Oper Frankfurt: “Macbeth”

Oper Frankfurt – Stagione 2024/25 
“MACBETH
Melodramma in quattro atti, Libretto di Francesco Maria Piave e Andrea Maffei.
Musica di Giuseppe Verdi
Macbeth NICHOLAS BROWNLEE

Banco KIHWAN SIM
Lady Macbeth/II apparizione TAMARA WILSON
Dama di Lady Macbeth KAROLINA BENGTSSON
Macduff  MATTEO LIPPI
Malcolm KUDAIBERGEN ABILDIN
Un Domestico / Un Sicario /Un Araldo PILGOO KANG
Un Medico  ERIK VAN HEYNINGEN
Duncan/I apparizione ASLAN DIASAMIDZE
III apparizione / Fleance JUVAL LANGHEIM-ALAF
Danzatrici: EMMA IBAÑEZ, FEDERICA FAINI, MADELINE FERRICKS-ROSEVEAR
Frankfurter Opern- und Museumorchester
Chor der Oper Frankfurt
Direttore Thomas Guggeis
Maestro del coro Manuel Pujol
Regia R.B. Schlather
Scene Etienne Plus
Costumi Doey Lüthy 
Coreografie Gal Fefferman
Video Roland Horvath (rocafilm)
Luci Olaf Winter 
Drammaturgia Konrad Kuhn
Nuovo allestimento 
Frankfurt, 7 dicembre 2024
Il secondo nuovo allestimento della stagione dell’ Oper Frankfurt era il Macbeth di Verdi, un’ opera che in Germania ha sempre goduto di grande fortuna a partire dalla “Verdi Renaissance” iniziata con le esecuzioni degli anni Trenta come quella allestita a Darmstadt da Carl Ebert. Il lavoro, composto nel 1847 e oggi generalmente rappresentato nella versione riveduta del 1865, rappresenta il primo approccio di Verdi al teatro di Shakespeare. Il compositore, che in quella fase creativa della sua carriera era alla continua ricerca di soggetti nuovi e insoliti, fu subito attratto da questa tragedia carica di angoscia e pessimismo, che racconta la progressiva distruzione psicologica di una coppia di coniugi spinti dall’ ambizione a usare tutti i mezzi, compresa la violenza e il delitto, per raggiungere il potere. Verdi musicò questo testo in maniera molto accurata e con soluzioni compositive di grande originalità, ad esempio l’ uso insistito di micromotivi come il semitono discendente che appare più volte durante tutta l’ opera. Anche il contrasto insistito fra elementi tragici, fantastici e grotteschi che è il carattere principale del testo di Shakespeare è risolto dal musicista con grande abilità e ricchezza di ispirazione, in un racconto scenico e musicale nel quale la tensione non si allenta mai. Oggi il Macbeth è universalmente riconosciuto come uno tra i massimi esiti di tutto il teatro verdiano.
L’Oper Frankfurt ha affidato la realizzazione scenica al trentottenne regista newyorkese R.B. Schlather, che nel teatro assiano aveva fatto il suo esordio in Europa con il Tamerlano di Händel. Nella sua messinscena l’ azione era ambientata nella nostra epoca, in un palcoscenico rotante dove si alternavano i diversi luoghi di una casa di lusso dall’ atmosfera fredda e impersonale che ricordava quella di film come “Eyes Wide Shut”. Dal punto di vista della recitazione lo spettacolo offriva diversi momenti di buon teatro, come ad esempio la scena del banchetto raffigurata come una riunione di nuovi ricchi dalle maniere volgari. L’ apparizione dello spettro è rappresentata come una delle progressive allucinazioni da cui Macbeth è colpito dopo l’ assassinio di Duncan e i suoi rapporti con la moglie descrivono una relazione malata e psichicamente ossessiva. Nel complesso la regia rispettava abbastanza fedelmente tutti gli snodi drammaturgici del testo e il racconto scenico era realizzato in maniera appropriata e convincente.
Di ottimo livello complessivo era anche la parte musicale. Sul podio, Thomas Guggeis ha offerto un’ altra prova del suo talento davvero fuori dal comune. La sua direzione era tutta impostata su colori orchestrali cupi e densi, tempi mai esagerati e un’ atmosfera di allucinazione ossessiva che era in perfetta sintonia con la parte visiva. Il giovane musicista bavarese possiede il senso del teatro e del racconto musicale che sono requisiti indispensabili per un vero direttore d’ opera e nelle sue interpretazioni è sempre in grado di individuare il senso drammaturgico del testo in maniera perfettamente appropriata. Un’ altra prestazione di rilievo per il ventinovenne Generalmusikdirektor dell’ Oper Frankfurt, che si va rapidamente affermato come una delle più complete personalità direttoriali della giovane generazione.
Per quanto riguarda la compagnia di canto, la coppia dei protagonisti era senza dubbio adeguata. Il baritono americano Nicholas Brownlee ci era molto piaciuto come Hans Sachs due anni fa, nella messinscena di Johannes Erath, e il suo debutto nella parte di Macbeth è stato sicuramente più che discreto. Un canto molto corretto e una buona varietà di fraseggio uniti a una recitazione molto efficace erano però parzialmente compromessi da una pronuncia italiana ancora molto difettosa, sulla quale Brownlee dovrà in futuro ancora lavorare a lungo per migliorarla, se vuole proporsi in maniera credibile nel repertorio italiano. Tamara Wilson, quarantaduenne soprano originaria dell’ Arizona, è una cantante wagneriana di reputazione internazionale e possiede la robustezza vocale necessaria a raffigurare vocalmente Lady Macbeth. La zona acuta della voce suona a tratti un po’ aspra e forzata, ma i passi difficili sono dominati con sufficiente sicurezza e autorità. Buona soprattutto ci è sembrata la scena del sonnambulismo, nella quale la cantante americana ha messo in mostra bei “pianissimi” e un re bemolle acuto abbastanza buono in chiusura della scena. Il Macduff di Matteo Lippi ha aggiunto un tocco di autentica italianità alla recita, con la sua voce dal colore attraente e la spontaneità nel fraseggio. Il basso coreano Kihwan Sim possiede una voce di timbro ampio e scuro, adatta per raffigurare adeguatamente il ruolo di Banco. Buono anche il comportamento di tutte i cantanti interpreti dei ruoli minori. Alla fine, successo pieno e convinto per una recita di ottima qualità complessiva. Foto: Monika Rittershaus