Franz Lachner (1803–1890): Catharina Cornaro (1841)

Catharina Cornaro, Königin von Zypern. Große tragische Oper mit Ballet in vier Akten. Text von Henri Saint-Georges – frei übertragen von Alois Büssel. Kristiane Kaiser (Catharina Cornaro), Daniel Kirch (Marco Venero), Mauro Peter (Jakob II. von Lusignan), Simon Pauly (Andrea Cornaro), Christian Tschelebiew (Onofrio), Priska Eser (Ein page), Timo Jansen (Spirido), Wolfgang Klose (Angelo), Andreas Burkhart (Ein Offizier), Matthias Ettmayr (Diener). Chor des Bayerischen Rundfunks. Münchner Rundfunkorchester. Ralf Weikert (direttore). Registrazione live: Monaco, Prinzregentheater, 14 ottobre 2012. T. Time:151′ 58″. 2 CD CPO 778122

Nato nel 1803 a Rain in una famiglia di musicisti, Franz Lachner, dopo aver studiato con Simon Sechter e Maximilian Johann Karl Dominik Stadler, divenne, ancora giovane, il direttore principale dell’Opera di Corte Reale e Imperiale presso il Theater am Kärntnertor (Teatro di Porta Carinzia) di Vienna, città nella quale ebbe modo di conoscere Schubert, Beethoven, che lasciò in lui un’impressione duratura, e il pittore Moritz von Schwind che al compositore nel 1862 gli avrebbe dedicato l’ironica Lachner-Rolle, oggi conservata  presso la Städtische Galerie im Lenbachhaus (“Galleria Civica nel Lenbachhaus”) e consistente in un rotolo di carta di circa 12 metri dove sono dipinte le tappe più significative della vita di Lachner.  Dopo essere stato per due anni direttore musicale presso la Corte di Mannheim, Lachner si trasferì nel 1836 a Monaco dove divenne la figura musicale più importante della corte bavarese per circa 32 anni. Solo nel 1868, anno in cui Lachner diresse  La muette di Portici di Auber all’Hoftheater (Opera di Corte) di Monaco, la sua stella si eclissò, anche perché offuscata dal nuovo astro nascente, il famoso direttore d’orchestra Hans von Bülow. Questo evento determinò il ritiro dal mondo musicale di Lachner che visse praticamente da pensionato gli ultimi 22 anni di vita. Sarebbe morto, infatti, a Monaco il 20 gennaio 1890.
Al periodo trascorso presso la corte di Monaco risale la composizione di Catharina Cornaro, seconda delle tre opere di Lachner, che fu rappresentata per la prima volta  all’Hoftheater il 3 dicembre 1841 riscuotendo un grande successo sia di pubblico che di critica, come si evince da quanto sim legge nella recensione dell’«Allgemeine Musikalische Zeitung»:
“Con totale convinzione possiamo affermarlo: quest’opera ha arricchito la scuola tedesca con un nuovo lavoro drammatico, che merita di essere annoverato tra i più geniali e magnifici tra quelli appartenenti ad essa”.
Senza condividere del tutto i toni entusiastici del recensore dell’«Allgemeine Musikalische Zeitung», si può comunque affermare che questa Catharina Cornaro è un’opera che avrebbe certamente meritato di restare in repertorio più a lungo di quanto non lo sia stata per la complessiva buona resa drammaturgica ottenuta innanzitutto grazie a un libretto che, costituito da una rielaborazione in tedesco, realizzata da Alois Joseph Büssel, di quello redatto da Jules-Henri Vernoy per la La reine de Chypre di Halèvy, non presenta momenti di caduta di tensione drammatica, ma condensa la vicenda in modo particolarmente efficace.
Protagonista è Catharina Cornaro la quale, promessa sposa a Marco Venero, che ama ricambiata, è costretta a sposare Giacomo di Lusignano, re di Cipro, per ragioni di stato, consistenti nella volontà dei Veneziani di estendere il loro potere sul’isola del Mediterraneo. Dietro la minaccia che Marco sarebbe stato ucciso, Catharina acconsente al matrimonio che non sarebbe durato molto a lungo, in quanto, come si apprende nel bellissimo quarto atto, unico che si svolge a Cipro a differenza degli altri tre ambientati a Venezia, Giacomo è stato lentamente avvelenato. Questi, spiando un colloquio tra Catharina, Marco e Onofrio, venuti a Cipro, dopo aver appreso l’intrigo di cui è vittima, fa in tempo a chiamare alle armi i Ciprioti che sconfiggono i Veneziani e, morendo tra le braccia della moglie, che comunque gli era rimasta sempre fedele, la nomina sua erede al trono dell’isola.
Da parte sua la musica di Lachner, che ha abbondato il tradizionale Singspiel tedesco per una struttura a pezzi chiusi, con arie, duetti, terzetti e finali d’atto più vicina al grand-opéra di Meyerbeer, dal quale si discosta per la mancanza del tradizionale balletto, sottolinea con forza le situazioni drammaturgiche e si distende in momenti di intenso lirismo come l’aria di Catharina dell’atto secondo o il finale dello stesso atto con la bella serenata di Marco e il cantabile del duetto tra quest’ultimo e Catharina, o ancora il bellissimo duetto tra Catharina e Jakob dell’atto quarto. Di ottimo livello anche le pagine strumentali tra cui spiccano l’ouverture, costituita da un’introduzione lenta e da un Allegro in forma-sonata e l’entr’act del quarto, una pagina dai toni scuri e particolarmente intensa dal punto di vista espressivo.
È possibile oggi apprezzare questo lavoro di Lachner, nella registrazone dal vivo, pubblicata dall’etichetta CPO della ripresa a Monaco nel 2012. Si tratta di un’ottima incisione sin dalla concertazione affidata all’esperta bacchetta austriaca di Ralf Weikert il quale trova sonorità e tempi adeguati e comunque capaci di sottolineare ed esaltare la linea del canto. L’unico appunto, che mi sento di fare, riguarda i tagli, per la verità, non tantissimi e, quindi, capaci di incidere poco sulla durata complessiva dell’opera, del resto non eccessivamente lunga. Ottimo il cast vocale a partire da Kristiane Kaiser, una Catharina Cornaro pienamente convincente sul piano vocale e su quello interpretativo. Dotata di una bella voce particolarmente omogenea e dal timbro chiaro, l’artista si mostra attenta alla linea del canto e sfoggia una fraseggio particolarmente curato. Del pari convincente è Daniel Kirch che, contando su una voce da lirico puro che guarda già all’Heldentenor, è autore di una prova convincente. Mauro Peter appare perfettamente calato nel ruolo di Giacomo di Lusignano del quale riesce a rappresentare sia il lato umano che quello eroico evidente nel quartetto dell’atto quarto. Valida nel ruolo di Andrea anche la prova di  Simon Pauly, baritono lirico, che  mostra belle intenzioni espressive nell’aria Mir leben auf die Tage. In ruolo gli altri comprimari: Priska Eser (Ein page), Timo Jansen (Spirido), Wolfgang Klose (Angelo), Andreas Burkhart (Ein Offizier), Matthias Ettmayr (Diener).Tra di loro spicca l’Onofrio scuro, ma anche perentorio nel minacciare Catharina nel quarto atto, di Christian Tschelebiew. Ottima, infine, la prova del Coro della Radio bavarese.