Milano, Piccolo Teatro Grassi: “La lunga strada di sabbia”

Milano, Piccolo Teatro Grassi, Stagione 2022/23
LA LUNGA STRADA DI SABBIA”
Il viaggio in Italia di Pier Paolo Pasolini
concerto a tre voci a cura di Federico Tiezzi
Attore SANDRO LOMBARDI
Mezzosoprano MONICA BACELLI
Regia Federico Tiezzi
Pianoforte Andrea Rebaudengo
Nuova Produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi e Società del Quartetto di Milano
Milano, 01 ottobre 2022
Purtroppo per ora relegato a un’unica data, “La lunga strada di sabbia” è tra i migliori spettacoli cui ci sia capitato di assistere in onore di Pier Paolo Pasolini, uno spettacolo strettamente pasoliniano nel senso letterario del termine, e non, per una volta, in quello più pruriginoso. Per intenderci: niente ragazzi di vita, prostitute disperate, madri castranti, giovani senza maglietta che giocano al pallone e tutto il resto del contorno “pasoliniano” cui siamo avvezzi, ma un attore con un leggio davanti, un pianoforte a coda, una cantante lirica. Dov’è Pasolini qui? È tutto nelle parole recitate e nelle atmosfere ricreate: per una volta non un Pasolini borgataro, ma il (non troppo) distaccato e raffinato testimone dell’estate degli italiani, che alla mente riporta Tenco, Ciampi e Modugno, ma anche le struggenti romanze di Tosti e Smareglia, oltre a Luciano Berio e ai canti popolari. La rivista “Successo” – emblema degli anni del boom e la cui pretenziosità del nome fu inversamente proporzionale alla sua durata editoriale – nell’estate ’59 commissiona all’autore di grido della letteratura italiana (autore già di “Ragazzi di vita” e “Una vita violenta”, delle raccolte “La meglio gioventù”, “Le ceneri di Gramsci”, “L’usignolo della Chiesa cattolica”, e con due scandalosi processi alle spalle) un reportage dalle spiagge del Belpaese. Pasolini prende la cosa molto seriamente, e a un primo tratto che avrebbe dovuto condurlo da Sanremo a Palmi, ne aggiunge un secondo in Sicilia, per poi risalire dal Salento sino a Trieste. Siamo di fronte a un Pasolini ancora “puro”, ossia distante dalla scrittura cerebrale e engagé dei suoi ultimi lavori, un Pasolini la cui parola sa e suona: ottima dunque è l’intuizione di Federico Tiezzi di trarne un recital, e di coinvolgervi, in qualità di unico attore, Sandro Lombardi, ossia un attore/autore (indimenticabile il suo “Le mani sull’amore” per Feltrinelli) di rarissima profondità e dolcezza interpretativa, caratterizzato da una voce naturalmente flautata, dalle asperità vagamente metalliche. La sua prosodia è maliosa, sembra riportarci alla recitazione proprio degli anni Cinquanta, oltre a ricordare l’inconfondibile nenia pasoliniana; il testo, nella sua precisione descrittiva e nella capacità immaginifica sembra fatto apposta per questo tipo di andamento musicale. Splendido contraltare sonoro fa a questa voce d’uomo sottile e pacata, la calda e avvolgente vocalità di Monica Bacelli, mezzosoprano tra i più apprezzati, che si presta a un repertorio, come già detto, molto limitatamente classico: da quando attacca con “Un giorno dopo l’altro” di Luigi Tenco abbiamo la netta sensazione che non sarà il “solito” recital. E infatti la voce della Bacelli – per lo più sempre impostata liricamente – compie veri salti mortali, avvitamenti tra Malipiero e Alfano, sempre misuratissima e solo in rare eccezioni “sfogata”, senza per questo sottrarsi a un fraseggio ispirato. Il pianoforte del maestro Andrea Rebaudengo a volte fa saggiamente capolino tra un testo e l’altro, tra un’immagine evocata e un sospiro, oltre che sostenere il canto con fantasia e discrezione. Dopo un’ora e mezza, il numeroso pubblico del Grassi – tra cui figurano anche celebrità e uomini delle istituzioni – si risveglia trasognato dal viaggio che ha fatto proprio sul sedile accanto della Fiat 1100 di Pasolini, e ricopre di calorosi applausi gli interpreti di questa piccola gemma, che ci auguriamo possa presto ricomparire in molti altri cartelloni. Foto Aurelio Carrù