Milano, MTM – Teatro Leonardo, Stagione 2024/25
“L’AVARO E LA TROUPE DU ROI – NUOVA EDIZIONE”
Da Molière
Traduzione e adattamento Valeria Cavalli
Arpagone PIETRO DE PASCALIS
Direttore della Troupe du Roi/ Mastro Simone/ Signor Anselmo MARCO OLIVA
Cleante SIMONE SEVERGNINI
Elisa ISABELLA PEREGO
Valerio LUDOVICO D’AGOSTINO
Mariana GIULIA MARCHESI
Saetta SABRINA MARFORIO
Frosina CRISTINA LIPAROTO
Scene, Disegno Luci e Regia Claudio Intropido
Costumi Anna Bertolotti
Musiche Gipo Gurrado eseguite da Nema Problema Orkestar
Produzione Manifatture Teatrali Milanesi
Milano, 12 dicembre 2024
La qualità di alcuni spettacoli si misura con la loro capacità di sopravvivere al tempo che passa: alcune regie, imprevedibilmente, addirittura acquisiscono valore, chiarezza e fascino anni dopo il loro debutto. Noi non eravamo presenti alla prima di “L’Avaro e La Troupe du Roi”, ma possiamo compiacere testimoniare come questo spettacolo sia invecchiato benissimo, rappresentando oggi un chiaro esempio di come il Teatro andrebbe fatto, sempre. Le chiavi di questo successo sono principalmente tre: l’adattamento di Valeria Cavalli, che non rifiuta la dimensione letteraria, anzi la mette in luce e la orienta verso una comunicativa diretta, che ben si adatti ai ritmi serrati che questa commedia deve mantenere; la comicità delle interpretazioni, che non cercano facili escamotage grossolani legati alla comunicazione di massa, ma si mantengono sempre sul livello garbato per quanto esilarante, che intesse una rete di riferimenti alle esperienze umane, più che a facili slogan o inflazionate volgarità; la natura metateatrale della regia e dell’assetto scenico di Claudio Intropido, che non si limita al semplice (per quanto efficace) coinvolgimento del pubblico, ma mescola piani di lettura, generi, registri comunicativi ed estetici, affinché lo spettatore venga letteralmente travolto dalle rutilanti prove del cast. Di per sé, anche i singoli attori contribuiscono alla piena riuscita dello spettacolo, anche se in realtà abbiamo la sensazione che con interpreti diversi comunque la macchina meravigliosa della Troupe du Roi saprebbe incantare il pubblico: un’unica eccezione (in positivo) ci sentiamo di farla per Pietro De Pascalis, nel ruolo del protagonista Arpagone, straordinario mattatore, che conferisce un personalissimo imprimatur al ruolo, tramite la flessione della voce e della postura. Tutti bravi e tutti splendidamente all’altezza gli altri componenti del cast, tra cui naturalmente spicca Marco Oliva nel ruolo del burattinaio di questi performer a cavallo tra Seicento e Duemila. Altrettanto efficaci sono state le musiche di Gipo Gurrado interpretate dalla Nema Problema Orkestar e le luci sempre di Intropido, puntuali, precise, altamente evocative e del tutto partecipi del gioco scenico. La sensazione dopo un paio d’ore è che questo sia il teatro con la “T” maiuscola, la forma performativa dal vivo per cui vale la pena abbandonare le proprie case nel freddo padano, l’esperienza artistica in grado di stimolare nello spettatore la meraviglia e la sorpresa, la risata e la riflessione, l’ammirazione e la curiosità per una professione antichissima eppure presente lì, a un passo da noi – e per suscitare tutto questo non c’è bisogno di trovate astruse, di sovrastrutture cerebrali aggiuntive, quanto “solo” di individuare la giusta quadra tra letteratura, estetica e performance. Fortunatamente, questo spettacolo starà in scena al Teatro Leonardo di Milano fino al 19 gennaio: se siete nei paraggi, anche non troppo prossimi, non mancatelo. Foto Alessandro Saletta