Roma, Teatro Argentina:” Il Tango delle Capinere” di Emma Dante

Roma, Teatro Argentina, Stagione 2022 2023
“IL TANGO DELLE CAPINERE”
di Emma Dante
regia Emma Dante
con Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco
in coproduzione con Teatro Biondo Palermo , Emilia Romagna Teatro ERT – Teatro Nazionale , Teatro di Roma , Teatro Nazionale ,  Carnezzeria , Théâtre des 13 vents, Centre dramatique national Montpellier , MA scène nationale – Pays de Montbéliard

In collaborazione con Sud Costa Occidentale
Coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma
Roma, 02 Maggio 2023

“So che un amore può diventare bianco
come quando si vede un’alba che si credeva perduta.”
Alda Merini

L’atmosfera magica e nostalgica del Teatro Argentina di Roma si fa palcoscenico per “Il Tango delle Capinere”, una toccante opera teatrale diretta dalla talentuosa Emma Dante. Questo spettacolo intimo e profondo, rappresentato con straordinaria maestria dai suoi protagonisti, ci porta in un viaggio attraverso il tempo e l’amore, offrendo un’esperienza emotivamente intensa. Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco , infatti, già protagonisti di un amore fugace negli “amanti senza nome” di un altro noto spettacolo “Ballarini“, tornano a esplorare la loro relazione in una versione più approfondita, sempre sotto la direzione di Emma Dante. La regista siciliana crea un’atmosfera intima e quasi autobiografica  in questo suo nuovo allestimento, che dedicato alla generazione dei suoi genitori ed a suo padre in particolar modo, evoca atmosfere e ricordi teneri e talvolta persino goffi. L’opera teatrale rivela sin da subito quelli che sono i tratti distintivi di Emma Dante, come l’uso del dialetto ed una invadente coreografia, arricchendo il “Tango delle Capinere” di una profonda emotività e caratterizzazione. Ambientato in uno spazio semplice e scarno, privo di alcun impianto scenografico strutturato, il sottofondo che da il titolo allo spettacolo  è una ballata amorosa e malinconica che trae ispirazione dal Tango delle capinere di Nilla Pizzi e  Libertango di Astor Piazzolla. La narrazione si svolge principalmente attraverso la musica e i movimenti evocativi dei due ballerini/ attori, che esprimono attraverso la loro mimica e gestualità una familiarità emotiva di grande impatto tanto da sostenere da soli l’intero intreccio drammaturgico. Il pubblico viene coinvolto in una storia d’ amore quotidiana, fatta di attimi e momenti di giorni assolutamente normali come la finale del mondiale del 1982 in televisione, di piccoli litigi, di gesti d’amore e l’arrivo di un figlio, il tutto osservato attraverso la finestra di una abitazione comune, offrendo uno sguardo indiscreto sulla vita di questi due amanti. La storia si dipana in senso inverso, come se delle istantanee prendessero vita e ringiovanissero i due protagonisti che estraggono da due bauli frammenti di un ricordo dopo l’altro, fino al momento in cui rivivono il loro primo incontro al mare, da giovanissimi, quando scelgono di innamorarsi. L’amore assume una tonalità bianca, come sottolinea Emma Dante citando una poesia di Alda Merini. Il bianco rappresenta l’amore che, con il tempo, diventa una pagina bianca: i nomi diventano superflui poiché l’essere amato diventa parte integrante di noi stessi, senza più bisogno di un nome. In questo palcoscenico palpitante eccheggiano le musiche di Gianni Morandi e Mina, un carillon e Nilla Pizzi, Luigi Tenco e Rita Pavone, Edoardo Vianello e De Gregori: melodie e armonie dell’Italia emersa nel dopoguerra (i nonni e bisnonni dei giorni nostri). Una nazione che, forse, conobbe la felicità grazie a un futuro possibile da edificare, un’opportunità tangibile di crescita, di progresso e di lotta, testimone della realizzazione dei risultati di battaglie e sacrifici. Manuela Lo Sicco e Sabino Civilleri, collaboratori di lunga data di Emma Dante, interpretano nuovamente i due amanti senza nome, mostrando maestria nei movimenti, a tratti clowneschi, in particolare all’inizio, quando indossano le maschere della vecchiaia. La narrazione, inizialmente divertente e spensierata, si trasforma poi in un racconto di tenerezza, quotidianità e vita vissuta. Questo carosello di ricordi, si rivela in fin dei conti uno spettacolo semplice, ma forse proprio per questo ricco di quelle emozioni che hanno il sapore di eternità ed universalità. Manuela Lo Sicco descrive la storia come “appartenente a tutti, a tutti i vecchi amori”, aggiungendo che i protagonisti sono due anziani che, durante una notte di Capodanno, decidono di ripercorrere la loro vita e rivivere i momenti condivisi attraverso la danza. Sabino Civilleri risulta essere l’accompagnatore ideale, e ambedue gli interpreti, appaiono credibili in tutte le epoche che attraversano, caleidoscopici e perfettamente sincronizzati come l’orologio da taschino con cui i due anziani giocano sul palcoscenico all’inizio. Gli oggetti di scena fungono da strumenti di questa memoria emozionale, sopravvivendo a noi e agli innamorati in età avanzata, estratti da due vecchi bauli disposti specularmente agli angoli della scena, agenti catalizzatori di questo mosaico di ricordi, ma anche simboli di due sepolcri nei quali l’amore verrà deposto in un’immagine sempre ferma . Il Tango delle Capinere è uno spettacolo in cui riconoscersi, con semplicità e senza pretese, come il suono di un carillon che ti fa sorridere  a qualsiasi età. Il pubblico ha tributato un caloroso e fervido applauso, colmo di passione a fine spettacolo. Con fervore e curiosità, gli spettatori hanno scrutato l’intera sala, nella speranza di individuare la talentuosa regista, per poterle esprimere la loro ammirazione e gratitudine. Purtroppo, per la delusione dei presenti, la regista non era in sala. Qui per tutte le informazioni.