Torino, MITO Settembre Musica 2022: “Luci Brasiliane” con la NEOJIOBA Orchestra

Torino, Auditorium Giovanni Agnelli, Lingotto, MITO Settembre Musica 2022.
“LUCI BRASILIANE”
NEOJIBA Orchestra –Orchestra Giovanile dello Stato di Bahia
Direttore Ricardo Castro
Pianoforte  Maria João Pires
Berimbau 
Raysson Lima
Antônio Carlos Gomes: Ouverture dall’opera “Il Guarany”; Ludwig van Beethoven: Concerto n. 3 in do minore per pianoforte e orchestra op. 37; Heitor Villa-Lobos:Bachiana brasileira” n. 4 per orchestra; Jamberê Cerqueira: “Kamarámusik”, pezzo concertante
per berimbau, percussioni e orchestra (prima esecuzione in Italia)
Torino, 14 settembre 2022
Per la terza volta a
MITO Settembre musica si esibiscono i giovani  dell’orchestra NEOJIBA, espressione di un programma di sviluppo culturale e musicale promosso dallo stato federale brasiliano di Bahia. La nascita del programma data di una quindicina d’anni ed è concepito sulle orme dell’analogo venezuelano, già tanto promosso e supportato da Claudio Abbado. Migliaia i ragazzi coinvolti, attualmente ne sono associati circa 2500.
Periodicamente l’orchestra esce dai confini nazionali, in tournée promozionale, collaborando, come supporto di sicuro richiamo, con grandi solisti.Le precedenti due volte a Torino per MITO, 2014 e 2018, ci fu Martha Argerich al pianoforte per i concerti di Schumann e di Čaikovskij. Questa volta la tastiera, per il 3° concerto di Beethoven, è toccata alla portoghese Maria João Pires, altra splendida abitante del ristrettissimo Olimpo pianistico internazionale. Con la Pires, diversamente dal passato, l’accoppiata solista-orchestra dà risultati apprezzabilissimi. È indubbio che Berlino e Vienna e pure Roma siano ben lontane, ma Bahia suona compatta e ben calibrata con poche intemperanze (timpani stratosfericamente sonori) e nessun svarione. Il rapporto che si instaura con la solista è di un meraviglioso e commovente contrasto: il giovanile ed irruente entusiasmo dei leggii verso la lirica appassionata ragionevolezza della tastiera. L’attacco è travolgente per volume e convinzione, la solista vi entra non contraddicendolo ma adeguandosi sull’immediato, per poi, con sensibilità, piegarlo a lidi meno risoluti. La dolcezza del fraseggio e un utilizzo stratosferico del pedale, con il colore cangiante di ogni frase, piegherebbero anche Cerbero. I ragazzi si adattano momentaneamente, per poi riproporre, con educata caparbietà, le loro istanze. Memorabili le ultime frasi, interrotte da un tellurico intervento del timpano, che introducono una cadenza da antologia. Il largo è tutto nelle mani, e nei piedi, della pianista, i ragazzi fioriscono con discrezione l’umanità che sgorga dalla tastiera. Nel travolgente giovanile rondò finale riprende la lena di un appassionato ottimismo, orchestra e solista danno luogo ad uno dei finali più emozionanti che mi sia stato dato di ascoltare. I giovani per suono e per ritmo sono baldanzosi, il pianoforte con amorevole sollecitudine cerca di frenarli, almeno un poco, poi, con dissimulati buffetti corrivi, li incoraggia al rischio e all’agognato futuro. Un Beethoven che, come poche altre volte, ci si rivela assolutamente giusto e convincente nel suo ottimismo. La direzione, determinante per questo esito, è di Ricardo Castro, già eccellente pianista e da molti anni eroico conduttore della NEOJIBA.
Ricardo Castro e la Pires, a 4 mani sulla tastiera, si sono poi prodotti in un inevitabile fuori programma: la trascrizione pianistica della divertente e umoristica Danza dell’anitra dal Peer Gynt di Grieg. Il concerto inizia e termina con due pagine di autori brasiliani: l’Ouverture dell’opera Guarany di Gomez e la Bachiana Brasileira n.4 di Villa-Lobos. I due pezzi, musicalmente apprezzabili, hanno ulteriormente messo in mostra la preparazione e la flessibilità dell’orchestra, gli esiti sono stati comunque imparagonabili con quelli straordinari del concerto beethoveniano.
Nel mezzo, una composizione di un membro dell’orchestra stessa Jamberê Cerqueira (nato nel 1987). Il pezzo, denominato alla barocca Kamaràmusik per berimbau e orchestra, se dubbio suscita sul suo valore musicale, dà libero sfogo alla indiavolata e coloratissima esibizione di Raysson Lima, virtuoso danzatore e solista dell’esotico strumento (una zucca cava sormontata da un lungo bastone che tende una corda resa risonante dalle percussioni di un bastoncino). Gli applausi sono il premio per il grande impegno e per la spensierata atmosfera di carnevale carioca.
La serata dei giovani e bellissimi orchestrali, tutte e tutti rigorosamente in abito da sera si conclude con l’immancabile, suonato e danzato, ticoticoti ticoticota. Il travolgente successo, fortunatamente decretato dall’affollato Lingotto, è stato inarrestabile.