William Byrd (1540–1623): Voluntary [C]; Fantasia [a]; Miserere [I]; Miserere [II]; 5. Fantasia [C]; Verse; Fantasia [G2]; Gloria tibi Trinitas; Fantasia [G1]; 10. Ut re mi fa sol la [G]; Voluntary [a/C]; O quam gloriosum est regnum; Prima pars – Secunda pars. Stephen Farr (organo). Registrazione: Sidney Sussex College chapel, Cambridge on 4 e 5 Luglio 2023. T. time: 66′ 06″ 1 CD Resonus Classic RES10326
Considerato il più grande compositore inglese del XVII sec., William Byrd visse uno dei periodi più gravidi di tensioni e tormentati della storia inglese coinciso con la riforma anglicana che aveva spaccato il mondo religioso dell’isola britannica. Rimasto fedele al cattolicesimo, Byrd non nascose mai di sentirsi un esiliato nella sua stessa patria, nonostante abbia goduto dei favori della regina Elisabetta I, che ne apprezzava la sua musica, e continuasse a suonare l’organo nella cattedrale di Lincoln e nella Cappella Reale. Questa sua condizione di “esiliato” si riflette nella sua produzione per strumenti a tastiera e soprattutto in quella che sembra maggiormente destinata all’organo, dove il suo essere cattolico si esprime attraverso la sua musica che trae ispirazione dai riti e dai dogmi della Chiesa di Roma. In questo CD è proposto l’ascolto di alcuni suoi brani, di cui alcuni molto impegnativi, come le Fantasie e la famosa Ut re mi fa sol la, nella quale, a proposito della matrice cattolica della sua ispirazione, è evidente il riferimento all’inno liturgico, Ut queant laxis, dei Vespri della solennità della natività di San Giovanni Battista, altri meno, come i Miserere, ma nei quali è innegabile la matrice cattolica del sentire religioso di Byrd. Ad eseguirli, sull’organo della cappella del Sidney Sussex College di Cambridge, Stephen Farr che, attraverso una scelta dei registri molto accurata, riesce a esprimere bene il mondo musicale di Byrd sia nella sua forma più intima sia in quella più enfatica e solenne. Nella sua interpretazione emerge, molto bene, anche la polifonia costitutiva di questi brani che appaiono come dei veri e propri gioielli di quel periodo così controverso della storia inglese.