Genova, Teatro Carlo Felice: “Don Carlo”

Genova, Teatro Carlo Felice, stagione lirica 2016/17
“DON CARLO”
Dramma lirico in quattro atti su libretto di Joseph Méry e Camille du Locle dalla tragedia Don Karlos, Infant von Spanien di Friedrich Schiller e dal dramma Philippe II, Roi d’Espagne di Eugène Cormon. Traduzione italiana di Achille De Lauzières e Angelo Zanardini.
Musica di Giuseppe Verdi
Filippo II, Re di Spagna RICCARDO ZANELLATO
Don Carlo, Infante di Spagna AQUILES MACHADO
Rodrigo, Marchese di Posa FRANCO VASSALLO
Il Grande Inquisitore, cieco nonagenario MARCO SPOTTI
Un frate MARIANO BUCCINO
Elisabetta di Valois SVETLA VASSILEVA
La Principessa Eboli GIOVANNA CASOLLA
Tebaldo, paggio d’Elisabetta MARIKA COLASANTO
Il Conte di Lerma DIDIER PIERI
Un Araldo reale DIDIER PIERI
Voce dal cielo SILVIA PANTANI
Deputati fiamminghi ETTORE KWANGHYUN KIM, ROBERTO MAIETTA, ENRICO MARCHESINI, STEFANO MARCHISIO, DANIELE PISCOPO, STEFANO RINALDI MILIANI
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice di Genova
Direttore Valerio Galli
Maestro del Coro Franco Sebastiani
Regia Cesare Lievi
Scene e Costumi Maurizio Balò
Luci Andrea Borelli
Allestimento del Teatro Regio di Parma in coproduzione con Fondazione Carlo Felice di Genova, Òpera de Tenerife, Teatro Nacional de São Carlos di Lisbona.
Genova, 21 aprile 2017
Una serata dedicata, come ha ben dichiarato il soprintendente Maurizio Roi, a Daniela Dessì che avrebbe dovuto interpretare il personaggio di Elisabetta.  Di questo Don Carlo del Teatro Carlo Felice che ci ha soddisfatti solo a metà, scegliamo di limitarci solo a ricordare gli aspetti registici e visivi vi rimandiamo a quanto abbiamo scritto sull’esecuzione di  Parma lo scorso autunno e ci concentreremo sulla direzione musicale.  Un grande plauso a Valerio Galli sul podio dell’Orchestra del Carlo Felice. Appassionato, trascinante, assolutamente dentro la partitura che è riuscito a risaltare in tutta la sua potenza espressiva e drammatica. Ha ben accentuato i chiaroscuri e colorato i momenti di maggiore intensità lirica, anche se, qualche volta, il controllo delle sonorità non era calibratissimo. Nel cast ha spiccato il Rodrigo di Franco Vassallo che ha ben reso tutte le sfumature del personaggio. Un’emissione robusta, una bella linea di canto, ricca di sfumature gli permette, senza fatica, di affrontare con fierezza il ruolo, sostenuto dal pubblico in sala.
Successo personale per la veterena  Giovanna Casolla, all’alba dei suoi settantadue anni, ha portato in scena, nella sua sapiente interpretazione del complesso ruolo de La Principessa Eboli, tutta la sua esperienza, la sua solida tecnica. Aquiles Machado ha affrontato degnamente il ruolo di Don Carlo. Il  fraseggio è vario, la voce ben proiettata, non sempre precisissimo nella gestione del registro acuto, una bella presenza scenica, capace di rendere l’ardore del personaggio. Piuttosto debole invece Svetla Vassileva che non appare a proprio agio con la scrittura vocale di  Elisabetta di Valois, nonostante la sua eleganza e indubbia presenza scenica. Ben calibrato il Filippo di Riccardo Zanellato, che debuttava il ruolo. Cantante non dotato di una voce particolarmente potente, ma  omogenea nell’emissione, unita a un uso del fraseggio appropriato al ruolo. Applauditissimo nel tanto atteso banco di prova dell’ “Ella giammai m’amò”. Gli si affianca Marco Spotti che rende con grande intensità  Il Grande Inquisitore. Una voce dei centri corposi, fraseggio incisivo e carismatica presenza scenica. Il resto del cast è caratterizzato dal sicuro apporto di Didier Pieri ( Il Conte di Lerma e di Un Araldo reale), Ettore Kwanghyun Kim, Roberto Maietta, Enrico Marchesini, Stefano Marchisio, Daniele Piscopo e Stefano Rinaldi Miliani (deputati fiamminghi), così come apprezzabili sono stati gli interventi di  Silvia Pantani (Voce dal cielo) e di Mariano Buccino (Un frate). Un po’ anonimo il Tebaldo di  Marika Colasanto. Ci è parso un po’ in ombra il Coro del Teatro Carlo Felice diretto da Franco Sebastiani. Foto Marcello Orselli

 

 

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