Johannes Brahms (1833-1897): Prelude and Fugue in A minor, WoO 9, Fugue in A flat minor, WoO 8; Chorale Prelude and Fugue on O Traurigkeit, o Herzeleid, WoO 7; Eleven Chorale Preludes, Op.122. Konstantin Volostnov (Organo). Registrazione: 28 e 29 agosto 2020, presso la Moscow Central Church of Evangelical Christians-Baptists. T. Time: 67′ 23″. 1 CD Naxos 8.579147
Nonostante avesse abbandonato presto l’idea di essere un virtuoso dell’organo o soltanto di accompagnare altri musicisti, questo strumento ebbe una grande importanza nel mondo musicale di Johannes Brahms, perché ad esso non solo affidò i suoi sentimenti più intimi e più cari, ma spesso lo utilizzò in lavori sinfonici di più largo respiro come l’Ein deutsches Requiem. Il periodo, in cui il compositore mostrò maggiore interesse per l’organo, si concentra comunque negli anni Cinquanta dell’Ottocento e soprattutto dopo il tentativo di suicidio di Schumann che aveva costretto la moglie Clara a un’intensa attività concertistica anche su questo strumento. Proprio per la donna, da lui sempre platonicamente amata, che all’epoca stava facendo una tournée in Inghilterra, scrisse alcuni pezzi tra cui un pezzo in la bemolle maggiore che le inviò nel giorno del compleanno di Robert. La non vasta produzione per organo di Brahms, di cui soltanto due lavori (la Fuga in la bemolle maggiore WoO 8 e il Preludio Corale e Fuga on O Traurigkeit, o Herzeleid, WoO 7) sono stati pubblicati, comprende altre tre composizioni e, in particolare, il Preludio e fuga in la minore WoO 9 e il Preludio e Fuga in sol minore, WoO 10 e gli 11 Preludi ai corali op, 122, la cui composizione ci concentra, per quanto riguarda le prime opere, nel periodo che va dal 1856 al 1858, e negli ultimi anni di vita per l’op. 122 che può essere considerata come un testamento spirituale. Dopo la morte di molte persone care, Brahms, infatti, in questo lavoro, ritornò all’organo, strumento della sua giovinezza, e alla grande tradizione del corale, per ritrovare la forza spirituale che gli sarebbe servita per superare il dolore di quelle perdite. Pagine, non particolarmente complesse dal punto di vista tecnico anche nella parte del pedale, raramente difficile, questi lavori denotano, però, la grande perizia contrappuntistica di Brahms che per la loro composizione si è rivolto alla grande tradizione bachiana, evidente per esempio nei corali la cui scrittura ricorda quella dei lavori dell’Orgel-Büchleine. Splendida l’esecuzione da parte di Konstantin Volostnov sullo storico organo della Chiesta Centrale degli Evangelisti di Mosca costruito da Ernst Röver nel 1898. Nella sua interpretazione, grazie anche un sapiente uso della registrazione, è ben evidenziata la polifonia di questi lavori che, seppur non figurino tra i lavori più famosi di Brahms, sono comunque delle testimonianze dell’alto magistero contrappuntistico raggiunto dal compositore tedesco,