Firenze:”Madama Butterfly”

Firenze, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Stagione 2014  
MADAMA BUTTERFLY
Tragedia giapponese in tre atti (da John L. Long e David Belasco) di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
Musica di Giacomo Puccini  
Cio-Cio-San YASKO SATO
Suzuki MANUELA CUSTER
Kate Pinkerton MILENA JOSIPOVIC
F.B. Pinkerton STEFANO SECCO
Sharpless JULIAN KIM
Goro ROBERTO COVATTA
Yamadori WILLIAM CORRÒ
Lo zio Bonzo CRISTIAN SAITTA
Yakusidé DIEGO BARRETTA
Il Commissario Imperiale IVAN MARINO
L’Ufficiale del registro VITO LUCIANO ROBERTI
La madre di Cio-Cio-San SABINA BEANI
La zia ILARIA SACCHI
La cugina EUN-YOUNG JUNG
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Direttore Juraj Valcuha
Maestro del coro Lorenzo Fratini
Regia Fabio Ceresa
Scene Giada Tiana Claudia Abiendi
Costumi Massimo Carlotto
Luci Pamela Cantatore   
Firenze, 11 febbraio 2014

 Una Butterfly “essenziale” ma non per questo meno efficace. Anzi, i pochi elementi scenografici, esaltati dal colore luminoso e assoluto dello sfondo (con un effetto di infinito), conferivano alla scena un’aurea metafisica che ben si addice all’intensità del dramma e della musica. Il regista Fabio Ceresa ha saputo contrapporre le suggestioni orientali con le idee e le certezze occidentali per poi fonderle in un gioco di movimenti in cui i personaggi dell’una e dell’altra cultura risultano distanti, come lo spirito e la materia, come Cio Cio San e Pinkerton. La direzione di Juraj Valcuha è stata energica e solida nelle parti dal carattere più sinfonico (ottimo l’interludio tra secondo e terzo atto). La splendida timbrica dell’Orchestra del Maggio Musicale ha offerto una tavolozza di colori molto varia ai grandi colpi di pennello del direttore, e le ottime prime parti hanno reso con efficacia anche i momenti più intimi e delicati. Tuttavia va evidenziata una certa disattenzione di Valcuha all’equilibrio con il palcoscenico sia in alcuni tempi “rubati” di cui è costellata la partitura ma soprattutto nell’equilibrio sonoro. Infatti, i noti problemi dell’acustica del Teatro Comunale e della forma della sua buca d’orchestra, tutta esterna, si sono evidenziati in rapporto alle voci che, pur essendo tutte di buona qualità e impostazione, sono state talvolta letteralmente sommerse dallo “tsunami” di certi slanci  orchestrali.
Il coro del Maggio Musicale (diretto da Lorenzo Fratini) ha confermato la sua grande professionalità rendendo con puntuale ed efficace partecipazione la sua presenza in scena nel primo atto ma soprattutto regalando al pubblico un Coro a bocca chiusa emozionante.
Cio-cio-san è stata interpretata con bellezza, grazia ed energia dal soprano Yasko Sato, applaudita con calore tutto meritato. Bella voce, dal timbro dolce e vellutato, non grande ma ben proiettata, appoggiata con perizia tecnica nei centri, forse solo un po’ tesa negli estremi acuti. Lodiamo di lei, oltre a una recitazione di grande impatto, anche una dizione italiana assolutamente perfetta, che è stata il valore aggiunto di molti dei momenti salienti del suo ruolo, non ultima la famosa aria del secondo atto. Il tenore Stefano Secco ha messo al servizio di una resa del personaggio di Pinkerton meno arrogante e spavaldo del solito cliché, un fraseggio morbido e caldo, una zona acuta della voce dallo squillo sonoro e sicuro (ammirato sia negli slanci lirici del finale del primo atto, che in una esecuzione da manuale dell’aria del terzo atto) così come il giovane baritono Julian Kim al suo fianco ha dato al ruolo del console americano Sharpless, dalla bella ed elegante figura, una voce molto ben timbrata e un fraseggio sempre ben equilibrato e giustamente sobrio. Anche la presenza in scena di Manuela Custer nei panni di Suzuki ha contribuito a completare un quartetto di protagonisti molto armonico, grazie alla sua ottima presenza scenica che sa sostenere con intensità anche i momenti di silenzio e le contro-scene con i colleghi, oltre al bel timbro vellutato e morbido del suo strumento vocale. Nelle altre parti brilla sicuramente un’impersonificazione dell’ambigua figura di Goro davvero molto efficace da parte di Roberto Covatta, la cui voce brillante sa stare con equilibrio tra il personaggio di tipico caratterista e una figura più seria. Anche la figura elegante e di Milena Josipovic ha reso con forza il breve intervento di Kate Pinkerton, così come William Corrò è stato efficace nel ruolo del principe Yamadori. Al basso Cristian Saitta non manca il timbro scuro e la potenza vocale per rendere con sicurezza la parte dello Zio Bonzo, ma andrebbe curata di più la capacità di articolare il testo. Bravo Ivan Marino nella parte del Commissario per la sua buona declamazione e così pure lodiamo i ruoli più piccoli eseguiti con professionalità da alcuni artisti del coro: Sabina Beani (la madre), Ilaria Sacchi (la zia), Eun Young Jung (la cugina), Vito Luciano Roberti (l’ufficiale del registro, Diego Barretta (Yakusidé). Come non lodare poi la bravura del piccolissimo interprete del bambino di Butterfly, perfettamente a suo agio in scena nonostante l’età!

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