Roma, Museo della Fanteria: “Salvador Dalì, tra arte e mito” dal 25 gennaio al 27 luglio 2025

Roma, Museo Storico della Fanteria
SALVATOR DALI’. TRA ARTE E MITO
Roma, 25 gennaio 2025
Il Surrealismo non è solo una corrente artistica, è un atto rivoluzionario contro la tirannia della realtà“, scriveva André Breton nel suo Manifesto del Surrealismo. Questa affermazione trova piena realizzazione nell’opera di Salvador Dalí, figura monumentale del movimento e artefice di un immaginario capace di piegare la realtà ai meccanismi del sogno. In questo spirito si inserisce la mostra “Salvador Dalí, tra arte e mito”, inaugurata il 25 gennaio 2025 presso il Museo Storico della Fanteria dell’Esercito Italiano a Roma, un evento destinato a lasciare il segno nella scena culturale romana e internazionale. Fino al 27 luglio, il pubblico è invitato a un viaggio straordinario che restituisce, in tutta la sua complessità, il genio di un artista capace di trasformare l’inconscio in visione e la visione in materia. Patrocinata dalla Regione Lazio, da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura Italia e dall’Oficina Cultural de la Embajada de España, la mostra si configura come un’occasione unica per avvicinarsi all’universo di Dalí, un mondo dove ogni dettaglio racchiude una profonda riflessione sul tempo, lo spazio e la natura stessa dell’esistenza. La conferenza inaugurale ha visto la partecipazione di Vincenzo Sanfo, curatore dell’esposizione, che ha presentato il progetto con una visione critica e articolata, guidando i presenti attraverso le trame concettuali del percorso espositivo. Salvatore Lacagnina, Responsabile di Navigare, ha sottolineato il potere evocativo dell’arte daliniana nel coinvolgere il pubblico non solo come osservatore, ma come parte attiva di un dialogo universale. A suggellare l’evento, l’intervento dell’Ambasciatore del Regno di Spagna in Italia, Miguel Fernández-Palacios M., ha enfatizzato il significato diplomatico e culturale della mostra, quale simbolo di una collaborazione artistica tra due Paesi uniti dalla comune eredità mediterranea. Il percorso espositivo si snoda attraverso circa 80 opere provenienti da collezioni private di Belgio e Italia, offrendo una prospettiva complessiva sul linguaggio multiforme dell’artista. Le opere esposte non si limitano a una sequenza cronologica, ma costruiscono un dialogo serrato che intreccia le molteplici declinazioni della sua produzione: dipinti, sculture, ceramiche, incisioni, litografie e oggetti peculiari come boccette di profumo si alternano in un crescendo emotivo e visivo. Ciascun lavoro è pensato come una finestra aperta sull’immaginario di Dalí, un invito a perdersi nei labirinti della sua psiche, dove il confine tra realtà e sogno si dissolve per lasciare spazio a un territorio fatto di simboli e suggestioni. La mostra va oltre la celebrazione della figura di Dalí come genio isolato , ma lo colloca nel contesto più ampio del surrealismo europeo, attraverso la presenza di opere di altri protagonisti del movimento, tra cui René Magritte, Max Ernst, Man Ray, Leonor Fini e Giorgio de Chirico. Questa coralità restituisce l’idea di un’avanguardia collettiva, un laboratorio di idee che ha ridefinito i confini dell’arte del Novecento. I rimandi e le influenze reciproche tra gli artisti in mostra emergono come una trama intellettuale, sottolineando il ruolo del surrealismo non solo come movimento estetico, ma come vero e proprio paradigma filosofico. Particolare rilevanza è attribuita agli storici sodalizi di Dalí con figure come Federico García Lorca e Luis Buñuel, i cui lavori sono evocati attraverso disegni, documenti e frammenti cinematografici che completano l’allestimento. Le litografie ispirate alla Divina Commedia e gli schizzi inediti legati alle collaborazioni con Lorca offrono uno spaccato della fervida creatività dell’artista, che ha saputo attraversare con disinvoltura il confine tra le arti visive e letterarie. Questo approccio interdisciplinare conferisce alla mostra una profondità narrativa che arricchisce l’esperienza del visitatore. Le opere di Dalí non si limitano a essere oggetti d’arte, ma diventano strumenti di riflessione e scoperta, capaci di stimolare emozioni e pensieri in chiunque si avvicini al loro fascino. L’evento si pone come un momento cardine nel panorama culturale del Giubileo 2025, offrendo una prospettiva unica sull’arte come veicolo di trasformazione e dialogo universale. La mostra non è solo un omaggio al genio di Dalí, ma un invito a riflettere sul potere dell’immaginazione e sulla capacità dell’arte di trascendere i limiti del tempo e dello spazio. Ogni opera è una testimonianza della sua inesauribile sperimentazione e del suo desiderio di sondare le profondità dell’inconscio umano. Dalí non è mai stato un semplice creatore di immagini, ma un alchimista dell’immaginario, capace di trasmutare il visibile in una dimensione dove il reale si piega ai dettami del sogno. La mostra restituisce al pubblico non solo l’opera di un artista, ma la visione di un uomo che ha fatto dell’arte una porta aperta sull’infinito.