Arrigo Boito: “L’altra notte in fondo al mare” (“Mefistofele”); Pietro Mascagni: “Son pochi fiori” (L’amico Fritz”); Umberto Giordano: “La mamma morta” (“Andrea Chénier”), Giacomo Puccini: “Sì, mi chiamano Mimì” (“La Bohème”), Gioacchino Rossini: “Dal tuo stellato soglio” (“Mosè in Egitto”); Giuseppe Verdi: “Dignare, Domine – In te, Domine” (“Te Deum – Quattro pezzi sacri”), “Ritorna vincitor!” (“Aida”), Alfredo Catalani: “Ebben? Ne andrò lontana” (“La Wally”); Giuseppe Verdi: “Pace, pace, mio Dio” (“La forza del destino”); Giacomo Puccini: “In quelle trine morbide” (“Manon Lescaut”); Giuseppe Verdi: “Addio, del passato” (“La traviata”); Francesco Cilea: “Io son l’umile ancella” (“Adriana Lecouvreur”); Giacomo Puccini: “Senza mamma” (“Suor Angelica”); Alessandro Scarlatti: “Sento nel core”. Melody Moore (soprano), Melinda Duffner (mezzosoprano), Radu Cîmpan (tenore), Ştefan Muţ (basso). Transylvania State Philharmonic Orchestra, Transylvania State Philharmonic Choir, Ana Török (maestro del coro), Lawrence Foster (direttore).Registrazione: Radio Studio of Radio Cluj, Romania, luglio 2022. 1 CD Pentatone PTC 5187 070.
Gli omaggi dei cantanti a illustri predecessori non sono certo una novità e negli ultimi anni si sono visti numerosi recital dedicati a cantanti del passato. Si è però trattato soprattutto di omaggi alle prime interpreti e destinatarie dei ruoli con la possibilità – specie per le artiste di età barocca – di recuperare brani poco o punto conosciuti. Il presente CD del soprano statunitense Melody Moore si distingue da questi per essere omaggio a una cantante recente, vissuta in piena era discografica e quindi ampiamente documentata in registrazione come Renata Tebaldi. Ovviamente qualunque valutazione deve prescindere da un diretto confronto con il leggendario soprano marchigiano cui la Moore guarda come modello ma fortunatamente evita di imitare in modo troppo pedissequo. La voce della Moore è sicuramente interessante. Autentico soprano lirico tendente allo “spinto” sfoggia una vocalità ampia e sicura, di colore piacevole e sorretta da una tecnica sicura e ben gestita. Il repertorio proposto in questo cd è ovviamente ispirato a quello affrontato dalla Tebaldi, brani – con poche eccezioni – molto noti e con una scelta che tradisce una certa prudenza. Manca uno dei ruoli simbolo della carriera della Tebaldi, ossia Tosca mentre di altri la cantante opta per scelte più squisitamente liriche, meno “pericolosi”. Così di Manon Lescaut troviamo “In quelle trine morbide” e non “Sola, perduta, abbandonata” mentre di Violetta evita la grande aria del I atto – che con i suoi passaggi d’agilità per optare sul più “sicuro” lirismo di “Addio del passato”.
I brani in qualche modo seguono le tappe della carriera della Tebaldi divisa in tre periodi: Il primo legato agli anni scaligeri e la collaborazione con Toscanini, le stagioni al Metropolitan, l’ultimo concerto alla Carnegie Hall.
In linea di massima la Moore ci sembra più a suo agio nel repertorio della “Giovane Scuola” dove non solo la vocalità sembra trovare il suo terreno ideale ma in cui risulta anche più partecipe come interprete. È il caso di “La mamma morta” in cui trova accenti di sincera partecipazione. Complessivamente ben riuscite le esecuzioni delle arie di Mimì, Suzel, Suor Angelica, ma anche negli altri brani in programma (da Manon Lescaut, Mefistofele, La Wally) la cantante mostra sempre gusto è una sufficiente varietà di colori.
La selezione verdiana presente un brano di non così frequente ascolto come il “Dignare, Domine – In te, Domine” dai “Quattro pezzi sacri” che faceva parte del concerto toscaniniano per la riapertura della Scala dell’11 maggio 1946 in cui si apprezza anche la solidità del Transylvania State Philharmonic Choir che avevamo già ascoltato in altre registrazioni Pentatone. Prosegue con il già ricordato “Addio del passato” si completa con la grande aria di Leonora di Vargas affrontata con gran temperamento e – al netto di qualche durezza in acuta – nel complesso ben risolta soprattutto grazie all’innegabile ricchezza del settore mediano della voce. Affrontata nel già ricordato concerto scaligero del 1946 la preghiera del “Mosé in Egitto” di Rossini non è certo un brano in cui il soprano riesca a brillare soprattutto se affiancata dall’anonimo Aronne di Radu Cîmpan e dal Mosè professionale di Ştefan Muţ, probabilmente solisti del coro di Cluj ma impegnati in ruoli al di sopra delle proprie possibilità. Chiude il programma una puntata barocca con un’aria di Scarlatti “Sento nel core” in un arrangiamento moderno per oboe e quartetto d’archi realizzato nel 2021 da Job Marsee – vista la natura di omaggio ci si sarebbe aspettata una versione di Parisotti – cantato con eleganza ma in cui si percepisce una certa estraneità a questo tipo di repertorio. Il programma è accompagnato dalla Transylvania State Philharmonic Orchestra diretta da Lawrence Foster.
Pubblichiamo questo omaggio nel ventennale dalla morte di Renata Tebaldi (19 dicembre 2004)