Torino, Teatro Regio, Sala Piccolo Regio G. Puccini: “Bastiano e Bastiana”

Torino, Teatro Regio, Sala Piccolo Regio G. Puccini, Opera in Famiglia 2023
“BASTIANO E BASTIANA”
Opera comica in un atto K.50. Libretto di Friederich Wilhelm Weiskern, Johann H.F.Mueller e Johann Andreas Schachtner. Edizione in lingua italiana.
Musica di 
Wolfgang Amadeus Mozart
Bastiana AMÉLIE HOIS*
Bastiano FRANCESCO LUCII*
Colas ROCCO LIA*
Orchestra del Teatro Regio di Torino
Direttore
Riccardo Bisatti*
Regia 
Paolo Vettori* e Chiara Osella
Scene 
Claudia Boasso
Costumi
Laura Viglione
Luci 
Gianni Bertoli
*Artisti del Regio Ensemble
Nuovo allestimento del Teatro Regio Torino.
Torino, 28 maggio 2023
Bastiano e Bastiana è il titolo mozartiano che, con il Barbiere di Siviglia per i piccoli e l’Arca di Noè di Britten, fa parte di quel gruppetto di spettacoli che la struttura stabile del Teatro, con l’intervento dei validissimi membri del Regio Ensemble, ha allestito, per bambini e famiglie, nella sala riaperta del Piccolo Regio. Mozart, quando questo titolo si diede per la prima volta, il primo ottobre del 1768, di anni ne contava solo dodici. La creazione ufficiale venne registrata nel viennese Gartentheater, ma parrebbe si fosse in realtà tenuta nel giardino della casa di Messmer, lo stregone che ridava vita con le calamite, si veda Despina nel Così fan tutte. Nel leggere l’età dell’autore ci fa stupire che un bambino abbia prodotto 50 minuti di musica per orchestra con voci e soprattutto che gli si desse fiducia per metterla in scena. La storiella raccontata non è proprio per infanti: Bastiana, gelosa, spasima per Bastiano che se la spassa con una fantomatica contessa; Colas, l’Alfonso ante litteram, un po’ ci prova, ma al diniego della fanciulla le consiglia di fare la coquette indifferente; Bastiano ci casca e si chiude quindi il tutto con un velo bianco e i confetti. 16 numeri musicali e parecchi minuti di recitativo secco. All’ascolto si sente bene che da qui è partito tutto il teatro mozartiano e non solo i Singspiel. Bastiana è la sicura protagonista e progenitrice delle Blondchen e delle tre dame del Flauto, ha pure segnato la rotta per Susanna, Zerlina e Despina. Amélie Hois, figurino di ceramica di Meissen, ha vivacità giovanile e voce che con sicurezza saltella squisita fin sulle vette del pentagramma. Come interprete è appropriata ed avvincente, suscita un’irresistibile simpatia, la sua recitazione italiana è più che accettabile. Mozart con Bastiana esprima il meglio di quei primi tentativi di creare personaggi vitali. Più defilato e meno definito il Bastiano, il ragazzotto è avaro di sfoghi lirici e sentimentali; forse un anticipo di Pedrillo, non certamente di Tamino che di cuore è più tenero. Francesco Lucii, non certo un esponente, almeno nella parte, del tenorismo costi quel che costi, con grazia calibrata e con voce giusta ci ha dato un ritratto appropriato del ragazzetto spensierato. La contessa la lascia, al momento, di sicuro non farà altrettanto con le altre occasioni che gli si presentassero. Colas il marpione approfittatore, con la divertente aria di magia alla Mary Poppins, Diggi, daggi, schurry, murry, si rivela malizioso come Despina, quella che con la calamita esorcizza gli intossicati. Con lui si avvia l’ancora acerba serie di baritoni che da Figaro a Leporello trionferà in seguito nell’opera mozartiana, porta pure nel suo bagaglio alcune scivolate nel sillabato tenorile di Monostratos. Colas rappresenta un carico non indifferente per le spalle e per la gola di Rocco Lia, che sia parlando che cantando, impavido, con successo, lo porta felicemente a destino. Dopo uno stupefacente Adés, sempre qui al Piccolo Regio, Riccardo Bisatti era atteso con apprensione e speranza alla prova Mozart. Già dalle 80 battute dell’Intrada si è capito che il braccio era quello giusto. I validissimi strumentisti dell’Orchestra del Teatro Regio hanno trovato sotto la bacchetta del giovane novarese la vivacità e l’acidulo che ben si addice all’opera, alla giovinezza dell’autore e degli esecutori. Non cesseremo mai di lodare, quando ben confezionati, gli adattamenti ritmici italiani dei libretti in altra lingua. Il tedesco accentua una scansione con lo staccato pure quando l’autore non lo riporta sulla carta, l’italiano, viceversa, con le sue vocali rotonde privilegia il legato. Bisatti, con un’attentissima concertazione coi cantanti, ci restituisce la scansione sillabica anche con l’italiano e l’effetto che ne trae è stupefacente. Probabilmente, ma è una supposizione senza avvalli ufficiali, questa ministagione al Piccolo Regio, nata forse per crearsi punteggio per i fondi del FUS, non ha usufruito di budget da favola. L’equipe domestica che ha curato l’allestimento ha dovuto forzatamente sopperire alle scarse risorse materiali con quelle, dimostratesi abbondanti, di intelligenza e fantasia. Le scene e i bozzetti di Claudia Boasso, i costumi di Laura Viglione e le luci di Gianni Bertoli hanno ben servito la fantasia e la sagacia della coppia registica formata da Paolo Vettori e Chiara Osella. Questi si sono inventati un Mozart, il bravo ed onnipresente mimo Marco Caudera, che si balocca con un teatrino di fantasia i cui personaggi di cartone si trasformano in gigantografie per metamorfizzarsi poi nei cantanti attori in carne, ossa e voce, protagonisti del racconto. Altre gigantografie, silenziose ed immobili, rimandano all’ipotetica Contessa amante di Bastiano, al malandrino Conte da jus primae noctis e ai due albanesi del Così fan tutte, il futuro della scena mozartiana c’è tutto. L’ambiente è il nudo piccolo palco del teatro con sei maxi-quinte grigie e una sagoma di alberone. La sala della domenica pomeriggio è stracolma di bambini e genitori. Dopo un piccolo confuso rumoreggiare iniziale, silenzio e attenzione prendono il sopravvento. Lo scatenamento finale poi ha sancito il rumoroso successo della recita e il caloroso ringraziamento agli esecutori.