Richard Wagner (1813-1883): “Die Meistersinger von Nürnberg” a 150 anni dalla prima rappresentazione

Die Meistersinger von Nürnberg (I Maestri cantori di Norimberga) erano, nella Norimberga del XVI secolo, artigiani-poeti che, per tradizione, effettuavano le loro gare di canto nella città e Wagner ebbe l’’opportunità di conoscere la loro storia nel 1845 quando, per distrarsi dalle fatiche della composizione del Lohengrin, lesse, per puro svago, la Storia della poesia tedesca di Georg Gottfried Gervinus, il cui contenuto fece sorgere in lui il desiderio di comporre un’’opera buffa, in ciò sollecitato anche dagli amici, come egli stesso ricordò nella Comunicazione ai miei amici:
“A Marienbad, come accadeva sempre quando sfuggivo alla luce accecante del teatro e ai miei doveri di direttore a Dresda, mi trovai ben presto in una disposizione spirituale gaia e leggera. Per la prima volta venne alla luce la mia naturale disposizione alla serenità, legata alla dissipazione artistica. Negli ultimi tempi mi ero sforzato di pensare alla composizione di un’’opera buffa. Avevo preso questa decisione, seguendo le buone intenzioni degli amici che mi consigliavano un’’opera di genere leggero, adatta ad aprirmi le porte dei teatri tedeschi e ad assicurarmi un successo necessario”.
Rappresentata per la prima volta alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera il 21 giugno 1868 alla presenza di Wagner e del re Ludwig II di Baviera sotto la direzione di Hans von Bülow con Mathilde Mallinger (Eva), Franz Betz (Hans Sachs), Sophie Dietz (Magdalena), Franz Innozenz Nachbaur (Walther von Stolzing), Max Karl Schlosser (David), e Kaspar Bausewein (Veit Pogner) l’opera ebbe un esito trionfale.

Atto primo. La vicenda della commedia si svolge nel XVI secolo a Norimberga dove il giovane cavaliere Walther, giunto da poco, si è innamorato, corrisposto, di Eva, figlia del fabbro e maestro cantore Veit Pogner il quale, però, aveva promesso di darla in sposa al vincitore della gara di canto programmata dai Die Meistersinger von Nürnberger per il giorno dopo, festa di San Giovanni. Walther spera di essere accolto nella corporazione in modo da partecipare alla gara pur non conoscendone le regole. Il giovane, pertanto, per affrontare la prova prevista per diventare maestro, prepara e canta, durante l’’assemblea della corporazione, un inno alla primavera e all’’amore composto liberamente e non privo di versi giudicati licenziosi. La prova fallisce anche per l’’avversione dello scrivano comunale Beckmesser, altro pretendente di Eva e incaricato di rilevare come marcatore gli errori dell’’aspirante Walther. Il più autorevole dei cantori, il calzolaio Hans Sachs, non è d’’accordo sulla bocciatura e, riconoscendo che l’’inno non manca di apprezzabili novità, chiede all’’assemblea che il giovane possa ripetere la prova, in quanto la precedente era stata interrotta dalle urla di disapprovazione degli altri cantori; il tumulto che ne segue è, perciò, inevitabile.
Atto secondo. Il sipario si solleva su una piazzetta della città dove il calzolaio e cantore Hans Sacks, vedovo e segretamente innamorato di Eva, è intento nel suo lavoro nella bottega che si trova di fronte all’’abitazione di Pogner. Sacks ritiene, in ciò comportandosi con la saggezza propria dell’’uomo maturo, di dover fare il possibile per portare a buon fine la vicenda amorosa dei due giovani e di risolvere così il loro grave problema creato dalla follia degli altri. Si perviene, subito dopo, alla scena più comica di tutta la commedia, quando giunge Beckmesser per intonare una canzone sotto la finestra della donna amata. Eva e Walther che avevano progettato di fuggire insieme, si erano nascosti all’’ombra di un tiglio dopo che la giovane aveva chiesto alla propria nutrice di assumere le sue sembianze e affacciarsi alla finestra al suo posto. Beckmesser canta la sua serenata ma ora è Sachs che, assumendo la funzione del
marcatore, evidenzia ogni errore del cantore battendo un colpo di martello sul cuoio e contribuendo, così, a svegliare gli abitanti del luogo che, inviperiti, si affacciano alle finestre delle loro case e, poi, scendono in strada. Intanto David, accorgendosi della serenata fatta alla propria fidanzata Magdalena, preso da un impeto di gelosia, aggredisce Beckmesser con il risultato che si scatena, per la partecipazione degli abitanti della zona, una rissa generale; anche Walther ed Eva rischiano di essere coinvolti nella colossale baruffa, in cui i protagonisti se le suonano di santa ragione, ma vengono protetti da Sachs che accoglie la giovane in casa propria e Walther nella bottega. La rissa ha termine con la stessa celerità con cui era cominciata grazie al guardiano notturno che, con il suo intervento, riporta la calma nel quartiere.

Atto terzo. Il terzo atto è dominato dalla figura di Hans Sachs il quale, proprio per il suo onomastico nella festa di San Giovanni (Hans è diminutivo di Johannes), si assume il compito di risolvere la vicenda resa complessa e quasi insolubile per la follia degli altri, con buon senso e secondo giustizia, servendosi proprio della stessa follia che aveva contribuito a complicarla. Egli scrive per Walther, che è desideroso di mettere in musica il contenuto di un sogno meraviglioso fatto durante la notte, i versi della canzone con la quale avrebbe partecipato alla gara durante la festa che si prepara. Intanto nella bottega del ciabattino entra Beckmesser ancora pieno di lividi per le busse della notte precedente, per chiedergli i versi di una canzone con cui poter concorrere alla gara e, accorgendosi dei fogli scritti da Sachs, pensa che anche il calzolaio, per amore verso la giovane, voglia partecipare alla gara. Grande è, pertanto, la sua sorpresa quando il ciabattino, sopraggiunto, gli fa dono dei versi scritti di suo pugno, con i quali egli pensa, cantandoli al cospetto del pubblico, di assicurarsi la vittoria e di ottenere, così, in quanto vincitore, la mano di Eva. La giovane sopraggiunge nella bottega di Sachs e gli chiede un’’urgente riparazione alle sue scarpe. Il ciabattino capisce che è solo un pretesto escogitato per incontrare Walther e, mentre attendono l’arrivo del giovane, la informa di aver ascoltato una bellissima canzone alla quale mancava la parte finale. In quel momento, cantando la parte finale della sua canzone da maestro, fa il suo ingresso, elegantemente vestito, Walther, mentre Eva, nel vederlo e sentirlo, piange per la gioia e chiede a Sachs di perdonarla se si è permessa di giocare con i suoi sentimenti; lei, infatti, si era servita dell’’amore provato nei suoi confronti dall’’anziano vedovo per assicurarsi il suo aiuto nei confronti di Walther. Sachs si schermisce e, con grande saggezza e forza d’’animo, benedice i due innamorati. La festa, che si svolge sul prato in prossimità del fiume, vede la sfilata delle varie corporazioni, tra cui, per ultima, quella dei Die Meistersinger von Nürnberger. La gara canora ha inizio con la prova di Beckmesser il quale, non riuscendo ad adattare versi non suoi alla musica, evidenzia incertezze così notevoli da provocare l’ilarità del pubblico presente. È la volta della prova di Walther, la cui canzone da maestro, battezzata L’’aria felice del sogno svelato del mattino (Selige Morgentraumdeut-Weise), suscita l’entusiasmo e gli applausi scroscianti del pubblico; egli, pertanto, merita, da vincitore, di impalmare la bella Eva, di ottenere il titolo di Maestro cantore e il diritto di essere accolto nella corporazione dei maestri cantori di Norimberga. Egli, inoltre, cantando le lodi, in ciò collaborato da una folla entusiasta, del poeta e cantore, da tutti amatissimo, Hans Sachs, è felice, come membro effettivo della Corporazione dei Maestri cantori di Norimberga, di poter diventare, a sua volta, l’inflessibile cantore della gloriosa e imperitura arte tedesca.