Le cantate di Johann Sebastian Bach: seconda Domenica dopo il Natale

Ach Gott, Ach Gott wie manches Herzeleid” BWV 58 è una cantata scritta per la domenica 5 gennaio del 1727, seconda domenica dopo il Natale. Questa opera ha attraversato due distinte  fasi compositive, la seconda delle quali si colloca tra il 1733 e il 1734 che ha visto l’inserimento di una nuova pagina, l’aria nr.3 e l’aggiunta di un gruppo di oboi, uno dei quali “da caccia”, presente nel primo e ultimo movimento. Qualificata come “Dialogo”, si presume tra Cristo e l’Anima, quantunque non vi siano indicazioni in proposito, la cantata si distingue soprattutto per la presenza di 2 elaborazioni di Corale, collocate all’inizio e alla fine, affidate ai 2 solisti, senza la presenza del Coro. La lettura evangelica di questa Domenica (Matteo cap.2 – vers.13-23) narra della fuga in Egitto. “Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio. Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s’infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: “Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più.” Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nel paese d’Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino».  Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d’Israele.  Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea  e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
Questa lettura offriva lo spunto per mettere in evidenza due concetti: la persecuzione di Cristo e dei suoi seguaci e la difficoltà del viaggio per raggiungere la Patria Eterna, cogliendo qualche ulteriore sollecitazione dai passi biblici. L’anonimo poeta,  che potrebbe essere Picander, ha voluto ribadire che l’alleanza di pace con il Signore non verrà meno e perciò non si deve mai disperare.  Su questo punto di perfetta, edificante predicazione, organizzata in forma di dialogo e con una chiara attenzione ai valori drammatici, Bach innesta un conciso discorso musicale di altissima qualità, che si impossessa del testo in ogni suo particolare dandone una lettura partecipe e vibrante, tale da sorprendere l’animo dell’ascoltatore.
Nel duetto iniziale (Nr.1), il soprano canta la strofa iniziale del Corale di Martin Moller (Ach Gott, wie manches herzeleid) mentre il basso canta la consolazione, parafrasando la (seconda) Epistola. La breve introduzione degli archi al duetto iniziale dimostra la potenza di Bach nello scrivere musica che definisce un’atmosfera emotiva molto forte. Il recitativo che segue  (Nr.2) è la narrazione della fuga in Egitto. Nell’aria del  soprano (Nr.3), accompagnata da una fluida figura di violino, l’anima comincia a fare i conti con il suo destino e, dopo un altro recitativo del soprano (Nr.4), la cantata si conclude con un duetto (dalla forma simile a quella  iniziale) di grande gioia ed energia.
Nr.1 – Corale e Aria (Soprano, Basso)
Soprano:
Ah Dio, quanto dolore
Mi opprime in questo momento!
Stretta e piena di tribolazioni
E’ la via che mi conduce in cielo.
Basso:
Sii paziente, solo paziente, mio cuore,

Questi sono tempi malvagi!
Ma il cammino verso la beatitudine
Mi condurrà alla gioia dopo il dolore.
Nr.2 – Recitativo (Basso)
Anche se il mondo malvagio ti perseguita,
Tu hai Dio come amico,
Che davanti ai tuoi nemici
Sempre ti sosterrà.
Allorché Erode, infuriato,
Decretò una morte atroce
Per il nostro salvatore,
Venne un angelo nella notte,
Che disse a Giuseppe in sogno
Di fuggire dallo sterminatore
E di recarsi in Egitto.
Dio ha una parola, che ti colma di fiducia.
Così dice il Signore: anche se monti e colline
si inabissassero,
E i flutti ti volessero sommergere,
Io non ti lascerò e non ti abbandonerò.
Nr.3 – Aria (Soprano)
Io gioisco nella mia afflizione
Poiché Dio è la mia salda speranza.
Ho lettera e sigillo sicuri,
E questa è la robusta catena
Che neppure gli inferi possono spezzare.
Nr.4 – Corale e Aria (Soprano, Basso)
Soprano:
Ho davanti a me un arduo cammino
Per raggiungere Te nel paradiso celeste,
Là è la mia vera patria,
Per la quale Tu hai versato il Tuo sangue.
Basso:
Siate fiduciosi, cuori,
Qui è paura, là vi attende la gloria!
E la gioia di quel momento
Soverchia ogni dolore.
Traduzione Alberto Lazzari