“Salome” al Teatro San Carlo di Napoli

Teatro di San Carlo – Stagione Lirica e di Balletto 2013/2014
 “SALOME
Dramma musicale in un atto dal poema di Oscar Wilde su libretto di Hedwig Lachmann
Musica di Richard Strauss
Herodes KIM BEGLEY
Herodias NATASCHA PETRINSKY
Salome ANNEMARIE KREMER
Jochanaan MARKUS MARQUARDT
Narraboth WOOKYUNG KIM
Ein Page der Herodia JURGITA ADAMONYTE
Fünf Juden KARL EBNER, ENZO PERONI, CRISTIANO OLIVIERI, ROUWEN HUTHER, KARL HULM
Zwei Nazarener ROBERT HOLZER, NICOLÒ CERIANI
Zwei Soldaten CHRISTIAN HÜBNER, FRANCESCO MUSINU
Ein Cappadocier JAVID SAMADOV
Ein Sklave ANTONIO MEZZASALMA
Danzatrici Ottavia Cocozza Di Montanara, Valentina Vitale, Margherita Provenzano, Sara Sancamillo, Candida Sorrentino, Valentina Allevi, Luisa Ieluzzi (Giulia Di Stefano, Natalia Mele)
Orchestra del Teatro di San Carlo
Direttore Gabriele Ferro
Regia Manfred Schweigkofler
Scene Nicola Rubertelli
Costumi Katrin Dorigo
Luci Claudio Schmid
Coreografie Valentina Versino
Nuovo allestimento del Teatro di San Carlo
Napoli, 26 novembre 2014
Si è conclusa la stagione lirica e di balletto 2013-2014 del Teatro Di San Carlo di Napoli. E non poteva avere conclusione migliore grazie alla edizione della Salome di Richard Strauss firmata dal regista Manfred Schweigkofler.
Questo dramma musicale ,tratto dal poema di Oscar Wilde, é riuscito in un solo atto a coinvolgere, entusiasmare, emozionare e turbare il pubblico sancarliano in un climax di emozioni culminato nei fragorosi applausi rivolti a tutti gli interpreti di questa preziosa messinscena.
La visione europea e moderna  di Manfred Schweigkofler, regista, attore e cantante per oltre vent’anni di una rockband ,direttore artistico di numerosi eventi di danza nonché del Teatro Comunale e Auditorium di Bolzano, si palesa subito ad apertura sipario con una scenografia, quella di Nicola Rubertelli, estremamente realistica. L’enorme scala al centro del palco e il grande specchio sovrastante che rifletteva l’immagine sul pavimento e i movimenti dei personaggi dall’alto dando una visione della scena a tutto tondo, hanno reso l’opera interessante e dinamica costringendo gli interpreti a dare una prova eccellente non solo delle loro abilità canore ma anche fisiche ed atletiche.
La direzione orchestrale é affidata al maestro Gabriele Ferro, ex direttore musicale del Teatro di San Carlo (1999-2004) e attento conoscitore delle partiture di Strauss tanto che con la direzione di Elektra ha conquistato il prestigioso “Premio Abbiati”.
Gabriel Fauré ha definito quest’opera un “concerto per orchestra con accompagnamento di voce umana” e la concertazione del direttore Ferro ha ben reso questo concetto. Il dinamismo sinfonico-contrappuntistico e l’orchestrazione ricca ed energica mettono in risalto ed evidenziano finanche i pensieri che si agitano nella mente dei personaggi. L’orchestra, con le sue sonorità esotiche e bizzarre e con i suoi impulsi nervosi, è a tutti gli effetti personaggio attivo e conturbante della rappresentazione.
Ma passiamo ai personaggi partendo dall’esperto Kim Begley nel ruolo di Herodes. Primo tenore della Royal Opera House Covent Garden,  Kim Begley da una prova convincente grazie ad una capacità espressiva e tecnica notevole. La sua dizione chiara e precisa rende comprensibile, per quanto possibile, il testo in tedesco con sottotitoli in italiano.
Natascha Petrinsky, mezzosoprano nel ruolo di Herodias ha debuttato con la New Israeli Opera in Carmen. Il suo timbro corposo non manca di agilità e ben interpreta la madre gelida di Salome più interessata al suo tornaconto personale che non all’amore materno o a quello di sposa di Herodes.
Tripudio per la bella, brava e sensuale Annemarie Kremer nel ruolo di Salome. La cantante olandese è dotata di una grande estensione vocale e di grandi capacità interpretative. Additata dalla critica come giovane nuova diva olandese, la Kremer si mostra subito padrona assoluta della scena e della partitura musicale. La sua vocalità potente si intreccia con il suo corpo estremamente agile e sinuoso rendendo il personaggio di Salome intrigante e sensuale soprattutto nella famosa “Danza  dei sette veli” dove mette abilmente in atto i suoi studi di danza iniziati all’età di 10 anni, ma anche intenso ,drammatico e tetro soprattutto nella parte finale dell’opera quando porta tra le braccia la testa mozzata di Jochanaan.
Quest’ultimo interpretato dal baritono Markus Marquardt mostra una vocalità intensa che ben si addice a quella del profeta. Peccato però per la fisicità non proprio adeguata che non rispecchia affatto il corpo inteso da Salome come ” eburnea colonna su un sostegno d’argento”.
Buona anche la prova di Narraboth interpretato da Wookyung Kim, tenore dalla voce brillante e dotato di grande elasticità soprattutto nella zona medio acuta.
Il paggio di Herodias é interpretato dal mezzosoprano lituano Jurgita Adamonyte, personaggio interessante da un punto di vista e vocale e scenico nonostante il ruolo secondario assegnatole.
Tutti bravi anche i cinque ebrei interpretati da Karl Ebner, Enzo Peroni, Cristiano Olivieri, Rouwen Huther e Karl Hulm. 
I due nazareni e i due soldati sono rispettivamente Robert Holzer con Nicolò Ceriani e Christian Hübner con Francesco Musinu. L’uomo di Cappadocia è Javid Samadov , mentre lo schiavo è Antonio Mezzasalma.
Leggiadre come tanti veli le ballerine che hanno accompagnato Salome nella celebre danza: Ottavia Cocozza Di Montanara, Valentina Vitale, Margherita Provenzano, Sara Sancamillo, Candida Sorrentino, Valentina Allevi, Luisa Leluzzi ( Giulia Di Stefano, Natalia Mele).
Le coreografie sono di Valentina Versino. I costumi di Katrin Dorigo ben si addicevano allo stile moderno della scena. Infine ma non ultimo ,dato il caratteristico disegno di luci che è riuscito a creare, il lighting designer Claudio Schmid. Foto di Francesco Squeglia