Franz Schubert (1797 – 1828): Francesco Piemontesi in Last Piano Sonatas (1828)

Franz Schubert (1797 – 1828) CD 1: Sonata n. 19 in do minore D. 958 (Allegro-Adagio-Menuetto. Allegro-Allegro); Sonata n. 20 in la maggiore D. 959 (Allegro-Andantino-Scherzo. Allegro vivace-Allegretto), CD 2: Sonata n. 21 in si bemolle maggiore D. 960 (Molto moderato-Andante sostenuto-Scherzo. Allegro vivace con delicatezza-Allegro ma non troppo). Francesco Piemontesi (pianoforte). Registrazione: Sonate D958 e D959 presso la Salle de musique in La Chaux-de-Fonds, Svizzera, febbraio 2018. La Sonata D 960 presso la stessa sala in concerto il 15 febbraio 2018. T. Time: 74’12” (CD 1), 42’23” (CD 2). 2 CD Pentatone PTC 5186742
Composte in un periodo di particolare vena creativa nel mese di settembre del 1828, due mesi prima della morte che avrebbe colto Franz Schubert il 19 novembre, le ultime tre sonate (n. 19 in do minore D. 958, n. 20 in la maggiore D. 959 e n. 21 in si bemolle maggiore D. 960) costituiscono quasi il testamento spirituale del compositore viennese in questa forma musicale oltre a formare un gruppo organico dal momento che, nelle intenzioni del loro autore manifestate in una lettera all’editore Probst, questi tre lavori avrebbero dovuto essere pubblicati insieme con una dedica a Johann Nepomuk Hummel. La prematura morte di Schubert impedì che il progetto si realizzasse e le tre sonate, ereditate dal fratello Ferdinand, furono pubblicate postume, nel 1838, dieci anni dopo la morte del loro autore, dall’editore Diabelli il quale, essendo morto anche Hummel, decise di dedicarle a Schumann che aveva spesso elogiato le opere di Schubert e che in un suo scritto le giudicò «notevoli, ma in un senso diverso dalle altre», dal momento che, a suo giudizio «la composizione scorre mormorando di pagina in pagina, sempre lirica, senza mai pensiero per ciò che verrà, come se non dovesse mai arrivare alla fine, interrotta soltanto qua e là da fremiti più violenti che tuttavia si spengono rapidamente».
Quasi a riprendere l’originario progetto di Schubert questo doppio album, pubblicato dall’etichetta Pentatone, raccoglie le tre sonate, tutte in quattro movimenti, in un’unica proposta discografica con l’interpretazione di Francesco Piemontesi che, come da lui stesso dichiarato, le esegue da più di un decennio in concerto e che ha inciso le prime due in studio e l’ultima dal vivo. La lunga frequentazione dell’artista, nonostante la sua giovane età, con gli estremi capolavori pianistici di Schubert, è evidente nel maturo approccio interpretativo di Piemontesi che esegue con il giusto peso quasi ogni suono evidenziando i contrasti dinamici ed esaltando i momenti lirici. Nella primo movimento, Allegro, della Sonata n. 19 in do minore D. 958 questo contrasto appare evidente nell’esecuzione dei due temi con piglio eroico il primo e con intenso lirismo il secondo. Grande attenzione al fraseggio mostra la sua interpretazione del lirico secondo movimento e dell’elegante Minuetto, mentre nel Rondò finale, dal ritmo di tarantella, fa sfoggio di un tocco brillante. Anche nella Sonata n. 20 in la maggiore D. 959 l’artista punta all’accentuazione dei contrasti dinamici tra i due temi nel primo movimento e della mesta cantabilità che assume toni struggenti nel secondo, Andantino, il cui tema  ha un diretto ascendente nel Lied Pilgerweise (Canto del pellegrino). Nel terzo movimento Piemontesi fa emergere con tocco leggero il carattere allegro della pagina che prelude al solare Rondò finale, nel quale si nota una grande attenzione al fraseggio e ai contrasti dinamici. Nella Sonata n. 21 in si bemolle maggiore D. 960 Piemontesi trova accenti di intenso lirismo già nel bellissimo tema iniziale del primo movimento facendo cantare il pianoforte come se fosse una voce umana e nell’altrettanto bellissimo tema del successivo Andante sostenuto. Nel terzo (Scherzo) e nel quarto movimento, Allegro ma non troppo, l’artista può dare sfogo alla sua solida tecnica che non  si traduce in un virtuosismo fine a se stesso ma è sempre piegata ad un’interpretazione attenta al carattere brillante dei brani.
Si tratta di una bella proposta discografica nella quale tre classici della letteratura pianistica sono interpretati da uno dei migliori giovani pianisti del panorama internazionale.