Angela Gheorghiu torna alla Scala

Milano, Teatro alla Scala –  Recital di Canto*
Soprano, Angela Gheorghiu
Pianoforte, Jeff Cohen
Jean-Philippe Rameau Le grillon / Il grillo, Jean-Paul-Égide Martini Plaisir d’amour / Piacer d’amor, Georges Bizet Chant d’amour / Canto d’amore, Gabriel Fauré Mandoline, op. 58 n. 1, Jules Massenet Élégie / Elegia, Claude Debussy Nuit d’étoiles / Notte di stelle, Fryderyk Chopin Studio n. 3 in mi magg. op. 10 “Tristesse”, Notturno n. 20 in do diesis min. op. post. per pianoforte solo, Sergej’ Rachmaninov Zdes’ chorošo! op. 21 n. 7 / Com’è bello qui!, Son, op. 38 n. 5 / Sogno, Vesennie vody, op. 14 n. 11 / Acque primaverili, George Enescu Languir me fais / Mi fai languir, Enrico Mezzetti Cântec de sirenă / Canto di sirena, Sabin Vasile Drăgoi Crizanteme / Crisantemi, Gheorghe Dima De ce nu-mi vii? / Perché non vieni da me?, Martian Negrea Mugurii / Le gemme, Béla Bartók Román népi táncok / Danze popolari romene, suite per pianoforte solo 1) Jocul cu bâta / Danza col bastone 2) Brâul / La cintura 3) Pe loc / Sul posto 4) Buciumeana / Danza del corno di montagna 5) Poargă Românească / Polka romena 6) Mărunţel / Danza veloce, Tiberiu Brediceanu Cine m’aude cântând… / Chi mi sente cantare…, Pe sub flori mă legănai / Sotto i fiori mi domando…, Bade, pentru ochii tăi… / Per i tuoi occhi, mia cara, George Ştefănescu Mândruliță de la munte / Bella signora del monte, Eduard Caudella Ochii albaştri-s drăgălaşi… / Son belli gli occhi blu
Milano, 16 Maggio 2014
* recupero del concerto del 6 Ottobre 2013

Il soprano rumeno Angela Gheorghiu torna al Teatro alla Scala, onorando così l’atteso appuntamento con un pubblico accorso in gran numero per ascoltare (e vedere) una delle più note superstar della lirica internazionale. Nella lettura della locandina di questo recital – originariamente previsto per lo scorso ottobre e poi rimandato dall’artista – ci si accorge che alcuni dei titoli oggi proposti (e persino un paio dei bis che seguiranno), furono eseguiti dalla cantante durante il concerto del suo debutto scaligero, risalente al 2006 ed immortalato su cd dalla EMI. Tale aspetto, in aggiunta all’accostamento piuttosto generico degli autori che popolano la lista dei brani, evidenzia purtroppo una compilazione del programma caratterizzata da una certa noncuranza.
La prima parte del recital – che per la cronaca verrà eseguito interamente con l’ausilio dello spartito – vede il soprano alle prese con il repertorio francese. La Gheorghiu fa il suo ingresso avvolta in un vaporoso abito di voile color champagne (la prima delle quattro mise escogitate per la serata) e, radiosa, attacca quasi con timore le prime note di Rameau. La cantante appare da subito in una forma vocale non ottimale; tuttavia, qui e soprattutto nei brani successivi, il soprano non rinuncia alle dinamiche ed al canto sfumato, cimentandosi sovente in mezzevoci e pianissimi di rara suggestione, nonostante l’intonazione degli stessi non risulti del tutto a fuoco. Chant d’amour di Bizet e Tristesse sull’arrangiamento dello Studio op.10 n.3 in mi maggiore di Chopin costituiscono le riuscite migliori di questa prima sezione, assieme al bellissimo Acque primaverili di Rachmaninov, autore al quale la Gheorghiu dedica un trittico di composizioni. È interessante e piacevole ad un tempo constatare quanto la voce di questa artista, dopo vent’anni di carriera ai più alti livelli, conservi intatto il suo fascino, tanto nella perlacea smaltatura del timbro, quanto nei riflessi argentei che da sempre caratterizzano il registro acuto (scintillante nei sol e nel si bemolle di Rachmaninov); così come desta ammirazione la gestione tuttora ragguardevole del fiato.
Nella seconda parte, la Gheorghiu veste “fisicamente” i panni di ambasciatrice della cultura della sua terra e, una volta indossatone il costume tradizionale, si produce in una serie di brani, più o meno efficaci, di autori rumeni.
Terminato il programma ufficiale, la cantante, galvanizzata dagli applausi di un pubblico caloroso, non si fa pregare e, introducendo l’aria Io son l’umile ancella, riesce perfino a “bacchettare” simpaticamente il management della Scala, “reo” di non averle ancora confezionato su misura una produzione di Adriana Lecouvreur, ruolo che il soprano ha già debuttato a Londra e, più di recente, a Vienna. La Gheorghiu si dipana dalle sensuali spire della scrittura di Cilea con tale malìa da farsi perdonare, qua e là, un paio di note non perfettamente centrate. Continua con Ideale di Tosti, seguito dall’inflazionato O mio babbino caro di Puccini, dedicato alla madre presente in sala. Il tempo di un breve Bellini da camera (Vaga luna) e il soprano prosegue con la canzone All the things you are di Hammerstein in omaggio alla nazionalità del partner Jeff Cohen, il cui infallibile accompagnamento pianistico durante tutta la serata rivela il grande affiatamento artistico tra i due. Dopo ripetute chiamate alla ribalta – rese ancora più spumeggianti dai civettuoli scambi di battute con gli spettatori – e un ulteriore tuffo nelle proprie radici con un brano rumeno in stile vagamente orientaleggiante, la nostra Angela conclude la girandola dei bis con I could have danced all night dal musical My Fair Lady, interpretata con brio e coronata da un bel do acuto.

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