Roma, Teatro Brancaccio
AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA
una commedia musicale di Garinei e Giovannini
scritta con Jaja Fiastri
liberamente ispirata a “After Me The Deluge” di David Forrest
musiche di Armando Trovajoli
regia originale di Pietro Garinei e Sandro Giovannini
ripresa teatrale di Marco Simeoli
Un classico immortale del teatro musicale italiano.
Presentato da Alessandro Longobardi – Una produzione di Viola Produzioni Srl.
DON SILVESTRO Giovanni Scifoni
CONSOLAZIONE Special Guest Lorella Cuccarini
SINDACO CRISPINO Marco Simeoli
CLEMENTINA Sofia Panizzi
TOTO Francesco Zaccaro
ORTENSIA Francesca Nunzi
LA VOCE DI LASSÙ Enzo Garinei
Roma, 5 novembre 2024
Aggiungi un posto a tavola, capolavoro senza tempo di Garinei e Giovannini, torna al Teatro Brancaccio di Roma per celebrare cinquant’anni dal suo debutto. La commedia musicale, scritta con Jaja Fiastri e musicata dall’inarrivabile Armando Trovajoli, non è solo uno spettacolo, ma un’esperienza collettiva che attraversa le generazioni, capace di trasformare un intreccio apparentemente semplice in un racconto universale sull’umanità, la fede e la comunità. Il cuore narrativo dell’opera ruota attorno a Don Silvestro, parroco di un villaggio montano che riceve un incarico divino: costruire un’arca per salvare la comunità da un secondo diluvio universale. Tuttavia, l’arca non è solo un elemento funzionale alla trama, ma un simbolo che evolve insieme alla narrazione, rappresentando la possibilità di un’unità che supera le divisioni. La parabola, apparentemente ingenua, si fa metafora di una condizione esistenziale condivisa: l’essere umano, fragile e contraddittorio, che cerca salvezza in un progetto collettivo. Giovanni Scifoni interpreta Don Silvestro con rara profondità, conferendo al personaggio un’umanità palpabile. La sua presenza scenica e la vocalità calda lo trasformano in una figura vicina allo spettatore, un uomo di fede ma anche di dubbi, la cui resilienza si nutre di empatia. Accanto a lui, Francesco Zaccaro, nel ruolo di Toto, si distingue per una recitazione fresca e spontanea che dona al personaggio una vivacità popolare e autentica. La sua capacità di muoversi tra comicità e intensità arricchisce il tessuto narrativo con un’energia che cattura. Lorella Cuccarini, nel ruolo di Consolazione, illumina il palcoscenico con una grazia che unisce ironia e profondità. Il suo personaggio, donna di facili costumi ma dal cuore grande, rompe con leggerezza ogni stereotipo, dimostrando che la redenzione passa dall’amore e non dai rigidi dettami sociali. Sofia Panizzi, nei panni di Clementina, porta in scena l’archetipo dell’amore puro con una dolcezza mai ingenua, mentre Marco Simeoli, nel doppio ruolo di regista e interprete del sindaco Crispino, riesce a bilanciare comicità e umanità con grande sapienza teatrale. La dimensione visiva dello spettacolo è altrettanto straordinaria. Le scenografie non si limitano a rappresentare il villaggio, ma lo animano, lo trasformano in un microcosmo che pulsa al ritmo della storia. L’arca stessa, al centro della scena, è più di un elemento scenico: diventa un organismo simbolico che cresce, evolve, si trasforma. I movimenti scenici, calibrati con precisione, si intrecciano ai dettagli scenografici in una coreografia invisibile che amplifica la coralità del racconto. Le luci, con toni che oscillano tra il calore intimo e l’intensità drammatica, sottolineano i passaggi emotivi con una maestria che sfiora il pittorico. Momenti come la costruzione dell’arca o la colomba che si posa sulla sedia vuota si trasformano in veri e propri quadri viventi. La musica di Armando Trovajoli rimane il cuore pulsante dello spettacolo. Brani iconici come Aggiungi un posto a tavola e Peccato che sia peccato non solo accompagnano la narrazione, ma la amplificano, dialogando con i personaggi e il pubblico. Ogni nota è carica di significato, ogni orchestrazione unisce tradizione popolare e complessità drammaturgica, creando un universo sonoro che abbraccia lo spettatore. In scena, ogni elemento è al servizio di una narrazione che non si limita a divertire ma cerca di parlare all’animo umano, intrecciando leggerezza e profondità con la maestria di un grande classico. E mentre il pubblico ride, si commuove e applaude, emerge con forza il messaggio centrale: non c’è sfida che non si possa affrontare, né diluvio che non si possa superare, se si è disposti ad aggiungere un posto a tavola.