Roma, Castel Sant’Angelo
APERTURA DELL’APPARTAMENTO DEL CASTELLANO
Roma, 11 dicembre 2024
Oggi Castel Sant’Angelo apre nuovamente le porte del suo Appartamento del Castellano, uno spazio inaccessibile per decenni, ma che ora torna a raccontare una parte significativa della storia del monumento attraverso una mostra permanente dedicata alla Girandola, il celebre spettacolo pirotecnico che per secoli ha rappresentato uno dei simboli più luminosi e suggestivi di Roma. L’appartamento, sino a poco tempo fa utilizzato come ufficio, era in origine riservato al Castellano, la massima autorità residente nel Castello e figura centrale della sua gestione. Militare di carriera, il Castellano aveva il compito di presidiare e sovrintendere al funzionamento della fortezza, baluardo della difesa pontificia e simbolo del potere papale. Come ricorda la targa ancora visibile sulla porta d’ingresso, l’alloggio fu voluto da Zenobio Savelli Palombara (1673-1752), ufficiale dell’esercito pontificio, dopo che nel 1730 papa Clemente XII Corsini lo nominò vicecastellano. Costruito per la maggior parte tra il 1730 e il 1731, l’appartamento si articolava su due livelli, con un totale di sette ambienti: tre al piano superiore, oggi visitabili, e quattro a quello inferiore, tra cui le celebri sale di Perseo e di Amore e Psiche. I lavori di ristrutturazione voluti da Zenobio Savelli conferiscono al prospetto esterno del Castello il suo aspetto odierno, scandito da una sequenza armoniosa di finestre che dialogano con la massiccia imponenza delle mura sottostanti. Il livello superiore, ora riaperto al pubblico, si compone di tre stanze distinte anticamente per posizione: “verso Ripetta“, “centrale” e “verso San Pietro“. Le volte delle due sale laterali sono impreziosite dai simboli della famiglia Palombara, mentre quella della sala centrale, più ampia e solenne, reca gli stemmi di papa Benedetto XIV Lambertini (1740-1758), sotto il cui pontificato Zenobio Savelli prestò servizio. Gli ornamenti delle volte, con le loro decorazioni a grottesche, rappresentano un omaggio alla scuola cinquecentesca di Perino del Vaga, le cui influenze permeano molte parti del Castello. Sulle pareti, invece, si sviluppano scene vivaci e delicate, animate da putti intenti in attività giocose, testimonianza della grazia e della leggerezza che caratterizzano il gusto rococò. Sino a tempi recenti, l’autore di questi affreschi rimaneva sconosciuto. Tuttavia, gli studi condotti durante i lavori di allestimento dell’appartamento hanno consentito di attribuire i dipinti murali a Pier Leone Ghezzi (1674-1755), pittore ufficiale di Castel Sant’Angelo e celebre caricaturista, che eseguì l’opera nei primi mesi del 1731 con il supporto di Daniele De Vitten, maestro indoratore. La vicinanza tra Ghezzi e Zenobio Savelli è confermata da alcune caricature del Castellano realizzate dall’artista, che ne restituiscono un ritratto ironico e familiare. Elemento peculiare della facciata dell’appartamento era un grande orologio, montato nel 1746 e dipinto a fresco dallo stesso Pier Leone Ghezzi. Il quadrante bianco con numeri romani, incastonato tra le finestre centrali, scandiva il tempo al cuore della fortezza. Questo orologio, simbolo del controllo e della regolarità che governavano la vita del Castello, fu purtroppo rimosso nel 1934, segnando la perdita di un importante dettaglio architettonico. La figura di Zenobio Savelli, oltre a essere legata alla trasformazione architettonica del Castello, è strettamente connessa alla tradizione della Girandola, lo spettacolo pirotecnico che si svolgeva annualmente sulle mura del monumento. Nel 1750, il Castellano pubblicò un libretto intitolato De spari diversi d’artiglieria…, una sorta di manuale che elencava i fuochi d’artificio da effettuare a Castel Sant’Angelo in occasione delle principali ricorrenze dell’anno. Questo documento non solo testimonia il ruolo attivo del Castellano nella preparazione dello spettacolo, ma rivela anche la stretta collaborazione con i Bombardieri, un corpo specializzato nell’arte militare e nella gestione delle bombarde. La Girandola, concepita come una celebrazione del potere papale e dell’ingegno umano, era un evento che univa arte, scienza e spiritualità. La sua origine risale al 1481, con i primi fuochi disegnati da Michelangelo e, successivamente, perfezionati da Gian Lorenzo Bernini e Athanasius Kircher. Ogni accensione era studiata con precisione millimetrica per creare figure luminose che si libravano nel cielo, trasformando la notte in un palcoscenico celeste. L’eco di questi fuochi risuonava tra le mura del Castello, amplificandone il carattere epico e solenne. Oggi, i tre ambienti dell’appartamento ospitano una mostra permanente dedicata proprio alla Girandola e alla tradizione pirotecnica di Castel Sant’Angelo. L’esposizione presenta una selezione di opere e oggetti provenienti dai depositi del Castello, sottoposti a un attento lavoro di restauro. Tra questi spiccano progetti, modellini e strumenti legati alla preparazione degli spettacoli pirotecnici, che raccontano l’evoluzione di una tradizione secolare. Prima di essere trasferiti nell’appartamento, questi materiali sono stati esposti nella mostra La “maraviglia” del tempo. La Girandola e l’arte pirotecnica a Castel Sant’Angelo, aperta dal 27 giugno al 29 settembre 2024. L’allestimento ha rappresentato una rara opportunità per il pubblico di ammirare documenti e oggetti fino ad allora custoditi nei depositi, un patrimonio capace di rievocare l’antica magia che trasformava Castel Sant’Angelo in un faro di luce e meraviglia. La riapertura dell’Appartamento del Castellano segna un passo significativo nella valorizzazione di Castel Sant’Angelo, restituendo al pubblico non solo uno spazio architettonico di grande pregio, ma anche una narrazione che intreccia arte, storia e tradizione in un racconto senza tempo. Tra i presenti all’inaugurazione, hanno partecipato Massimo Osanna, Direttore Generale Musei, Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura, Cristiana Di Torrice di Enel, Claudio Strinati, storico dell’arte, Eva M. Antulov, ideatrice della mostra, Giuseppe Passeri, consulente storico-scientifico, e Luca Mercuri, Direttore Delegato di Castel Sant’Angelo. @Photocredit Davide Oliviero