Venezia, Palazzetto Bru Zane, Festival “Charles Gounod: mistico o sensuale?”: Ultimo concerto con il Quartetto Cambini-Paris

Venezia, Palazzetto Bru Zane, Festival “Charles Gounod: mistico o sensuale?”, dal 7 aprile al 5 maggio 2018
QUARTETTI”
Quartetto Cambini-Paris
Violino Julien Chauvin, Karine Crocquenoy
Viola Pierre-Éric Nimylowycz
Violoncello Atsushi Sakaï
Charles Gounod:Brani dai quartetti per archi, dal CG. 561 al CG. 565
Venezia, 5 maggio 2018
Si è concluso in bellezza il Festival “Charles Gounod: mistico o sensuale?” con un concerto, dove si è proposta una serie di estratti dalle composizioni per quartetto d’archi dell’autore di Faust, che si articolano in vari numeri d’opus, costituendo una parte importante della sua produzione – iniziata piuttosto tardi, dopo aver vinto il timore di cimentarsi in un genere strumentale, dominato da Beethoven –, nonché un banco di prova per la scrittura orchestrale e la costruzione formale. Davvero interessante e rivelatrice è risultata questa antologia, composta da vari movimenti presi da diversi quartetti, in quanto ha offerto un’immagine abbastanza inedita di Gounod, diversa da quella che lo ha universalmente consacrato, quale sublime operista, capace di sensuale cantabilità: in molte pagine, infatti, emerge un compositore impegnato a distillare una scrittura rigorosa ed essenziale fino all’astrattezza. Protagonisti della serata, sul piano esecutivo, sono stati i solisti del Quatuor Cambini-Paris, che hanno affrontato i brani in programma con esemplare precisione e raffinata musicalità: pulitissimi gli attacchi e gli accordi, improntati ad una proverbiale “clarté” gli intrecci contrappuntistici, ricca di accenti l’esposizione del materiale tematico.
Un dinamismo controllato dalla ragione ha percorso l’esecuzione del primo movimento, Allegro ma non troppo, del Quartetto in sol minore, CG. 565 – un lavoro dell’ultimo periodo (1891-93), perduto e riapparso solo nel 1993, influenzato dal modello beethoveniano –, il cui tema iniziale costituisce il motore dell’intero movimento, animato, tra l’altro, da un fugato caratterizzato da glissanti cromatismi. Al 1885 risale, invece, il Quartettino in do maggiore, CG. 561, il cui secondo movimento, Andante con moto – basato su un motivo ossessivo, suonato in sequenza da tutti gli strumenti in un gioco polifonico particolarmente vario e denso – ha dato modo, subito dopo, agli esecutori di sfoggiare rigore e senso della forma, confermandosi musicalissimi interpreti anche nel successivo Scherzo, dai due trii contrastanti, e nel Finale – quest’ultimo proposto a fine serata –, che è quasi una tarantella, arricchita da tenui contrappunti, cui segue una conclusione malinconica, nonostante il modo maggiore. Piena di brio è stata l’esecuzione del primo Scherzo del Quartetto in fa maggiore, CG. 563 – composto intorno al 1889, ma ritrovato solo nel 1993 –, seguita da quella dell’introverso Andante, il cui clima di mestizia è proseguito nell’Allegretto quasi moderato del Quartetto in la minore, CG. 564, di poco successivo, con gli archi in sordina e i pizzicati del violoncello, che evocavano il cadere di lacrime stillanti. Il sereno è tornato con il Minuetto dal Quartetto in la maggiore, CG. 562 – anch’esso riapparso nel 1993, dopo essere andato perduto –, un movimento percorso da un humour di stampo haydniano. Applausi più che convinti hanno chiuso quest’ultimo concerto e, insieme, il festival dedicato a Gounod, non prima di un ultimo bis: l’Allegretto dal Quartetto in la maggiore, CG. 562. Per l’ascolto dell’intera produzione dei quartetti per archi di Charles Gounod, segnaliamo un CD, edito dal Palazzetto Bru Zane, contenente la prima registrazione integrale di queste composizioni, eseguite, su strumenti storici, dallo stesso Quartetto Cambini-Paris.