Ancona, Teatro delle Muse: “Il matrimonio segreto”

Ancona, Teatro delle Muse, Stagione Lirica 2022
IL MATRIMONIO SEGRETO
Dramma giocoso per musica in due atti su Libretto di Giovanni Bertati.
Musica Domenico Cimarosa
Geronimo FILIPPO MORACE
Elisetta MARIA SARDARYSlAN
Carolina VERONICA GRANATIERO
Fidalma MARIANGELA MARINI
Il Conte Robinson TOMMASO BAREA
Paolino PIERLUIGI D’ALOIA
Orchestra sinfonica “Gioachino Rossini”
Direttore Diego Ceretta
Regia Marco Baliani
Scene e luci Lucio Diana
Costumi Stefania Cempini
Nuova produzione Fondazione Teatro delle Muse
Ancona, 16 ottobre 2022
Il secondo e conclusivo titolo della breve stagione lirica del Teatro delle Muse è stato “Il matrimonio segreto”, il noto capolavoro di Domenico Cimarosa. Opera che mancava dalle scene da lungo tempo dalle scene anconetane (la prima volta nel 1911 e la seconda nel 1928) e ora  riproposta in occasione del ventennale della riapertura del teatro. Un nuovo allestimento impreziosito da un cast giovane e brillante. La regia di Marco Baliani è elegante ed essenziale, grazie all’apporto delle scene e delle  luci di Lucio Diana. L’impianto scenico è essenziale: una struttura con tende-sipario dalla quale entrano ed escon i personaggi. Tre lampadari illuminano la scena con colori  caldi con un abile ed efficace gioco di luci. La regia inserisce le figure di quattro servitori che il regista definisce “Ariel shakesperiani” ossia figure quasi “fantastiche” che spostano gli oggetti, si materializzano come silhouette, o  diventano addirittua cavalli per la carrozza della fuga di Paolino e Carolina.
I costumi raffinati di Stefania Cempini abbandonano la tradizionale ambientazione settecenstesca per collocarsi tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, con certo ammiccamento alla commedia alla Feydau. Il giovanissimo Diego Ceretta a capo dell’orchestra sinfonica Rossini ha affrontato la partitura con piglio sicuro.Nella concertazione ha trovato sempre il giusto equilibrio tra la buca e la scena, senza tralasciare i giusti colori tra le parti più briose e quelle più raffinate con morbidi chiaroscuri. La presenza di Filippo Morace è una garanzia di sicurezza. Il suo è un Geronimo collaudatissimo sotto ogni punto di vista. Si può azzardare dire: perfetto. Anche Maria Sardaryan (Elisetta), mette in luce “verve” scenica unita a Èuna bella qualità vocale, carraterizzata da un’emissione morbida e fluida mai disgiunta dalla ricerca di un giusto accento, come ad esempio nell’aria “Se son vendicata” del secondo atto. Veronica Granatiero tratteggia una Carolina di grande musicalità. La voce cristallina, di bella qualità, ben sorretta tecnicamente, portano alla realizzazione di un personaggio disinvolto e totalmente centrato. Altrettanta sicurezza mostra anche Mariangela Marini nell’affrontare l’insidioso ruolo di Fidalma. La vocalità è omogena nell’emisisone  con una bella uniformità timbrica e di emissione, un fraseggio variegato e preciso. L’aria “È ver che in casa” (atto primo) è risolta con sicurezza, con presenza scenca totalmente  convincente. Centratissimo anche il Conte Robinson di  Tommaso Barea. Accanto a una grande padronanza scenica Breda ha messo in luce una voce potente ma sempre attenta a sfumature mai banali per tratteggiare al meglio il personaggio. Pregevole nell’aria “Son lunatico bilioso” del secondo atto. Pierluigi D’Aloia è un Paolino disinvolto, dalla vocalità luminosa, vivace, ma anche delicata e di bel lirismo che trova perfetta attuazione nella celebre aria “Pria che spunti in ciel l’aurora” del secondo atto.Grandissimo successo di pubblico (formato anche da giovanissimi) a fine recita per uno spettacolo fresco, gradevole e perfettamente riuscito. Cala dunque il sipario sulla stagione lirica delle Muse ha dimostrato un certo coraggio nella scelta di un cartellone per nulla scontato, con due titoli non frequentatissimi, che hanno comunque suscitato interesse e gradimento. Aspettiamo con curiosità il programma del 2023. Foto Giorgio Pergolini e Danilo Antolini