Estate Teatrale Veronese 2022:”Othello Tango”

Verona, Estate Teatrale Veronese 2022, Teatro Romano
“OTHELLO TANGO”
“Guardatevi dalla gelosia, mio signore!
È un mostro dagli occhi verdi che si diletta col cibo di cui si nutre.” W. Shakespeare / Othello
Compagnia Naturalis Labor
Ideazione, coreografie e regia Luciano Padovani
Assistente coreografa Jessica D’Angelo
Di e con: Anibal Castro, Jessica D’Angelo, Loredana De Brasi, Samuele Fragiacomo, Roland Kapidani, Roberta Morselli, Elisa Mucchi, Francesco Pacelli, Roberta Piazza, Andrea Rizzo, Ayelen Sanchez, Walter Suquia
Scene Mauro Zocchetta
Musiche originali Carlo Carcano
Luci Thomas Heuger
Costumi Chiara Defant
Una produzione Compagnia Naturalis Labor in coproduzione Festival Estate Teatrale Veronese
Prima nazionale
Verona, 26 luglio 2022
Non è facile recensire questa nuova creazione della Compagnia Naturalis Labor  in prima nazionale all’estate teatrale veronese, nella sessione danza che, dopo “Giulietta” e  questo “Othello”, proseguirà il 4 agosto prossimo con “Nothing/Lear” del Balletto Civile di Michela Lucenti.  Le parole introduttive dell’ideatore, coreografo e regista de balletto, Luciano Padovani, che potete vedere nel breve video che potete vedere qui, sintetizzano perfettetamente questo balletto: una sapiente fusione tra danza moderna e tango, tra stili quanto mai diversi, ma che qui si intrecciano con grande intelligenza ed efficacia.
Non vogliamo quindi spendere molte parole perchè non riuscirebbero in realtà a trasmettere quello che il livello emotivo che scaturisce da questa creazione. Se troviamo le figure di Otello, Desdemona e soprattutto  di Jago, onnipresente, anche attraverso le nere figure che si insuano, opprimo e annullano i protagonisti. È un percorso narrativo quello approntato da Padovani, chiaro, nell’enunciare lo snodo della vicenda, ma allo stesso tempo non è esplicativo, ma subito interiorizzato, o meglio, narrato attraverso la mente. Qui non c’è più  traccia di amore tra Otello e Desdemona, ma solo amarezza, dubbio e un forte senso di oppressione, di violenza del maschile verso il femminile che si evidenzia in una fisicità sempre più marcata, esasperata, quasi ossessiva,  espressione di chi ha ormai perso la lucidità, la razionalità ed è scivolato sempre di più nella follia. Danza moderna e tango si rimbalzano continuamente questi sentimenti in un crescendo quasi parossistico, fino all’annullamento dei tre protagonisti, accasciati a terra. Solo in questo momento, una delle figure nere, senza volto, si toglierà la maschera: solo nella catarsi  estremo della morte la mente si è liberata. Settanta minuti di danza, di forza teatrale, che cattura totalmente l’attenzione ed emoziona, anche grazie alla forza della musica, in totale sintonia con la danza (a cura di Carlo Carcano). Il grande fondale-parete, materico (di Mauro Zocchetta) espressione anch’esso della barriera, dell’isolamento che si crea tra i personaggi, valorizzato dalle luci di Thomas Heuger. Efficaci i costumi di Chiara Defant. Come abbiamo già detto, l’impeto di Othello Tango, con i suoi straordinari interpreti in scena, cattura e colpisce il pubblico che saluta con applausi conviniti Luciano Padovani e tutti i componenti della  Compagnia Naturalis Labor.