Roma, RomaEuropa Festival 2024: ” Close Up” al Teatro Argentina

RomaEuropa Festival 2024
“CLOSE UP”
Ideazione e coreografia Noé Soulier
Interpreti Julie Charbonnier, Nangaline Gomis, Yumiko Funaya, Samuel Planas, Mélisande Tonolo, Gal Zusmanovich
Musiche Brani dall’Arte della fuga di Johann Sebastian Bach ed estratto dalla Sonata n. 2 per violone solo
Musicisti Ensemble Il Convito (Maude Gratton, clavicembalo e direzione artistica; Amelie Michel, traverso; Sophie Gent, violino; Claire Gratton, viola da gamba; Ageet Zweistra, violoncello)
Scenografia Noé Soulier, Kelig le Bars, Pierre Martin Oriol
Luci Kelig Le Bars
Direzione luci Nicolas Bazoge
Video Noé Soulier, Pierre Martin Oriol
Ingegneria del suono Pierre Durand
Produzione Cndc-Angers
Coproduzione il Convito, Théâtre de la Ville (Parigi), Angers Nantes Opéra, Romaeuropa Festival, Espaces Pluriels Scène conventionnée danse (Pau), Theater Freiburg, Arsenal Cité musicale de Metz, Maison de la danse Pôle européen de création (Lyon), Théâtre Auditorium de Poitiers, Chaillot Théâtre national de la danse (Paris)
Con il sostegno di OARA (programma di residenza), Villa Albertine e Dance Reflections by Van Cleef & Arpels
Prima Nazionale

Roma, Teatro Argentina, 16 ottobre 2024
Un nuovo lavoro dedicato a Bach e alla rimediazione in danza dei concetti di polifonia e contrappunto lo si potrebbe definire Close Up di Noé Soulier, presentato al Teatro Argentina in prima nazionale il 16 ottobre scorso in occasione del Romaeuropa Festival (coproduttore dello spettacolo). Da anni l’attività coreografica di Soulier si incentra sui gesti d’azione improntanti alle funzioni di “frapper, éviter, lancer, attraper”. Il coreografo, depositario delle sperimentazioni succedutesi da Cunningham a Forsythe, intende allontanarsi dalla pura narratività per dedicarsi all’analisi del linguaggio del corpo, rifuggendo però allo stesso tempo anche dalla completa astrazione. I gesti sono quindi concreti, ispirati da pulsioni primarie, ed ancorati a una certa aggressività. L’interprete rintraccia le motivazioni del proprio movimento nel confronto quasi bellicoso con gli altri. Si tratta in realtà di un contrappunto in danza, che nella sua espressività ridona slancio alla musica barocca di Johann Sebastian Bach. La cerebralità del pensiero strutturale si coniuga a una gustosa corposità, è questo il comune denominatore tra la musica e la danza. A un impulso piuttosto energico segue una fase di rilascio più morbida, i passi danzanti hanno un loro ritmo ed una loro intensità segnalata dal respiro. Oltre al dialogo con la musica, si esplora qui anche il binomio danza-nuove tecnologie. Il titolo Close Up rimanda alla tecnica cinematografica del primo piano. Ad essere messi in rilievo sono le singole parti del corpo e la loro partitura gestuale: una rotazione delle anche o una mano che stringe il polso dell’altro braccio. In questo momento a condurre il gioco è il rapporto del danzatore con la telecamera, una relazione gestita dal vivo nel corso dello spettacolo, e dunque con un alto livello di agency.
Diverso è il discorso per lo spettatore, che nella prima parte dello spettacolo può tentare un’interpretazione e un punto di vista più personali, e nella seconda parte dello spettacolo è maggiormente guidato “dall’alto”. Un confronto dunque contrappuntistico anche con l’audience dello spettacolo, che dalla riflessione analitica si spinge però verso un appagamento più propriamente estetico, anche in questo caso con una tensione baroccheggiante. Va detto che il lavoro di Noé Soulier, direttore del Centre National de danse contemporaine di Angers, istituzione francese che riunisce la produzione coreografica al lavoro didattico-educativo, nasce questa volta dall’intreccio con l’ensemble musicale Il Convito, spazio creativo fondato nel 2015 su base cameristica attorno al clavicembalo, al pianoforte e all’organo di Maude Gratton, la musicista francese direttrice dell’ensemble. Tale centro si dedica per l’appunto a progetti artistici destinati a fondere musica, arte e storia. Il repertorio barocco è investigato dal gruppo in connessione con le tendenze artistiche contemporanee e coinvolgendo forme di spettacolo molto diverse tra loro, tra cui la danza, le arti circensi, le arti visive. In questo senso, la dinamica coreografica di Noé Soulier, con la sua vicinanza alle arti marziali, si mostra perfettamente adatta alle esigenze di ricerca musicale e con molta probabilità darà vita ad altri progetti in comune. Per quanto riguarda RomaEuropa, si tratta di un successo confermato dopo numerose altre presenze (Mouvement sur mouvement, 2014; Removing, 2016; Passage, 2022). Inoltre, a livello di ricerca concettuale, lo spettacolo si rivela tra i più interessanti delle produzioni di danza viste quest’anno al Festival, superando finanche Sasha Waltz. Foto Delphine Perrin e Christophe Raynaud Delage