“IL TABARRO”
Dramma in un atto di Giuseppe AdamiDa La Houppelande di Didier Gold
Musica di Giacomo Puccini
Michele, padrone del barcone, 50 anni AMBROGIO MAESTRI
Luigi, scaricatore, 20 anni RUBENS PELIZZARI
Il Tinca, scaricatore, 35 anni MATTEO DESOLE
Il Talpa, scaricatore, 55 anni FRANCESCO MILANESE
Giorgetta, moglie di Michele, 25 anni ANNA PIROZZI
La Frugola, moglie del Talpa, 50 anni ANNAMARIA CHIURI
Un venditore di canzonette / Voce di tenorino ROBERTO CARLI
Due amanti ROBERTO CARLI, MARIIA KOMAROVA
Voce di sopranino AZUSA KINASHI
“SUOR ANGELICA”
Dramma in un atto di Gioachino Forzano.
Musica di Giacomo Puccini
Suor Angelica ANNA PIROZZI
La zia principessa ANNAMARIA CHIURI
La badessa GRAZIA GIRA
La suora zelatrice LAURA DE MARCHI
La maestra delle novizie MATILDE LAZZARONI
Suor Genovieffa PAOLA SANTUCCI
Suor Osmina PATRIZIA NEGRINI
Suor Dolcina ALICE MOLINARI
La suora infermiera LUCIA PAFFI
Una novizia STELLA SESTITO
Prima cercatrice SILVIA TIRAFERRI
Seconda cercatrice AZUASA KINASHI
Prima Conversa GILIA DE BLASIS
Seconda conversa MARIA SANDRA PACHECO QUINTERO
Prima suorina MIRIAM GORGOGLIONE
Seconda suorina MARIA CHIARA PIZZOLI
Terza suorina DANIELA CAVICCHINI
“GIANNI SCHICCHI”
Opera in un atto di Gioachino Forzano.
Musica di Giacomo Puccini
Gianni Schicchi, 50 anni AMBROGIO MAESTRI
Lauretta, 21 anni LAVINIA BINI
Zita, cugina di Buoso, 60 anni ANNAMARIA CHIURI
Rinuccio, nipote di Zita, 24 anni MATTEO DESOLE
Gherardo, nipote di Buoso, 40 anni GIOVANNI CASTAGLIUOLO
Nella, sua moglie, 34 anni GIULIA DE BLASIS
Betto di Signa, cognato di Buoso VALDIS JANSONS
Simone, cugino di Buoso, 70 anni FRANCESCO MILANESE
Marco, suo figlio, 45 anni FELLIPE OLIVEIRA
La Ciesca, moglie di Marco, 38 anni ALICE MOLINARI
Maestro Spinelloccio, medico GIANLUCA MONTI
Ser Amantio di Nicolai, notaio ALESSANDRO BUSI
Pinellino, calzolaio ROMANO FRANCI
Guccio, tintore STEFANO CESCATTI
Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna
Coro della Fondazione Teatro Comunale di Modena
Scuola voci bianche della Fondazione Teatro Comunale di Modena
Maestri preparatori Paolo Gattolin, Melitta Lintner
Direttore Aldo Sisillo
Maestro del coro Stefano Colò
Regia Cristina Pezzoli
Scene Giacomo Andrico
Costumi Gianluca Falaschi
Luci Cesare Accetta riprese da Andrea Ricci
Allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Modena, coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara
Modena, 28 gennaio 2018
In occasione del centenario della prima rappresentazione, molto bene hanno fatto i Teatri dell’Emilia a rispolverare Il trittico nella coproduzione 2007 firmata da Cristina Pezzoli: è ancora raro poter assistere a quest’opera nella sua interezza, per la durata (un’ora circa per ognuno dei tre atti unici) e per la quantità e l’eterogeneità delle voci impegnate. L’impianto scenico variabile ideato da Giacomo Andrico crea spazi diversi e intelligentemente funzionali, con la costante di marmi biancastri che si animano alle luci calde del tramonto di Cesare Accetta (riprese da Andrea Ricci, con proprietà ovunque ma forse con qualche eccesso farsesco di colori nella commedia finale). Il Tabarro propone una chiatta sotto l’ampia arcata di un ponte parigino, Suor Angelica un convento tra interni ed esterni (vari e rapidi i cambi scena con lo scorrere delle colonne e suggestivi i giochi di luce delle candele), Gianni Schicchi un’antica camera da letto dominata dal baldacchino bronzeo dove giace, quasi in una fortezza che il protagonista espugnerà, il corpo di Buoso Donati. I bei costumi di Gianluca Falaschi, prima attraverso l’eccezionalità della Frugola, quindi appieno nel lusso colorato e dalle fogge insolite dello Schicchi, fanno emergere eccentricità steampunk dal grigiore delle classi umili del primo Novecento. Il direttore Aldo Sisillo ha manovrato impeccabilmente l’Orchestra regionale dell’Emilia Romagna, disciplinatissima ovunque e lodevole nei legni, trovando sonorità morbide e senza mai soverchiare le voci in palcoscenico. L’impostazione dei tempi generalmente distesi nuoce forse un po’ al primo pannello, il quale necessiterebbe forse di qualche “eccesso” vocale e teatrale per infuocare l’interprete e il pubblico. Cantano bene ma sembrano non abbandonarsi mai al canto né al personaggio Ambrogio Maestri (Michele) e Anna Pirozzi (Giorgetta). La bella voce e il legato di Rubens Pellizzari trovano in Puccini un repertorio ideale, tuttavia in quest’ottica il suo Luigi rischia di diventare una rassicurante alternativa coniugale anziché la bruciante passione notturna e clandestina. Ne è sortito un Tabarro forse un po’ freddino ma comunque ben cantato e ben suonato, più rivolto alle innovazioni timbriche dei contemporanei francesi di Puccini che al dramma verista.
In un convento vocalmente non irreprensibile (ma con buona prova dei cori modenesi, voci bianche comprese), la stessa Pirozzi è parsa più coinvolta nella bellissima prova di Suor Angelica, che ha retto meravigliosamente con ottima dizione, vocalità omogenea, bellezza di timbro, acuti sicuri e ben padroneggiati, senza esagerazioni o sbavature, anche nel drammatico e impegnativo finale di quella che è forse la più bella elegia pucciniana. Pubblico sensibilmente commosso per un finale memorabile. Cristina Pezzoli (presente ed applaudita) gioca infine nello Schicchi con gusto particolare per le gag fisiche, che qua e là penalizzano il canto ma assicurano un teatro efficace e divertente: ovviamente trionfa il vocione di Ambrogio Maestri (scenicamente meno goffo qui che sul barcone di Michele) con tutte le alterazioni di suono della tradizione e senza cedimenti. Rinuccio e Lauretta, cantati con sicurezza da Matteo Desole e Lavinia Bini, sono due bamboccioni ingenui tra adulti scaltri cinici e avidi. Figli e cognati portano a spasso in sedia a rotelle un irresistibilmente decrepito Simone (Francesco Milanese, anche Talpa), pronto però al miracolo della deambulazione per accettare mula, mulini e palazzo. Buono il resto del cast, dominato dalla verve vocale e soprattutto scenica di Annamaria Chiuri (impegnata come Frugola, zia Principessa e Zita), applauditi con calore da un teatro tutto esaurito. Successo particolare per Maestri e Pirozzi. Al termine dei prolungati applausi, il maestro Sisillo, anche direttore del teatro modenese, ha condotto in proscenio tecnici e maestri collaboratori per coronare un bel lavoro di squadra, da vedere e sentire. Foto Rolando Paolo Guerzoni