © Teatro alla Scala

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