Bari: “Still” e “Kudoku” di Daniele Ninarello

Bari, Teatro Abeliano, Stagione di Danza 2018/19
“STILL”
Ideazione e coreografia di Daniele Ninarello
Drammaturgia  Enrico Pitozzi
Musiche Dan Kinzelman
Interpreti  Marta Ciappina, Pablo Andres Tapia Leyton, Alessio Scandale
Light design Cristian Perria
“KUDOKU”
Drammaturgia Carlotta Scioldo
Coreografia Daniele Ninarello
Musica dal vivo Dan Kinzelman
Interprete Daniele Ninarello
Bari, 31 gennaio 2019

Still/Kudoku è uno spettacolo di danza contemporanea di Daniele Ninarello presso il Teatro Abeliano di Bari, per la stagione del DAB19-DanzaABari 2019 Esplorare_generazione contemporanea sotto la direzione artistica di Domenico Iannone. Tali creazioni sono state sapientemente presentate da Alessandro Pontremoli, Professore di Storia della danza e del mimo presso l’Università degli Studi di Torino, il quale, offrendo un interessante contributo, ha semplificato la fruizione di uno spettacolo creato da un danzautore, che si esprime attraverso un movimento qualitativamente unico, un linguaggio che esplora la formazione corporea, che si rivela nella concezione figurativa. Descrivere e parlare di uno spettacolo di danza contemporanea non è semplice, è necessario guardare e interpretare la costruzione coreografica come qualcosa che va oltre il visibile, tramite l’esperienza e la conoscenza di sé; è la negazione della stereotipata costruzione scenica, pertanto, è la dimostrazione dell’io che permette di ricreare un linguaggio esclusivo costituito da pochi gesti codificati, densi e al tempo stesso leggeri ed eterei riversi su un organismo eternamente originale. Questo spettacolo – tanto apprezzato dal pubblico – è costituito da due parti: Still, un lavoro che si ispira all’arte di Giacometti, a soggetti sottili che sottolineano la fragilità della condizione umana. I tre interpreti, Marta Ciappina, Pablo Andres Tapia Leyton e Alessio Scandale, illuminati da coni di luce flebile, dominati da un movimento en ralenti, ipnotizzante, carichi di fluidi intangibili ma energici in grado di trascendere i propri confini, incrementano il pathos grazie a un moto interiore ed esteriore che cresce nella velocità e nell’intensità del suono e della luce, esalando l’anima e il corpo, arrivando ad acquistare una dinamicità di movimento che diviene astrazione e simbolo. Mostrano corpi che vagano nel visibile dello spazio alla ricerca dell’altro, dominati da un vorticoso e frenetico movimento che riconosce l’irriducibile distanza tra un corpo e l’altro, mostrando una gamma di gesti e di emozioni che rendono convulsa la vibrazione dei loro impulsi esteriori, fino a riacquistare l’ipnotica lentezza, manifestazione dell’invisibile.
Kudoku, interpretato e coreografato dallo stesso Daniele Ninarello, bagnato di luce impercettibile ha vibrato attraverso un linguaggio che prescinde gli stili e le forme, ma che si riconosce in un nuovi segni artistici, operando dal vivo, si carica di forze nervose. Braccia, collo, spalle, testa sono abilmente coordinati dal danzatore, sfruttando le sue potenzialità, per formulare un gesto liberatorio, incalzato dalla musica dal vivo di Dan Kinzelman che  con il suo sax ha abilmente affascinato il pubblico, avvicinandosi al ballerino carico di energia incitandolo al vorticoso movimento. Il puro gesto ha dominato la scena lasciando vedere la danza. (Foto Andrea Macchia)