“Don Pasquale” al Conservatorio “G. Verdi” di Milano

Conservatorio “G. Verdi” – Sala Verdi
Inaugurazione dell’Anno Accademico 2014/2015
“DON PASQUALE”
Dramma buffo in tre atti di Giovanni Ruffini
Musica di Gaetano Donizetti
Don Pasquale ALESSANDRO SPINA
Dottor Malatesta NICCOLO’ SCACCABAROZZI
Ernesto WANG CHUAN
Norina LUCREZIA DREI
Un notaro FILIPPO ROTONDO
Attori della Scuola del Teatro Musicale di Novara
Orchestra del Conservatorio “G. Verdi” di Milano
Coro del Laboratorio OperaStudio
Direttore Giulio Marazia
Maestro del coro Maria Grazia Lascala
Regia Laura Cosso
Scene, costumi e video a cura degli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Brera
Nuovo allestimento a cura del Laboratorio OperaStudio e del Conservatorio “G. Verdi” di Milano, in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Brera
Milano, 9 novembre 2014

È un Don Pasquale dinamico e frizzante quello che inaugura l’anno accademico 2014/2015 del Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Nell’acustica calda e generosa della grande Sala Verdi, i ragazzi tutti dell’Orchestra, del Coro del Laboratorio OperaStudio, gli attori della Scuola del Teatro Musicale di Novara, nonché gli eccellenti interpreti principali danno vita al capolavoro donizettiano con l’entusiasmo tipico di una gioventù che dimostra di essere piena di talento, oltre che coscienziosa e preparata.
La collaborazione con gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Brera porta sulla scena pochi e definiti elementi, funzionali allo sviluppo dell’azione, curata nelle indicazioni registiche da Laura Cosso. L’ambientazione negli anni 50 del secolo scorso è rievocata non solo dalla buffa sagoma di un televisore che pare uscito da uno dei primi cartoon di “Hanna & Barbera”, ma pure dai simpaticissimi costumi, fedeli alla voga di quel periodo e dalle videoproiezioni in bianco e nero, purtroppo poco chiare a causa del fondale inadatto a restituire con chiarezza le immagini.
Il Conservatorio “G. Verdi” costituisce il comun denominatore che sta alla base di ciascuna performance all’interno di questo contesto: ogni figura, dal direttore d’orchestra, agli strumentisti, ai protagonisti sulla scena, frequenta o ha frequentato uno o più corsi di laurea o di specialità qui a Milano, rendendo così questo spettacolo una piacevole partita giocata in casa.
Il Maestro Giulio Marazia dirige l’organico strumentale con encomiabile precisione, mancando appena di evidenziare con il massimo profitto le molteplici sfumature nelle dinamiche della partitura. I giovanissimi orchestrali – tra i quali spicca una sezione sorprendentemente nutrita di “quote rosa” – si producono in sonorità corpose e molto brillanti.
Sotto i riflettori, un cast vocale di notevole bravura.
Il basso Alessandro Spina è un Don Pasquale dalla vocalità scura e pastosa, la cui caratterizzazione è intrisa di una verve tale da farsi perdonare il mismatch fisico con il personaggio che la storia vorrebbe uom sui settanta, decrepito, pesante e grasso. Il baritono Niccolò Scaccabarozzi, oltre ad esibire un’aria vagamente sexy e scanzonata, canta in modo convincente, nonostante un’annunciata indisposizione. Il suo Malatesta spicca per il bel timbro e per l’irrefrenabile sillabato durante il duetto con Don Pasquale. Wang Chuan (Ernesto) possiede una voce di tenore leggero, gradevole nel colore e molto ben educata nell’emissione; il momento migliore della sua performance è la serenata al terzo atto, complice un coro – ottimamente preparato da Maria Grazia Lascala – che non esiterei a definire di strepitosa bravura. Tutti gli onori anche al notaro di Filippo Rotondo.
Resta da dire della stupefacente Norina di Lucrezia Drei, la cui svettante voce di giovane soprano, sostenuta da una tecnica già ragguardevole, le permette di volteggiare nella parte della furba seduttrice, dispensando sovracuti a piene mani (quando si dice avere certe note “in tasca”), altresì illuminando la scena con un look grazioso e sbarazzino. Al termine – ma anche durante – applausi fragorosi e tifo da stadio da parte del numerosissimo pubblico.

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