Modena, Teatro Comunale Pavarotti-Freni, Stagione Opera 2024-2025
“GIANNI SCHICCHI”
Opera in un atto su libretto di Gioachino Forzano
Musica di Giacomo Puccini
Versione per orchestra da camera di Ettore Panizza
Interpreti del Corso di alto perfezionamento per cantanti lirici del Teatro Comunale di Modena
Gianni Schicchi TAMON INOUE
Lauretta LAURA FORTINO
Ziita detta La Vecchia ERICA CORTESE
Rinuccio MATTEO URBANI
Gherardo JOAQUIM CANGEMI
Nella SARA MINERI
Gherardino JACOPO MOLINARI
Betto di Signa YIXUAN LI
Simone KYUNG HO CHEONG
Marco TIANYI LIN
La Ciesca ELENA ANTONINI
Maestro Spinelloccio, medico / Guccio, tintore LUIGI ROMANO
Messer Amantio di Nicolao, notaro MARCANDREA MINGIONI
Pinellino, calzolaio ALDO SARTORI
Orchestra Filarmonica Italiana
Direttore Luciano Acocella
Regia Stefano Monti
Scene Rinaldo Rinaldi
Luci Andrea Ricci
Allestimento Teatro Comunale di Modena
Modena, 21 dicembre 2024
Del Trittico lo Schicchi è il pannello che, da subito, meglio si adatta a fare a meno degli altri due. Forse perché l’argomento è di una italianità pungente ed amara quanto compiacente allo stereotipo e quindi anche felicemente esportabile (già la prima, del 1918, è newyorkese). Forse, e soprattutto, perché il suo linguaggio, nel polistilismo e polilinguismo propri tanto del Trittico quanto della Commedia, è il più ardito, il più sperimentale, il più spiazzante. Che il cinema sia dietro l’angolo lo pensa anche il regista, Stefano Monti: a questa produzione ha voluto applicare il filtro inquieto e straniante della soggettività disturbata ch’è la cifra fondamentale dell’espressionismo tedesco. La scena viene coerentemente distorta dal Signore della Prospettiva, Rinaldo Rinaldi, che stilizza l’iperbolica essenza grafica dell’espressionismo in una formula visiva di distinta eleganza. Ma lo Schicchi ha anche la speciale virtù di prestarsi benissimo come vetrina di giovani voci, ed è questo il caso e la ragione della ripresa dell’allestimento modenese, che vede impegnati gli allievi del Corso di alto perfezionamento per cantanti lirici del Teatro Comunale di Modena. Il primo nome che vuol essere citato (e lodato) è però quello di Luciano Acocella, che dirige con saldo rigore e volitiva chiarezza l’ottima Orchestra Filarmonica Italiana. E che, senza cedere né concedere, dimostra affettuosa sollecitudine per i suoi cantanti: come il pastore evangelico, abbandonerebbe le novantanove pecorelle dell’orchestra per l’una smarrita sul palco. Il protagonista è Tamon Inoue: voce dal timbro elegante, ideale, tanto per dire, anche per il repertorio liederistico, dall’emissione solida e dalla dizione curata. Dalla sorta di cantereueueuello di “Se gridano, sto calmo e canterello” si riconosce il grande esempio dell’inarrivabile verve di Nucci. La voce fresca, snella e luminosa della Lauretta di Laura Fortino è premiata dall’applauso a scena aperta e da una delle due borse di studio messe a disposizione dal Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. La seconda se la merita la morbida e timbrata Ciesca di Elena Antonini. Matteo Urbani assicura un penetrante bagliore agli scomodi acuti del suo Rinuccio, sia sulle e di “snelle” sia sulle i di “Schicchi”. La Zita corposa e pungente di Erica Cortese duella con il timbro scuro e pieno del Simone di Kyung Ho Cheong. Dal bel timbro luminoso il Gherardo di Joaquim Cangemi, accompagnato dalla Nella asciutta di Sara Minieri. Dizione pulita e bella solidità nel Betto di Yixuan Li. Completano ancora il buon cast Tianyi Lin nei panni di Marco, Luigi Romano nei ruoli di Maestro Spinelloccio e Guccio tintore, Marcandrea Mingioni come notaio e Aldo Sartori Pinellino calzolaio. La ripresa della recita domenicale, trasmessa in una diretta curata dagli allievi del Corso di comunicazione in video, si può ancora trovare sul canale YouTube del Teatro.