Johann Sebastian Bach (1685—1750): “Concertos for Harpsichord & Strings”

Vol. 1: Harpsichord Concerto No.1 in D minor, BWV 1052; Harpsichord Concerto No.5 in F minor, BWV 1056; Harpsichord Concerto No.8 in D minor, BWV 1059R (Reconstruction by Masato Suzuki); Harpsichord Concerto No.2 in E major, BWV 1053. Bach Collegium Japan. Masato Suzuki (clavicembalo e direzione). Registrazione: Luglio 2018 presso la Yamaha Hall, Tokyo, Giappone. T. Time: 66′ 34″ 1CD BIS Records Bis-2401
Vol. 2: Harpsichord Concerto No.6 in F major, BWV 1057; Harpsichord Concerto No.4 in A major, BWV 1055; Harpsichord Concerto No.7 in G minor, BWV 1058; Harpsichord Concerto No.3 in D major, BWV 1054. Bach Collegium Japan Masato Suzuki (clavicembalo e direzione). Registrazione: 22-26 luglio 2019 presso la Yamaha Hall, Tokyo, Giappone. T. Time: 60′ 03″ 1CD BIS Records Bis-2481
Composti dopo il 1729, anno in cui Bach assunse la direzione del Collegium Musicum di Lipsia, i Concerti per clavicembalo e archi nacquero fondamentalmente come trascrizioni di cantate scritte in precedenza. Questi concerti, che ci sono stati tramandati da un manoscritto autografo conservato presso la Biblioteca di Stato di Berlino che ne contiene 7 oltre ad un frammento, consistente in 9 battute, di un ottavo concerto, costituiscono il programma di un doppio album dell’etichetta BIS Records nella quale è possibile ascoltare anche la ricostruzione dell’Ottavo concerto realizzata da Masato Suzuki, il quale, basandosi sul fatto che le battute del frammento erano quasi identiche a quelle iniziali della Sinfonia della Cantata N. 35 Geist und Seele wird verwirret, ha trascritto altri due altri movimenti, uno lento e uno veloce, della suddetta cantata mantenendo solo un oboe, al quale ha affidato una parte preponderante nel secondo movimento, dei tre presenti nella partitura originale. Autentici capolavori, questi lavori, che risentono dal punto di vista formale dei concerti vivaldiani, alcuni dei quali, peraltro, Bach trascrisse per clavicembalo solo, differiscono dalle cantate, di cui sono delle trascrizioni per il fatto che Bach adattò mirabilmente la parte vocale, soprattutto, a uno strumento come il clavicembalo, incapace di tenere a lungo il suono, per il quale è necessario operare delle diminuzioni ornamentali alle melodie che diventano, nei tempi lenti, in particolare, delle gemme del lirismo barocco. Di ottimo livello l’esecuzione da parte del Bach Collegium Japan diretto da Masato Suzuki il quale interpreta questi concerti anche da solista su un clavicembalo costruito nel 1987 da Willem Kroesbergen basandosi su un Couchet. Dotato di un’ottima tecnica che gli consente di superare con facilità le agilità di queste partiture, Masato Suzuki risulta particolarmente espressivo nei movimenti lenti dove trova anche un ottimo affiatamento con gli altri strumentisti soprattutto nei rubati. Del resto la performance è connotata tutta da un ottimo equilibrio tra il solista e l’ensemble d’archi, ai quali si aggiungono ora l’oboe ora i flauti (Concerto n. 6), che non lo sovrasta mai e che anzi lascia ad esso lo spazio che gli compete.