Roma, Teatro dell’Opera di Roma, stagione di balletto del Teatro dell’Opera di Roma 2017-2018
“LA BELLA ADDORMENTATA”
Balletto in un prologo e tre atti
Musica Sergej Prokof’ev
Direttore Nicolas Brochot
Coreografia Jean-Guillaume Bart
Coreografo assistente Patricia Ruanne
Aurora Susanna Salvi
Principe Désiré Claudio Cocino
Scene e Costumi Aldo Buti
Luci Mario De Amicis
Orchestra, Étoile, Primi Ballerini, Solisti e Corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma
Allestimento del Teatro dell’Opera di Roma
Roma, 23 settembre 2018
Un classico del balletto come La bella addormentata è sempre un piacevole appuntamento all’Opera, specialmente se si tratta della versione colta ed elegante firmata da Jean-Guillaume Bart, che chiude questa ricca stagione teatrale di balletto del Costanzi. Per questo ritorno di Bart nel teatro capitolino, dove la sua Bella ha avuto un entusiasmante esito lo scorso anno, sono state ospitate nelle prime due serate due star internazionali come Marianela Nuñez, principal dancer del Royal Ballet di Londra, e Vladislav Lantratov, principal dancer del Teatro Bol’šoj. Questa ultima replica vede invece in scena i primi ballerini Susanna Salvi e Claudio Cocino in ottima forma, anche se non ci entusiasma del tutto l’esecuzione un po’ sotto tono del corpo di ballo. Degli ensemble sono comunque da ricordare alcune sequenze ben riuscite: bello nel I atto il valzer con le sei coppie incorniciate da ghirlande di fiori e particolarmente suggestivo è anche nel II atto il coro delle Driadi, fluido e dinamico.
La bellezza delle scene e dei costumi di Aldo Buti rimane immutata rispetto alla precedente rappresentazione, ed è veramente piacevole il trionfo dei colori tenui delle scene tra il bianco e l’azzurro e quello sfavillante dei costumi. Delle variazioni delle fate ci convincono soprattutto Flavia Stocchi a suo agio nei panni di una seducente Fata della Generosità (Bellezza) e Giorgia Calenda che profonde una giusta energia alla Fata della bella voce. Segnaliamo inoltre la Fata “cattiva” Carabosse di Annalisa Cianci, decisamente nel ruolo, forte e sicura, forse meno suadente di quello che ci saremmo aspettati, anzi con tratti mascolini che rendono il personaggio meno scontato.
Gli applausi del pubblico sono maggiormente riservati ai primi ballerini Susanna Salvi, limpida e raggiante nel ruolo della principessa Aurora, e Claudio Cocino, un principe Désiré tecnicamente solido e deciso. Il III atto è certamente quello meglio riuscito anche per la varietà dei divertissements che lo caratterizza: il pas de quatre delle pietre preziose è piacevolissimo, e spassosi sono i numeri con i vari personaggi delle favole: il gatto con gli stivali (Walter Maimone) e la Gatta bianca (Flavia Morgante) eseguono un duetto in perfetta sintonia; molto applauditi sono stati Gabriele Consoli e Flavia Stocchi nell’Uccello blu e nella Principessa Florina, entrambi freschi e disinvolti; deliziosi Cappuccetto rosso e il Lupo; brava Cenerentola. Infine sono particolarmente incisivi Salvi e Cocino nel Grand pas de deux, dove prevale la purezza e l’austerità dello stile di Petipa, su cui Bart molto lavora per ritrovare una classicità contemporanea, inserendosi «nel fiume di una tradizione che è continuamente in evoluzione, rispettando il passato ma vivendo la sensibilità di oggi». Insomma, una bella sfida per il corpo di ballo del Costanzi, soprattutto a chiusura di una Stagione particolarmente impegnativa che ha visto confermato l’ottimo lavoro della lungimirante direttrice Eleonora Abbagnato.