Roma, Sala Umberto: “L’erba del vicino è sempre più verde!

Roma, Sala Umberto
L’ERBA DEL VICINO È SEMPRE PIÙ VERDE!
scritto e diretto da Carlo Buccirosso
con Carlo Buccirosso, Fabrizio Miano, Donatella De Felice, Peppe Miale, Elvira Zingone, Maria Bolignano, Fiorella Zullo
scene Gilda Cerullo e Renato Lori
costumi Zaira De Vincentiis
disegno luci Luigi Della Monica
musiche Cosimo Lombardi
aiuto regia Fabrizio Miano
produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro • A.G. Spettacoli
Roma, 04 Novembre 2024
Alla Sala Umberto di Roma, L’erba del vicino è sempre più verde, scritto, diretto e interpretato da Carlo Buccirosso, si afferma come uno spettacolo in grado di fondere con maestria ironia, tensione e riflessione, rispettando la tradizione della commedia teatrale italiana, ma arricchendola di elementi noir e grotteschi. Una narrazione ricca di colpi di scena che intrappola lo spettatore in un vortice di equivoci e risate amare, spingendolo a interrogarsi sul senso del cambiamento, sul desiderio di una vita migliore e sul peso delle illusioni. La vicenda ruota intorno a Mario Martusciello, funzionario bancario cinquantenne, timido e insicuro, che si trova in un momento di profonda crisi personale. L’insoddisfazione per una carriera mai decollata e il logorio di un matrimonio ormai al capolinea lo portano a compiere un gesto simbolico: abbandona la vita coniugale e si trasferisce in una mansarda carica di ricordi giovanili, un tempo luogo di incontri con la moglie Margherita. Mario spera di ritrovare se stesso e, forse, di vivere quella vita avventurosa che aveva sempre sognato, ma che gli era sfuggita. La mansarda diventa il palcoscenico di una serie di eventi esilaranti e drammatici. Qui entra in scena Lorenzo, il vicino del piano sottostante, un uomo affascinante e carismatico, apparentemente vincente, che incarna il mito di una vita scintillante e desiderabile. Lorenzo, con il suo fare mellifluo, conquista la fiducia di Mario, proponendosi come mentore per il suo riscatto personale. La sua introduzione nella vita di Mario è l’esca per un cambiamento che si rivelerà presto illusorio. A completare il quadro arriva Carlotta, giovane e determinata influencer, emblema della modernità e delle sue contraddizioni, che si presenta come una possibile via di fuga per Mario, ma che finisce per complicare ulteriormente la situazione. L’equilibrio precario costruito da Mario viene completamente ribaltato dall’irruzione di Margherita, la moglie furiosa, e della sorella avvocato Teresa, due presenze ingombranti che non intendono lasciare la vita del protagonista. Seguono scene di litigi, accuse e situazioni paradossali che sfiorano l’assurdo, culminando in uno scambio di oggetti ambiguo e simbolico: una bustina di prezzemolo viene confusa con una contenente cicuta, elemento che porta la tensione narrativa a un livello più alto, sfiorando il noir. Ma è nel secondo atto che la commedia svela tutta la sua potenza. La narrazione si ribalta attraverso un sapiente utilizzo del flashback, riportando lo spettatore a un antefatto inquietante: un cadavere avvolto in un tappeto con i piedi che sporgono, mentre Mario, tremante e confuso, tenta di nasconderlo sotto il letto. Questo momento segna il passaggio dalla commedia all’indagine psicologica e svela la vera anima noir dello spettacolo. La figura di Lorenzo, simbolo dell’erba del vicino apparentemente più verde, si sgretola sotto il peso della realtà, mostrando che ciò che sembra desiderabile spesso nasconde lati oscuri e problematici. Carlo Buccirosso, mattatore indiscusso, dà vita a un Mario Martusciello ricco di sfumature, un personaggio in bilico tra il tragico e il comico. La sua interpretazione, che richiama alla memoria la tradizione partenopea di attori come Troisi e Peppino De Filippo, è un inno alla versatilità: battute fulminanti, momenti di riflessione intensa e persino incursioni nel ballo rendono il suo Mario indimenticabile. Accanto a lui, il cast si dimostra altrettanto solido e affiatato. Maria Bolignano, nel ruolo di Margherita, brilla per ironia e intensità, mentre Elvira Zingone, nei panni di Carlotta, dona al personaggio una sofisticata ambiguità. Peppe Miale, che interpreta Lorenzo, incarna perfettamente il ruolo del seduttore manipolatore, mentre Donatella De Felice e Fiorella Zullo, rispettivamente Teresa e la sorella di Margherita, si ritagliano momenti memorabili con interpretazioni precise e cariche di umorismo. Il cast è completato da Fabrizio Miano, che oltre a essere aiuto regista, si distingue anche sul palcoscenico, e da Zaira De Vincentiis, responsabile dei costumi, che arricchisce la messinscena con abiti che riflettono perfettamente i caratteri dei personaggi. La forza dello spettacolo risiede anche negli elementi tecnici. Le scene, firmate da Gilda Cerullo e Renato Lori, offrono un’ambientazione versatile che si trasforma con rapidità grazie al magistrale disegno luci di Luigi Della Monica. Le musiche di Cosimo Lombardi, sempre puntuali, sottolineano con discrezione e efficacia i momenti più drammatici o surreali, contribuendo a creare un’atmosfera in cui il confine tra realtà e immaginazione si fa labile. La regia, curata dallo stesso Buccirosso con la collaborazione di Miano, si dimostra generosa e intelligente. Ogni personaggio ha il suo momento di luce, e l’intera compagnia lavora in perfetta sintonia, offrendo uno spettacolo dal ritmo incalzante che non conosce pause. Anche la scenografia, capace di creare suggestioni cinematografiche con un semplice cambio di prospettiva, contribuisce a rendere lo spettacolo un’esperienza visiva oltre che emotiva. Prodotto da Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro e A.G. Spettacoli, L’erba del vicino è sempre più verde! si presenta come un’opera che travalica i confini del genere, mescolando commedia dell’equivoco, tradizione partenopea e incursioni nel noir. Il pubblico della Sala Umberto di Roma ha risposto con entusiasmo, tributando applausi calorosi anche a scena aperta e confermando il successo di una pièce che sa divertire, sorprendere e lasciare una traccia profonda nella memoria degli spettatori. Alla fine, come suggerisce il titolo stesso, l’erba del vicino non è mai realmente più verde: ciò che si desidera può rivelarsi un’illusione, e il vero cambiamento parte da una riflessione sincera sulla propria condizione. Questo messaggio, sapientemente intrecciato alla narrazione, rende lo spettacolo non solo un intrattenimento di qualità, ma anche un’occasione per riflettere con leggerezza su temi universali come l’insoddisfazione, il desiderio e l’inganno delle apparenze. @ph GildaValenza