Nino Rota (1911- 1979): “La notte di un nevrastenico” (1960) e “I due Timidi” (1950)

A 40 anni dalla morte del compositore
“La notte di un nevrastenico”. Dramma buffo in un atto su libretto  diRiccardo Bacchelli.  Giorgio Celenza (Il nevrastenico). Carlo Feola (Il portiere). Daniele Adriani (Il commendatore). Sabrina Cortese (Lei). Antonio Sapio (Lui). Vincenzo Carnì (Un cameriere). Maria Rita Combattelli, Lucia Filaci, Siri Kval Ødegård, Mariangela De Vita, Vincenzo Carnì, Giacomo Nanni (Cameriere e camerieri).
I Due Timidi”. Commedia lirica in un atto su libretto by Suso Cecchi D’Amico. Giorgio Celenza (Il narratore). Sabrina Cortese (Mariuccia). Daniele Adriani(Raimondo). Chiara Osella (Signora Guidotti). Antonio Sapio (Il dottor Sinisgalli). Mariangela De Vita (La madre di Mariuccia). Giacomo Nanni (Vittorio/ un ospite). Lucia Filaci (Lucia). Maria Rita Combattelli (Maria). Siri Kval Ødegård (Lisa). Reate Festival Orchestra. Gabriele Bonolis (direttore). Cesare Scarton (regia). Michele Della Cioppa (scene). Anna Biagiotti (costumi). Andrea Tocchio (luci). Registrazione.: 30 Settembre / 1 ottobre  2017, Rieti, Teatro Flavio Vespasiano. T. Time: 431′ 03″ (“La notte di un nevrastenico”) e 64′ 20″ (“I due timidi”) 1 DVD Dynamic 37803

Compositore precocissimo e molto fecondo, Nino Rota (Milano 1911 – Roma, 1979) deve la sua fama certamente alle sue colonne sonore e in particolar modo a quelle scritte per le pellicole di Fellini e per Il padrino di Francis Ford Coppola, ma, in realtà, fu autore di una vasta produzione,  comprendente molta musica vocale e corale sacra, strumentale e alcune opere liriche, nella quale emerge la sua poetica caratterizzata da una scrittura ben inserita nella tradizione, lontana da ogni forma di sperimentalismo e sorretta da un gusto raffinato vicino al classicismo di Casella sul quale, tuttavia, ha sovrapposto il suo garbato senso umoristico e caricaturale. Come operista la sua fama è legata a Il cappello di paglia di Firenze, che, composto nel 1945 e andato in scena dieci anni dopo, il 21 aprile 1955, al Teatro Massimo di Palermo, può vantare allestimenti di prestigio come quello firmato, per quanto riguarda la regia, da Giorgio Strehler alla Piccola Scala di Milano dal 1956 al 1958, ma la sua produzione è abbastanza cospicua, benché molte delle sue opere non siano entrate stabilmente nel repertorio. Tra queste vanno ascritte La notte di un nevrastenico e I due timidi, due atti unici, che, ripresi nel 2017 a Rieti, sono disponibili, in questa edizione, sia in CD che in DVD, pubblicata dall’etichetta Dynamic.

Risale al 1950 la composizione dell’opera, La notte di un nevrastenico, su libretto di Riccardo Bacchelli, ma la prima rappresentazione avvenne solo 10 anni dopo l’8 febbraio 1960, alla Piccola Scala di Milano. L’esito della prima non fu favorevole e la critica, paragonandola all’opera più famosa, Il cappello di paglia di Firenze, la considerò meno divertente. Protagonista è un nevrastenico con problemi di insonnia il quale, dovendo pernottare a Milano in occasione della Fiera Campionaria, ha prenotato la camera in cui sarebbe andato a dormire e altre due camere adiacenti alla sua. A sua insaputa il portiere, spinto dall’avidità del guadagno, concede le due camere rispettivamente a un commendatore e a una coppia di amanti raccomandando loro di non disturbare il vicino di camera. Il nevrastenico, però, non riesce a sopportare il minimo rumore per cui irrompe nella camera del commendatore molto agitato facendo accorrere il personale. Finalmente calmatosi, sta per addormentarsi quando viene disturbato dalle effusioni amorose dei due amanti ospiti dell’altra stanza. Fa accorrere nuovamente il personale dando in escandescenze, per cui gli intrusi vengono cacciati dalla stanza. Intanto s’è fatta mattina ma, mentre tenta di addormentarsi, viene disturbato dal cameriere che bussa per la colazione. Tra richiami alle musiche scritte per i film di Fellini e ariosi, vera protagonista della partitura, nella quale non mancano elementi ironici soprattutto negli intervalli dissonanti che caratterizzano la vocalità del Nevrastenico e nel cromatismo, è l’orchestra trattata in modo brillante.
Allo stesso anno risale la composizione dell’opera radiofonica I due timidi, che, scritta su libretto di Suso Cecchi D’Amico, figlia dello scrittore Emilio Cecchi e moglie del musicologo Fedele D’Amico, la quale s’ispirò al Gianni Schicchi di Puccini, fu eseguita per la prima volta in forma radiofonica, il 15 novembre 1950, alla RAI di Milano sotto la direzione di Franco Ferrara. L’opera, che avrebbe visto le scene a Londra il 17 marzo 1952, nelle 16 scene ambientate in un condominio con le sue miserie quotidiane, ha per protagonisti due giovani che, pur amandosi, non riescono a coronare il loro sogno d’amore perché schiavi del conformismo. Raimondo, che ama, corrisposto, Mariuccia, non riuscendo per timidezza, a dichiararle il suo amore, decide di affittare una stanza nella pensione della signora Guidotti che si trova nel condominio della casa della sua amata. Il suo scopo non va a buon fine in quanto, per una serie di equivoci, finisce per sposare la titolare della pensione alla quale, confuso, in seguito a un colpo in testa causato dalla serranda caduta accindentalmente, aveva dichiarato il suo amore credendo di aver di fronte la sua amata. Anche Mariuccia, vittima di equivoci, sposa una persona diversa, un dottore che risiede nello stesso stabile. I due innamorati si vedono costretti, così, a vivere nello stesso edificio.
Per questo allestimento, andato in scena al Teatro Flavio Vespasiano di Rieti in occasione del Reate Festival del 2017, Michele Della Cioppa ha ideato una scenografia, fatta da pagine di giornale, che, con gli opportuni accorgimenti, è perfettamente funzionale ad entrambe le opere. Nella Notte di un nevrastenico ritrae la stanza del protagonista, al cui centro campeggia un letto con un’alta testiera, costituita anch’essa da pagine di giornale, mentre rialzate sulla destra e sulla sinistra si intravedono le due stanze dei vicini di camera attraverso delle aperture che, nei Due timidi, diventeranno le finestre dello stabile, dove è ambientata la vicenda. A rendere diversi questi due ambienti, così simili a livello profondo, oltre agli accessori, le coerenti luci di Andrea Tocchio che disegnano le diverse ore del giorno nei Due timidi. Di intelligente ironia la regia di Cesare Scarton che trasforma, nella migliore tradizione del genere buffo, i personaggi in marionette. Ciò è evidente soprattutto nella Notte di un nevrastenico, dove il protagonista, non solo spesso sale in piedi sul letto, come se fosse un eroe tragico che pronuncia terribili sentenze, ma, alla fine, forzando il libretto, si rende responsabile di un paradossale omicidio, uccidendo il povero cameriere, l’unico a non avere alcuna colpa per la sua insonnia, essendo venuto a portargli la colazione come precedentemente disposto da lui stesso. Tutti gli altri personaggi appaiono come delle caricature, mentre è creata dal regista una netta demarcazione tra personaggi comici (Lisa, Maria e Lucia) e quelli seri (Raimondo, Mariuccia, ma anche la Signora Guidotti, quando esprime il suo amore per Raimondo) nei Due timidi, dove, alla fine, durante il breve brano sinfonico concluso da un assolo del pianoforte, vengono festeggiati sulla scena i due matrimoni, frutto degli equivoci. Coerenti, infine, gli eleganti e borghesi costumi di Anna Biagiotti.
Sul versante musicale, la concertazione di Gabriele Bonolis si segnala per un’ottima scelta dei tempi e delle sonorità orchestrali che non soverchiano mai i cantanti con i quali, anzi, riesce a creare un perfetto amalgama. Intensa è la sua interpretazione del breve brano sinfonico nel finale dei Due timidi. Nel cast spicca, innanzitutto, Giorgio Celenza il quale, dotato di un buon mezzo vocale che appare veramente tonante nei passi della Notte di un nevrastenico in cui si adira con le persone che lo disturbano, mostra anche buone doti attoriali. Nei Due timidi l’artista è un narratore che partecipa agli eventi di cui sono protagonisti i due timidi. Ironico e garbato nella Notte, Daniele Adriani è, grazie anche a una bella voce omogenea e dal timbro chiaro, un Raimondo ricco di pathos nei Due timidi, come si può notare soprattutto nella sua dichiarazione d’amore alla Signora Guidotti. Voce calda e dotata di acuti squillanti, Sabrina Cortese mostra di vestire bene sia i panni di una sensuale e ironica Lei nella Notte di un nevrastenico, sia quelli di una dolce Mariuccia nei Due Timidi. Una convincente Signora Guidotti è Chiara Osella che si mostra capace di passare con grande facilità da situazioni buffe ad altre serie, come il passo in cui dichiara il suo amore al giovane Raimondo. Tra le numerose parti di fianco si segnalano le frizzanti Lucia Filaci (Lucia), Maria Rita Combattelli (Maria), Siri Kval Ødegård (Lisa) e l’ironico portiere Carlo Feola. Sul piano della correttezza tutti gli altri: Antonio Sapio (Lui/Dottor Sinisgalli), Vincenzo Carnì (Un cameriere), Giacomo Nanni (Vittorio/un ospite).