Ensemble Musagète: “Microcosmi” – Chopin, Debussy, Wagner

Fryderyk Chopin (1810 -1849), Concerto n. 2 in Fa minore per pianoforte e orchestra, op. 21 (Versione cameristica curata dall’Ensemble Musagète); Richard Wagner (1813-1883), Siegfried-Idyll (Versione per pianoforte e quintetto d’archi di Alfred Pringsheim); Claude Debussy (1862 -1918), Trois Nocturnes (Versione per pianoforte e quintetto di fiati di Luigi Marasca). Ensemble Musagète: Gabriele Dal Santo (pianoforte), Fabio Pupillo (flauto), Remo Peronato (oboe e corno inglese), Luigi Marasca (clarinetto), Enrico Barchetta (corno), Laura Costa (fagotto), Laura Vignato (violino I), Massimiliano Tieppo (violino I), Tiziano Guarato (violino II), Michele Sguotti (viola), Simone Tieppo (violoncello), Michele Gallo (contrabbasso). Registrazione: 9-10 e 16-17 giugno 2018 presso Cooperativa il Nuovo Ponte (Vicenza). T. Time: 75′ 15″. 1 CD Stradivarius

Nata nel 2001 con sede presso il Palazzo Leoni Montanari di Vicenza (Gallerie d’Italia), l’Ensemble Musagète si è da sempre distinta nell’esecuzione del repertorio cameristico che è stato allargato anche alla trascrizione di lavori sinfonici ridotti a complessi strumentali più piccoli. L’unanime consenso ricevuto presso il pubblico e la critica ha indotto i membri dell’ensemble a portare queste trascrizioni anche in sala d’incisione. Da ciò è nato anche il presente Cd, pubblicato dall’etichetta Stradivarius, che costituisce la prima pietra di una collana, il cui titolo Microcosmi, con il quale si intende il passaggio dal grande al piccolo organico, ricalca quello dell’intero progetto. In questa proposta sono stati inseriti tre capisaldi della produzione sinfonica e, in particolar modo, il Concerto n. 2 in Fa minore per pianoforte e orchestra di Chopin, l’Idillio di Sigfrido di Wagner in una versione per pianoforte e quintetto d’archi realizzata da Alfred Pringsheim (1850-1941) e i Trois Nocturnes di Debussy, trascritti per pianoforte e quintetto di fiati da Luigi Marasca.
I brani proposti, in queste versioni cameristiche, non solo non perdono nulla del loro fascino, ma, anzi, grazie agli organici ridotti, consentono di far emergere dei dettagli che, nell’esecuzione con grande masse orchestrali, a volte, si perdono. Ciò è evidente già nella versione cameristica del Secondo Concerto di Chopin che, grazie a un organico ridotto a un clarinetto, un corno, un fagotto, tre violini, una viola, un violoncello e un contrabbasso, trova una dimensione veramente intima. In quest’incisione il solista Gabriele Dal Santo mostra di adattarsi perfettamente all’organico che lo accompagna scegliendo delle sonorità che esaltano il lirismo di Chopin. Se, in questa versione, si perdono, infatti, gli aspetti marziali, che caratterizzavano il Biedermeier la cui presenza resta limitata ai ritmi puntati del primo movimento, la linea del “canto” trova una dimensione più lirica e calda.
Anche l’Idillio di Sigfrido di Wagner, nella versione di Alfred Pringsheim, acquista una dimensione ancor più intimistica grazie alla presenza del pianoforte che, sostanzialmente, sostituisce i fiati. Si ha l’impressione di ascoltare uno splendido dialogo tra gli strumenti a cui si aggiunge appunto il pianoforte, suonato sempre da Gabriele Dal Santo con gusto.
Non meno interessante è la versione per pianoforte e quintetto di fiati da Luigi Marasca dei Trois Nocturnes di Debussy, nei confronti della quale non nascondo di aver nutrito un iniziale scetticismo dovuto alla difficoltà di rendere per un complesso cameristico una tavolozza orchestrale così ricca come quella della partitura originale. All’ascolto questa versione appare pienamente convincente, in quanto questi tre gioielli di Debussy non perdono nulla dell’iniziale fascino. Se, forse, Nuages, con il tema iniziale affidato, nella versione originaria, ai clarinetti e fagotti, è il brano che si presta più facilmente ad essere trasposto per questo organico, gli altri due notturni, Fètes e Sirènes, che nella partitura di Debussy prevedeva la presenza di un coro, trovano delle nuove sonorità che non tradiscono per nulla lo spirito di queste composizioni, ma anzi danno ad esse nuova vita.
Infine, va segnalata l’alta professionalità di tutti gli interpreti, attenti alle dinamiche e alla ricerca di sonorità che tendono ad esaltare la dimensione intimistica di questi brani. Si tratta, in definitiva, di un bel prodotto di piacevolissimo ascolto.