Carlos Kleiber (1930-2004), a 90 anni dalla nascita: “Il suo unico e inimitabile gesto”

Figlio d’arte, dal momento che il padre Erich fu un grande direttore d’orchestra, Carlos Kleiber fu certamente una figura mitica nel panorama musicale del Novecento. Scettico nei confronti delle registrazioni che riteneva, al pari di altri grandi direttori quali Furtwängler e Celibidache, atti sacrileghi che violavano il sacro rito del concerto dal vivo, Kleiber, proprio per mezzo di queste e di alcuni, purtroppo pochi, video di concerti Live, ci ha lasciato delle testimonianze della sua immensa arte. Guardando questi video, non si può non parlare, infatti, di una vera e propria arte della direzione d’orchestra che si esplicava in un gesto in cui l’aspetto tecnico era sublimato alla ricerca di un’espressività che era frutto di un’attenta e meticolosa analisi della partitura. L’unico rammarico è che queste testimonianze sono poche e che soprattutto Kleiber non ebbe un vasto repertorio concentrandosi  quasi maniacalmente sulle stesse partiture che faceva oggetto di uno studio approfondito tale da dare di esse interpretazioni sempre più profonde e mature.

Della sua meticolosità nel lavoro è testimonianza la registrazione delle prove dell’ouverture di Die Fledermaus di Johann Strauss Jr., suo cavallo di battaglia, con l’Orchestra Sinfonica della Radio di Stoccarda (1970); queste prove, fortunatamente registrate, sono un autentico insegnamento per ogni giovane direttore d’orchestra e soprattutto esprimono la sua filosofia in base alla quale la tecnica è già espressione. In queste prove è, inoltre, evidente la ricerca maniacale di un suono che sia perfettamente consono alla situazione musicale presentata in partitura.

Se le prove sono la testimonianza del suo approccio alle partiture che dirigeva, i video dei concerti ci mostrano il suo elegante gesto che si può apprezzare nel famoso video del concerto tenuto al Concertgebouw di Amsterdam nel 1983 nel quale il grande direttore austriaco interpreta la Quarta e la Settima di Beethoven. In particolare nel Poco sostenuto introduttivo del primo movimento della Settima da lui particolarmente amata, Kleiber batte il tempo in quattro con un’eleganza che non solo mima, ma riesce a sublimare la bellezza del tema affidato da Beethoven all’oboe a cui rispondono i clarinetti, mentre la sinistra in modo perentorio segnala gli sforzati con un gesto secco e contrastante. La sublimazione del gesto di Kleiber e la sintesi tra tecnica ed espressione sono ancor più evidenti nel passaggio dal Poco sostenuto al primo tema del Vivace, dove il direttore batte il due con un minimo gesto della bacchetta nelle quattro battute in cui il flauto e l’oboe eseguono i ribattuti per dirigerli con il corpo e con gli occhi nel momento in cui espongono il leggiadro tema. Kleiber, poi, riprende gradualmente “in mano” l’orchestra con gesti più eloquenti in corrispondenza degli ingressi degli archi e soprattutto sulla corona che precede la perorazione del tema. Qui tecnica ed espressione trovano una sintesi perfetta in quanto Kleiber, dopo aver tenuto ferma l’orchestra con tutte e due le braccia sull’accordo di settima di dominante di la maggiore, la scatena nella perorazione con un eloquente gesto che mima il battere del primo tempo del due, sul quale tutta l’orchestra sembra respirare all’unisono con lui.

Vedendo questo e i pochi altri video tra cui il famoso Concerto di capodanno del 1989 nel quale tra gli altri brani è eseguita l’amata ouvertrure di Die Fledermaus dove con la sua bacchetta sembra descrivere non solo il fraseggio, ma anche quasi ogni suono della partitura, aumenta il rammarico per il fatto che non sia possibile ascoltare molte altre gemme di questo grande direttore nel campo sinfonico di cui ci stiamo occupando in questo articolo. In questo video il suo gesto disegna, infatti, i lirici temi della partitura, come puntella passi ritmici tra cui il due marcato nelle battute che precedono l’esposizione del travolgente e famosissimo tema, tratto dalla scena del ballo che conclude l’atto secondo. Nell’esecuzione di questo suo cavallo di battaglia Kleiber, in modo veramente unico, esalta le caratteristiche dei temi ora frivoli ora ammiccanti ora travolgenti attraverso un’attenzione al fraseggio,  frutto di un’analisi meticolosa della partitura e  tale da far emergere la vera essenza di ogni tema e, oserei dire, di ogni suono, curato in ogni minimo dettaglio.