Torino, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI: “Operette e Zarzuelas”

Auditorium RAI “Arturo Toscanini”, di Torino. Concerti RAI orchestra Pops
Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI
Direttore 
David Giménez
Johann Strauss II: “Der Zigeunerbaron”, Ouverture;  Josef Strauss: Ohne Sorgen! Polka-schnell op.271;  Johann Strauss II: Frülingsstimmen. Valzer op.410;Unter Donner und Blitz”, Polka-schnell op.324; Die Fledermaus”: Ouverture;  Franz Léhar: “Die Lustige Witwe”. Estratti. Federico Chueca: El Bateo. Preludio. Jeronimo Giménez: “El Baile de Luis Alonso”. Intermezzo; Manuel de Falla: “El Amor Brujo”. Danza Ritual del Fuego. Enrique Granados Goyescas: Intermezzo; Jeronimo Giménez:” La Boda de Luis Alonso”. Intermezzo.
Torino, 20 giugno 2024
Il solstizio d’estate chiude la primavera e con l’estate tutte le stagioni teatrali e concertistiche se ne vanno in vacanza. In città poco rimane per le settimane successive, bisognerà pazientare fino alle riaperture autunnali. L’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI, con le valige già pronte per il ROF pesarese, si congeda anch’essa dal pubblico degli abbonati dell’Auditorium con questo terzo Concerto POP. Il programma proposto accosta ad una prima parte genericamente viennese, una seconda spagnoleggiante. Seguendo il titolo della serata, dovrebbe trattarsi di un’antologia, purtroppo solo orchestrale, di brani da operette viennesi e da ispaniche zarzuelas. Si inizia con una sequela di valzer e di polke della famiglia Strauss in cui si esalta il virtuosismo dell’Orchestra e la sensibilità solistica delle sue prime parti. Il maestro David Giménez ha qui dato sfogo ad una energetica esuberanza latina piuttosto che alla languida decadenza viennese, stemperata in frenetiche giravolte di danza. Un cocente smarrimento per chi amasse le orchestre e i concerti della sala d’oro del Wiener Musikverein. Per molti aspetti il protagonista della serata, fin dall’ouverture dello Zingaro Barone, è stato l’oboe di Nicola Patrussi, sospeso tra l’appassionato patetismo della nostalgia e la brillantezza virtuosa della spettacolarità. A lui, nel corso della serata, si sono accostati in dialoghi affascinanti, il flauto di Alberto Barletta e il violoncello di Pierpaolo Toso. La mancanza di voci ha molto pesato, in chiusura della prima parte di serata, sull’esito interlocutorio della selezione dalla Vedova allegra. I conosciutissimi temi dell’operetta, peraltro non segnalati dal programma di sala, erano tutti presentati dagli ottimi strumentisti, ma è stato comunque inevitabile avvertire la sensazione che qualcosa mancasse.
L’avvio della seconda parte del concerto ci porta a Chueca, non il vivace e gaio barrio arcobaleno di Madrid, ma all’assai meno noto, in Italia, autore madrileno di decine di zarzuelas. Il preludio del Bateo del 1901 che, morto l’autore nel 1908, risulta essere una delle sue ultime fatiche, ci immette prepotentemente nell’appassionato mondo del sud mediterraneo. Le storie son di truculenta passione con spirito e ispirazione che non si distanziano dal rappresentarsi come “verismo” rosso sangue seppur per il gazpacho e la sangrìa. David Giménez è di questo repertorio conoscitore espertissimo e ne sa interpretare al meglio gli umori e le passioni. Oltre a Chueca altri due intermezzi da zarzuelas di Geronimo Giménez, quasi omonimo ma non-parente del direttore. La musica ha molti richiami al folclore iberico, con danze, percussioni, ritmi spiccati e nacchere. Quello che ci si aspetta dal pop di quelle contrade. La Danza Rituale del Fuoco, dallAmor Brujo, è sempre un must inevitabile in questi programmi di autori spagnoli ed è un forte atout per mettere in luce la brillantezza e il virtuosismo dell’accoppiata orchestra-direttore. Giménez e OSN RAI hanno siglato entusiasticamente il pezzo di Falla, eccitando al punto giusto un pubblico fino ad allora assai tiepido. L’intermezzo da Goyescas di Enrique Granados sta tra i capolavori della musica del Novecento e ci fa ancora rammaricare per le sfortunate circostanze in cui l’autore, a soli 49 anni, perse la vita su un cargo silurato dai tedeschi, nel 1916, nel canale della Manica. Un’esecuzione felicissima per garbo e sensibilità che ha suscitato l’applauso più prolungato della serata. Il fuori programma di chiusura, la brillante danza Navarraise dal Cid di Massenet, rischia di rinforzare il pregiudizio che la miglior musica spagnola sia stata scritta dai francesi. Ci si chiede anche se l’inserimento in programma di due catalani come Falla e Granados e di un francese, da parte del catalano Giménz, sia casuale o calcolato. Tra Madrid e Barcellona le contese son sempre aperte. Complessivamente il concerto avrebbe meritato maggior avvedutezza e coraggio di programmazione. L’unione dei due pop, tranne l’asburgica comune dominazione, non ha nulla che lo giustifichi. Quello iberico poi, quasi completamente sconosciuto dalle nostre parti, sarebbe stato meglio servito con un’intera serata dedicata e con riprese vocali che almeno ci ricordassero i miracoli delle varie Berganza, Caballé, los Angeles, Kraus Domingo e Carreras, quest’ultimo poi è della famiglia del direttore Giménez. Un’occasione mancata ma, come sempre, applaudita seppur moderatamente. L’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai e i suoi strumentisti, sia singolarmente che in complesso, gli applausi e le lodi se li sono comunque ampiamenti guadagnati sul campo.