Nikolai Myaskovsky (1881-1950): Sinfonie No. 17 e No. 20

Nikolai Myaskovsky (1881-1950): “Symphony No. 17 in G sharp minor, Op. 41 & Symphony No. 20 in E major, Op. 50”. Ural Youth Symphony Orchestra. Alexander Rudin (direttore), Registrazione: Luglio 2022. Grand Hall of Sverdlovsk Philharmonic,Yekaterinburg, Russia. T. Time: 75′ 1CD Fuga Libera FUG 820

Considerato da Aram Khatchatourian, che fu uno dei suoi 80 allievi, un ponte tra il classicismo e la modernità, Nikolaï Miaskovski (1881-1950) può essere a buon diritto definito il padre della sinfonia sovietica. 
La parte preponderate del catalogo di Miaskovski, nobile di origine e ufficiale dell’esercito, che servì durante la Prima Guerra Mondiale, durante la quale fu ferito, è, infatti, costituita dalle 27 sinfonie, alle quali vanno aggiunti 13 quartetti per archi, 9 sonate per pianoforte, che mostrano l’attenzione del compositore sovietico per la forma-sonata da lui sottoposta a un processo di elaborazione. Del resto, è stato lo stesso Miaskovski, in un articolo intitolato Tchaïkovski et Beethoven pubblicato nel 1912, a confessare il suo impegno a favore della delineazione di una scrittura sinfonica drammatica nella quale è possibile riscontrare due caratteristiche: la soggettività da una parte e l’oggettività dall’altra. Ciascuno di questi aspetti prevale in una parte della sua produzione piuttosto che nell’altra e, se un forte soggettivismo contraddistingue i primi lavori sinfonici, di cui massimi esempi sono, per la loro complessità, la Decima e la Tredicesima, l’oggettività, che comporta un’apertura verso l’esterno, informa le sinfonie che egli compose dal 1930 in poi, di cui un esempio è la Sinfonia n. 17 in sol diesis minore, Op. 41, risalente al 1937 che, come dichiarato dal compositore in una lettera ad Assafiev, era “molto più significativa e legata alla sua epoca”. Questa sinfonia, dedicata a Alexander Gaouk, che la diresse in occasione della prima esecuzione avvenuta a Mosca nel mese di dicembre del 1937, si distingue per il carattere drammatico ed emotivamente denso del primo e del quarto movimento, ma anche per la bellezza e il lirismo di alcuni passi del secondo. Composta nel 1940 ed eseguita per la prima volta il 28 novembre dello stesso anno a Mosca sotto la direzione di Nikolaï Golovanov, la Sinfonia n. 20 in mi maggiore, Op. 50 con i suoi tre movimenti, pur avendo aspetti in comune con la Diciassettesima, appare nettamente più compatta e si distingue per il bellissimo secondo movimento di carattere meditativo. Ottima la concertazione da parte di Alexander Rudin il quale, alla guida dell’Orchestra giovanile degli Urali, stacca dei tempi corretti e trova delle sonorità sempre adeguate e molto belle soprattutto nei momenti lirici con le varie sezioni dell’orchestra che si integrano sempre senza mai soverchiarsi l’una con l’altra. Il direttore, infine, mette ben in evidenza gli aspetti drammatici di questi lavori, ma anche i momenti più magniloquenti.