Hector Berlioz (1803-1869): “Messe Solennelle H20” (1825)

Messe Solennelle H20: Introduction; Kyrie; Gloria; Gratias; Quoniam tu solus Sanctus; Credo; Incarnatus; Crucifixus; Resurrexit; Motet pour l’Offertoire; Sanctus; O salutaris; Agnus. Adriana Gonzalez (soprano). Julien Behr (tenore). Andreas Wolf (basso). Le Concert Spirituel Choeur & Orchestre. Hervé Niquet (direttore). Registrazione: giugno 2019 presso la Chapelle Royale du Château de Versailles. T. Time: 51′ 19″. 1 CD ALPHA CLASSICS 564
L’ascolto di questa Messa solennelle di Berlioz fa letteralmente tremare le vene e i polsi soprattutto se si considera la giovane età del compositore francese che scrisse questo suo lavoro, da lui poi rinnegato, nel 1824, appena ventenne, sull’onda dell’emozione suscitata dal Requiem di Cherubini eseguito nella Basilica di Saint-Denis in seguito alla morte del re Luigi XVIII. Bisogna precisare che Berlioz, a Parigi per frequentare i corsi di medicina per esplicita volontà del padre, non aveva, fino ad allora, seguito degli studi musicali regolari; nella capitala francese il giovane, però, non era riuscito a non farsi coinvolgere dagli stimoli musicali offerti da Parigi tanto da spingerlo a lasciare
gli studi di medicina per dedicarsi alla musica. Questa sua decisione irrevocabile fu, tuttavia, causa di dissapori con il padre che tagliò i fondi al giovane il quale non si perse certo d’animo. Per trovare i finanziamenti per fare eseguire questa Messa Berlioz, infatti, si rivolse prima a Chateaubriand con esito negativo e, poi, con esito positivo, ad Augustin de Pons, un mecenate, appassionato di canto. La prima esecuzione poté avere così luogo il 10 luglio 1825 con un grande successo per Berlioz che, in quell’occasione, non aveva vestito solo i panni del compositore, ma anche quelli del regista, dell’amministratore e del direttore artistico scegliendo i musicisti in prima persona e organizzando le prove. Nonostante il successo di questa prima esecuzione testimoniata anche dalla stampa dell’epoca, Berlioz in seguito rinnegherà questa Messa che letteralmente distruggerà per riprendere alcune delle sue parti in altre composizioni mature come la Sinfonia fantastica, il Benvenuto Cellini e il Te Deum. Proprio come citazioni di questi lavori la Messa è stata ritrovata per un caso incredibile nel 1991 ad Anversa ed è stata ricostruita per la presente esecuzione. Opera monumentale, benché giovanile, questa Messa rivela il grande talento di Berlioz non solo nell’invenzione melodica, ma anche nel contrappunto e soprattutto nell’orchestrazione, pratica nella quale il compositore francese sarebbe diventato uno dei più grandi maestri della storia della musica. Nella partitura, accanto a passi che saranno ripresi nelle opere mature come il tema del Gratias che ritorna nel terzo tempo della Sinfonia fantastica, si trova già una mano incredibilmente esperta soprattutto in considerazione della giovanile età.
La riscoperta e l’incisione di questa giovanile, ma già matura partitura berlioziana sono, dunque, degne di merito in quanto ci permettono di conoscere le prime prove nella gestione dell’orchestra e del coro di uno dei più grandi maestri della storia della musica; se, poi, si aggiunge che ad inciderla è Le Concert Spirituel, la compagine orchestrale  e corale fondata e diretta da Hervé Niquet, non si può chiedere di meglio non  solo perché si avvale degli strumenti antichi, ma anche per il rigore filologico con cui è stata interpretata questa partitura. La sua concertazione si impone, inoltre, per l’ottima scelta dei tempi e delle sonorità, per la perfetta gestione delle masse orchestrali e corali e per la bellezza e la pulizia del suono. Nei pochi episodi solistici vanno apprezzate le vocalità del soprano Adriana Gonzalez, del tenore Julien Behr e del basso Andreas Wolf, le cui performances si segnalano per la cura nel fraseggio e l’attenzione agli aspetti espressivi dei testi.